The Elvis Touch in Italy

Da Memphis, Tennessee a Soprabolzano, Valle di Renon il Museo Elvis Presley una mostra come una meravigliosa avventura dentro il mondo di Elvis un mondo da vivere cogliendo tutta la tenerezza e la sensualità dalla sua voce.

 di Antonella Iozzo

Mostra-Elvis-CadillacRenon (BZ) – Into the Elvis Presley World, una grande mostra nel segno del “Re del rock and roll”, the original per emozioni che riescono a far parlare la musica, i sentimenti, la storia. È quello che succede presso la Casa delle Associazioni di Soprabolzano, Valle di Renon, in provincia di Bolzano che dal 5 luglio al primo settembre ospita una collezione unica formata da 80 oggetti appartenuti a Elvis, è appunto il “Museo Elvis Presley“ di Memphis, Tennessee che da alcuni anni gira il mondo, riscuotendo ovunque un successo indiscusso, grazie all’impresario ed editore Franz Heel. La mostra, ad ingresso gratuito, è un prezioso scrigno nel quale ritroviamo le sue chitarre, la stella da sceriffo, camicie e costumi di scena, ma anche i suoi dischi che venivano dorati, vari oggetti decorativi. Un allestimento scenografico, teatrale che riaccende le luci sul mito proponendo video e accompagnando il visitatore con la sua meravigliosa musica.
Una mostra che si preannuncia indimenticabile sin dall’ingresso, dove infatti ritroviamo la sua ultima Cadillac Fleetwood targata “1 – ELVIS“ , e qui la suggestioni riaccendono la memoria ed è subito empasse emozionale.
Elvis Presley: tra musica e mito. Più di un miliardo di dischi venduti in tutto il mondo, sessantotto singoli nella Top 20 di Billboard tra il 1956 al 1977, ventuno in vetta alle classifiche britanniche con ottanta settimane di permanenza al primo posto. Unico artista inserito in ben quattro Hall Of Fame: rock, gospel, country e rockabilly, oltre people and events con milioni di fan club sparsi in tutto il mondo che ne conservano la memoria attraverso festival e celebrazioni. Graceland, la sua residenza, è stata dichiarata monumento nazionale ed è il secondo luogo più visitato degli Stati Uniti dopo la Casa Bianca.
Ciò che è stato e che continua ad essere Elvis Presley non è semplicemente musica, ma l’anima di uno style life, un’infuocata vibrazione di sensazioni ed emozioni alle quali Elvis ha dato voce, ritmo, corpo rendendole eterne espressioni del fermento giovanile e dell’impulso interiore che governa ciascuno di noi. Muove rapidamente le sinergie del cosmo musicale concentrandosi più che sulla melodia e le parole, sull’immagine da impatto travolgente. Movenze nuove e conturbanti, voce sexy, ammaliante, rock e viso da angelo e la nuova generazione lo eleva nell’olimpo dei miti.
Da Tupelo, Mississippi dove nacque l’8 gennaio del 1935 a Memphis nel Tennessee, dove la sua famiglia si trasferì a causa della forte depressione economica, una parabola discendente: disoccupazione, povertà, dolore per la morte del suo gemello Jessie Garon a poche ore dal parto. Eppure la sua fiaba musicale ebbe inizio proprio qui grazie all’influenze della cultura e della musica, abitando nella zona povera della città, proprio vicino al quartiere dei neri. È stato infatti nel coro della “Assembly Of God” che il giovane Presley mosse i suoi primi passi, imparando a conoscere ed apprezzare il gospel.
America, infinita terra di culture diverse, di stili diversi, di contrasti e armonie che ne sfrangiano le colori e ne esaltano il carattere. America, patriot e freedom che cantano il rock e parlano italiano, grazie ad una mostra che porta in Italia, la magia statunitense di Elvis.
Fin dall’inizio nella vita di Elvis la musica s’intreccia con gli affetti e sulle scene irrompe o trionfa il ragazzo con il ciuffo, lo stesso che per il compleanno della madre aveva deciso di incidere un disco da regalarle “My Happiness”, una canzone tradizionale americana. Sam Phillips, proprietario della Sun Studios, intuì immediatamente il carisma, il fascino, l’assoluta inventiva di Elvis. Stava per nascere una star grazie a incisioni come That’s All Right Mama” e“Blue Moon Of Kentucky”. Anzi era nato il rock and roll. Dalla Sun Studios alla Rca il passo è breve e Thomas Andrew Parker ne divenne il manager. Fu sua l’idea di portarlo in tv ed il 28 gennaio del 1956 Elvis fece la sua prima apparizione televisiva nazionale allo “Stage Show” di Tommy e Jimmy Dorsey, un vero trionfo. Elvis entrò così ufficialmente in tutte le case d’America destando però scandalo e preoccupazione per il suo ballare, ma furono le quattro puntate al “Toast Of The Town” di Ed Sullivan a entrare nella storia; durante le trasmissioni, infatti, Elvis venne censurato con inquadrature dalla cintola in su.
Mostra-Elvis-PresleyLa sua musica è un viaggio nel tempo filtrato dalla sua interpretazione, la mostra una meravigliosa avventura dentro il mondo di Elvis un mondo da vivere cogliendo tutta la tenerezza e la sensualità dalla sua voce esaltata da arrangiamenti che ne scalfivano la morbidezza e la duttilità.
Un successo che non poteva non divenire anche marketing creando attorno al nome di Elvis un merchandising fatto di magliette, rossetti, portafogli, oggetti unici che ritroviamo anche presso il book shop della mostra, una vera occasione per gli appassionati. Quasi hot spot permanenti che hanno un sussulto quando il 20 gennaio 1958 Elvis dovette presentarsi al distretto militare della sua città per adempiere gli obblighi di leva. La musica arretra ma solo in apparenza ora la vita militare si staglia nella mente e fomenta immagini, situazioni, pensieri, viaggi in Europa, viene infatti destinato a Bremerhaven, in Germania. Il servizio militare in Germania rimase l’unica volta in cui Elvis visitò l’Europa, poiché, a parte qualche concerto in Canada, non lasciò mai gli Stati Uniti. Un’esperienza che ha lasciato le sue tracce nella sensibilità di Elvis tanto da incidere “Wooden Heart”, facente parte della colonna sonora del film “Cafè Europa”, in cui due strofe sono cantate in tedesco. Ma tracce molto più profonde sono state lasciate nel suo cuore da Priscilla Beaulieu (Brooklyn 24 maggio 1945), figlia di un colonnello della United States Air Force, conosciuta proprio durante il servizio militare in Germania e che sposò il primo maggio 1967 all’Aladdin Hotel di Las Vegas. Attimi di vissuto da rivivere in mostra con ogetti che sono pezzi di vita.
Non solo musica nella vita ma tanto cinema, il mondo di Hollywood scopre Elvis e viceversa, il suo look sempre curatissimo e originale conquista e la popolarità aumenta vertiginosamente. Lo conferma i suoi numerosissimi tour, un delirio continuo, una kermesse che si rinnova su ogni palcoscenico.
Dietro le quinte la vita di Elvis precipita, i continui spostamenti, dovuti ai concerti frenetici, lo portarono a trascurare sempre di più la moglie Priscilla e la figlia Lisa Marie. Tradimenti presunti e reali fomento il divario fino al divorzio. Una situazione di travaglio affettivo che incide profondamente l’animo di Elvis. Sul lato professionale invece ottiene il suo più grande successo: il 14 gennaio 1973 un suo show tenuto a Honolulu, Elvis: Aloha From Hawaii, venne trasmesso in mondovisione via satellite, raggiungendo un pubblico stimato di un miliardo di telespettatori sparsi in quaranta paesi.
Dopo di allora la stella di Elvis comincia lentamente ma progressivamente a spegnersi: la sua salute psico-fisica peggiora, un’aggressione da parte di un fan che riuscì a scaraventare grazie alla sua conoscenza delle arti marziali peggiorarono le cose. Iniziò a vivere come un recluso, cercava e odiava il contatto con la gente, infine una crescente depressione che lo portò a girare armato di tre o quattro pistole e non era infrequente vederlo in esercizi di kung-fu durante i concerti o le sedute d’incisione inoltre faceva un uso smodato di farmaci. Barbiturici, tranquillanti e anfetamine lo costrinsero a vari ricoveri ospedalieri già alla fine del 1973, come se non bastasse un’alimentazione disordinata lo portò ad ingrassare notevolmente, riducendolo l’ombra di ciò che era stato appena tre anni prima.
L’ultima apparizione dal vivo di Elvis Presley fu il 26 giugno 1977 alla Market Square Arena di Indianapolis ed il nuovo tour sarebbe dovuto iniziare il 17 agosto a Portland. La partenza era prevista nel tardo pomeriggio di quel tristemente famoso 16 agosto 1977 da Memphis, ma quel tour non iniziò mai.
Nella tarda mattinata Ginger Alden, nuova compagna del cantante, trovò il corpo senza vita di Presley riverso sul pavimento del bagno. Il Re fu dichiarato morto alle ore 15: 30. Causa della morte: attacco cardiaco. Aveva solo 42 anni.
Un giorno che verrà ricordato a Soprabolzano con una serie di eventi come esecuzioni dal vivo, e un annullo il francobollo, emesso nel 1993, data in cui Elvis avrebbe compiuto 58 anni, best-seller dei bolli commemorativi negli Stati Uniti con 500 milioni di copie.
Da quel drammatico giorno un pellegrinaggio continuo alla sua tomba, pubblicazioni che si moltiplicano, eventi, ricordano e immortalano Presley nella leggenda. Una leggenda ora ripercorribile nel percorso espositivo di una mostra capace di dipingere i momenti più salienti della vita di Elvis, di accarezzarne il fascino, di riviverne il ricordo grazie ad un allestimento sobrio ed esaustivo.
Dopo la mostra un momento di relax al Cafè dove possiamo gustare uno dei Elvis Shake: Elvis, Priscilla e Lisa Marie: pera o pesca e note leggermente alcole per i primi due, avvolgono il palato con pennellate morbide dal retrogusto … rock. Un ottimo modo per lasciare la mostra brindando al suo successo.

di Antonella Iozzo ©Riproduzione Riservata 
                   (26/07/2013)

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