Coll, fascino e tradizione

Xavier Coll . L’anima scopre nuove dimensioni e si schiude alla chitarra barocca a cinque corde. 

Xavier CollBarcellona (E) – Emozioni sotto il segno della cultura al Palau de la Musica Catalana di Barcellona: cuore della tradizione, anima della storia. Costruito tra il 1905 e il 1908 dall’architetto Lluís Domènech i Montaner, come sede della Società Corale Catalana, è il simbolo più autentico di un popolo che vive e s’identifica fortemente con la propria essenza, un passato in cammino nelle traiettorie del futuro.

Nella splendida sala da concerto, unica sala modernista patrimonio UNESCO dal 4 dicembre 1997, le forme del modernismo catalano creano suggestioni per gli occhi e arabesque armonici per i sensi, è una continua seduzione architettonica che si apre in ventagli cromatici, in rilievi e bassorilievi dalla tematica musicale, un inno allo spirito nelle valenze della vitalità catalana.

Una sala come un ideale abbraccio tra millenarie tradizioni, realtà odierna e visoni proiettate verso il futuro, in cui la vita concertistica nazionale e internazionale della città è un flusso effervescente di stelle che sul suo palcoscenico hanno scritto il firmamento della grande musica, basta citare la Filarmonica di Berlino, con Richard Strauss, Herbert von Karajan, Claudio Abbado e Mariss Jansons, l’Orchestra Filarmonica di Vienna con Carl Schuricht, Karl Böhm, Zubin Mehta e Leonard Bernstein , l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, con Eugen Jochum, Antal Dorati e Mariss Jansons, la Filarmonica di Israele diretta da Zubin Mehta, senza dimenticare poi, compositori del Novecento come Maurice Ravel, Sergei Prokofiev, Igor Stravinsky, Manuel de Falla, Arnold Schoenberg che hanno animato il naturale pulsare di questa sala con le loro composizioni.

Fondale prestigioso alla programmazione attuale del Palau, un mosaico di stili e generi differenti che riaccendono quotidianamente i riflettori sulla tradizione innovativa del creare forme d’Arte in movimento e scenografica dimensione per il concerto del chitarrista Xavier Coll: perfetta sintesi di fascino e rigore.
Un viaggio sulle corde del tempo saggiando il lirismo della Vihuela (XVI), l’impeto della chitarra barocca (XVII-XVIII), la poesia della chitarra romantica (XIX), il magnetismo raffinato della chitarra spagnola moderna.
La ricca e vibrante interiorità di Mudarra,compositore con il quale Coll apre il concerto, si libra nell’aria grazie al nitore della tecnica, rivelando mente e cuore, è semplicemente Vihuela. Bagliori di note che dipingevano le nuances di “Pavana de Alexandre y gallarda, Fantasia “

Barcellona Palau MusicaL’anima scopre nuove dimensioni e si schiude alla chitarra barocca a cinque corde, strumento derivato probabilmente da una contaminazione fra la cortese vihuela e la chitarra. Colta e popolare scopre suoni materici come strappate di accordi o il rasgueado per poi volteggiare in raffinatezza ed eleganza. La musica di Sanz ne è la perfetta espressione: sfrenata vitalità delle danze e antica maestosa malinconia, e Coll ne ha fatto emergere, con adeguato spirito, l’oceano di sentimenti riflessi nei ricami delle note.

Il sogno incontra la chitarra romantica e autori come Sor, si aprono al mondo con le “Variaciones op.9 sobre un tema de “La Flauta màagica” seguite da “Tres seguidillas”. La lettura di Coll riesce a rendere con proprietà stilistica la bellezza di queste musiche.

La seconda parte è interamente dedicata alla chitarra moderna con autori come Albéniz, Rodrigo, Tárrega. Intensa musicalità e languida sensibilità che si scioglie in sinuose linee, mai virtuosismo fine a sé stesso ma un’esecuzione sapiente nel rispetto delle singole composizioni. L’afflato spagnolo pulsa e illumina la forza poetica ridefinendo, in queste interpretazioni la bellezza del suono.

Coll, preciso nella scelta delle sonorità rinsalda le tante sfumature anche attraverso la voce, fin dall’inizio del concerto. Sono romanzi vocali fluidi e intimi che implodono in un’onda di sentimento misto a passione in “Granada”, coinvolgente bis che lascia cadere la notte sull’ardente, impeccabile, interpretazione di Xavier Coll. “Chitarra, cuore trafitto da cento spade” come scriveva l’immortale Garcia Lorca.

   di Antonella Iozzo
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   ( 21.03.2012)

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