Placido Domingo

Placido  Domingo
Quarant’anni di Arena
Sui palcoscenici del mondo scorrono i rapporti internazionali  

    

Placido DomingoVerona – Tokyo, la comunicazione sotto il segno della musica accende i riflettori sull’evento clou dell’87° Festival Lirico di Verona: i 40 anni di Arena  del tenore spagnolo Placido Domingo, che saranno festeggiati il 24 luglio con una serata di gala. Un evento di respiro internazionale e di grande fascino attrattivo al quale Tv Tokyo Corporation desidera unirsi organizzando una memorabile manifestazione nel febbraio 2010 proprio nella metropoli nipponica per celebrare il 45° anno di attività dell’ente televisivo.
Sui palcoscenici del mondo scorrono i rapporti internazionali e la “diplomazia musicale” esegue la sua sinfonia per una cultura produttrice dei geni della storia avvenire.
Alla conferenza stampa di presentazione chiediamo ad un disponibile e cordiale Domingo, cosa ricorda e cosa ha rappresentato il debutto in Arena?
1969 -2009, sembra appena ieri ma sono passati 40 anni da quando appena ventottenne interpreti Calaf nella Turandot di Puccini accanto al soprano svedese Birgit Nilsson e ancora oggi sento che  c’è l’emozione, l’energia, la commozione di allora e che segnato ogni mia  apparizione all’Arena. Un debutto che lascia il segno, credo che abbia fatto circa 50 interpretazioni e avrei voluto farne molte di più, ma stiamo già lavorando per il futuro.  

La Tv di Tokio celebra 45 anni d’attività celebrando Domingo con due serate straordinarie, il 13 febbraio 2010 la replica del gala e il 14 dirigerà invece l’Aida , è solo l’inizio?
Tokio è una metropoli con un forte senso culturale, ed un’ effervescenza musicale strepitosa. La gente è sempre più interessata alla vita musicale e Tokyo risponde con una contemporaneità di eventi ad altissimo livello dalla lirica, al balletto alla sinfonica. Quindi è naturale pensare che eventi come questo del 2010 si potranno ripetere interagendo sempre di più anche con Verona.   

Placido Domingo e i giovani cantanti lirici, progetti, idee speranze…
Ho due gruppi alla Washington National Opera e alla Los Angeles Opera dove sono direttore generale, un altro sta ascendo a Valencia. Ci credo molto nei giovani e nei concorsi, oggi possiamo dire che circa il 70% dei grandi nomi della lirica proviene dai concorsi, dagli stage. Da sempre è un mio desiderio poter facilitare la strada ai cantanti giovani, se la mia collaborazione con l’Arena continua sarebbe molto interessante intraprendere un progetto di questo tipo. E’ un posto ideale e gli artisti avrebbero la possibilità di usufruire di lezioni magistrale visto l’alto livello artistico – musicale dei maestri che ogni anno si esibiscono su questo palcoscenico unico al mondo.

La sua disponibilità è straordinaria, un musicista che conserva ricordi e gratitudine, in particolare?
Nella musica s’impara tutti i giorni e da tutti. Osservo continuamente cantanti, direttori, registi e a tutti sono debitore, ma in particolare ai miei genitori che cantavano e quindi predisposto alla vita da teatro, si sono doppiamente debitore a loro perché mi hanno dato la vita e la vita artistica, e poi mia moglie che da 47 anni mi sta accanto è una grande guida per me, è molto critica e severa nei giudizi, mi ha insegnato tante cose.  

Ho assistito alla rappresentazione della Carmen il 9 luglio scorso e nella relativa recensione fo affermato: << una direzione che è cuore e pensiero >> . Quanto può o deve essere razionale, cerebrale una direzione e se cantare non può essere disgiunto dal recitare quanto trasporto, quanta passione c’è nell’interpretazione del tenore?
L’interpretazione è molto personale, nella direzione poi bisogna trasmettere ai musicisti qualcosa che vada nel profondo, che tocca non solo la ragione, bisogna trovare un motivo in ogni battuta. Nella musica, può succedere che la stessa persona sia diversa da una recita all’altra, è la magia di ogni notte , quella che rende l’opera unica  anche con gli stessi interpreti e lo stesso direttore. Io non ho mai potuto non mettere davanti il cuore e per un direttore d’orchestra è più difficile  perché il direttore pensa la musica un attimo prima che venga interpretata e nel momento che la senti è già passata, devi sempre anticipare ed i musicisti devono leggere percependo l’intenzione del direttore questo rende essenziale la tecnica.  

Qual è la differenza sostanziale fra la situazione lirica italiana e quella internazionale?
La situazione è molto  simile, anche negli Stati Uniti per esempio dove l’aiuto è privato. Questo è un periodo di crisi globale, si deve pensare a spendere meno cambiando le idee, ci vogliano anche le coproduzioni, bisogna essere cauti nelle spese, ma penso comunque che sia una fase passeggera. Per me la lirica vivrà per sempre.  

L’esibizione di un giovane artista in teatri come il Metropolitan è un punto d’arrivo o di partenza?
Un artista che riesce ad esibirsi al Metropolitan, al Convent Garden o all’opera di Vienna   ha raggiunto l’eccellenza qualitativa, sono referenze prestigiose che ti aprono le porte della lirica.    

 

di Antonella Iozzo © Produzione riservata
         ( 24/07/2009 )

Immagine:  Sheila Rock  

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