La memoria futura degli anni Trenta

L’innovazione s’intreccia con la memoria e ogni opera si presenta come una visione proiettata verso il domani. Una felice combinazione che riaccende l’inventiva

PaladiniComplessooniricoFirenze – L’Italia degli anni ‘30 nelle forme delle arti: pittura, scultura, design e comunicazione di massa. A Palazzo Strozzi la mostra “Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo” , fino al 27 gennaio, indaga con quasi 140 opere, provenienti da collezioni private e musei pubblici, gli stili e gli artisti che conducevano verso la modernità.

Una creatività esuberante che ridefinisce la bellezza aprendosi al mondo nelle sue variegate sfaccettature. Una fascinazione che tratteggia le linee del classicismo ispirato all’antico, sorvola con perspicacia il futurismo di seconda generazione, graffia la tela con l’espressionismo più esistenzialista e “degenerato”, sfiora le corde dell’astrattismo, s’impone con l’arte monumentale, accarezza i sensi con la pittura da salotto. Un’esposizione molto nutrita che giunge fino al design made in Italy e all’affermazione di mezzi di comunicazione come la radio, il cinema, le riviste illustrate. Attraverso un allestimento esemplare sette sezioni arricchite di rare fotografie e spezzoni di film, ripercorrono il carattere di quegli anni. L’innovazione s’intreccia con la memoria e ogni opera si presenta come una visione proiettata verso il domani. Un mosaico di sogni, emozioni e tangibile sostanza che raggiunge eccellente qualità.

La mostra si apre con la sezione “Centri e Scuole”, centri artistici che hanno dettato, in quegli anni, le dinamiche, divenendo manifesto di uno stile e di una ricerca. Predominano in questa sezione “Donna al sole” di Arturo Martini, “Donna al caffè” di Antonio Donghi. Si prosegue con la sezione “Giovani e irrealisti”. Giovani artisti aperti alle suggestione internazionale. Nuances francesi, tedesche, scandinave e russe, interpretate , fra gli altri dal gesto italiano di Melotti, Fontana, Licini, Cagli, Guttuso intenso e magnetico il suo “Ritratto del chirurgo Guglielmo Pasqualino”, quanto significativo ed essenziale i “Giocatori di polo” di Birolli.

La terza sezione “Artisti in viaggio” è quasi una logica conseguenza, perché sono sempre le influenze europee a concretizzarsi sia attraverso le esperienze lavorative di artisti all’estero sia attraverso le creazioni di artisti stranieri presenti nel nostro paese, ed il nostro occhio è catturato dalla “Canzone meridionale” di De Chirico, una felice combinazione che riaccende l’inventiva e sorvola l’universo onirico di Vinicio Paladini con “Complesso onirico”, immaginazione, fantasia in una ambientazione che rispecchia fedelmente lo stile anni Trenta.

Da una sala all’altra e giungiamo alla quarta sezione “Arte pubblica”, arte per comunicare, per veicolare messaggi, elemento tipico degli anni ’30. Protagonista Mario Sironi attraverso bozzetti e studi preparatori per committenze. Si prosegue con la quinta sezione “Contrasti”. Dissonanze tra ragioni estetiche e ideologiche solcano la tela degli artisti, le asperità incidono fortemente la tensione espressiva conducendo in Germania all’”arte degenerata” che si riflette anche in Italia. Una figurazione ironicamente espressionista, critica nei confronti della realtà e le opere di Otto Dix “Coppia di amanti” e “Dedicato ai sadici” non passano inosservate come “Dopo l’interrogatorio” di George Grosz, una contrapposizione con “I quattro elementi” di Adolf Ziegler, considerato il capolavoro della pittura nazista, per la prima volta esposto in Italia.

La penultima sezione “Il design e le arti applicate” ci proietta nella riproduzione dell’oggetto artistico, nella sua moltiplicazione e nella sua presenza nel cinema del tempo. Un valore aggiunto che ha amplificato il concetto di fruibilità.

La mostra si conclude con la sezione “Firenze”. Firenze culla cultura, città delle riviste culturali apre dialoghi tra poesia, pittura, scultura e musica nel fascino discreto della sua essenza. Un’anima permeata dalla genialità artistica che gravita dalle tele di Guido Peyron “Gli amici nell’atelier”, di Ottone Rosai con “Interno con figure ( Osteria)” , poi la musica che risuona dal Maggio Musicale Fiorentino che è presente attraverso i bozzetti di Baccio Maria Bacci per “Volo di Notte” di Luigi Dallapiccola andato in scena nel 1940.

Oltre lo splendore della arti la memoria futura degli anni Trenta incontra l’interesse del pubblico, storia che rivive tra le sale di Palazzo Strozzi

di Antonella Iozzo©Riproduzione riservata
                  (09.10.2012)

Notizie utili:
“Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo”
dal 22 settembre al 27 gennaio 2013,
Firenze – Palazzo Strozzi
Orari Tutti i giorni 9.00-20.00 – Giovedì 9.00-23.00
Informazioni: 055 2645155
Catalogo: Giunti

Immagine: Vinicio Paladini (Mosca 1902-Roma 1971)
Complesso onirico ,1932, olio su tela, 110 x 135, Collezione privata  

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