Uri Caine Trio: la passione, il talento

Viaggio nel jazz: melodia, accordi, arrangiamenti, improvvisazioni
 

UriCaineBassano Del Grappa (Vi) – La pulsione jazz di Bassano al castello degli Ezzelini esplode con Bassano Jazz Festival, una nuova pagina musicale per OPERAESTATE, nata dalla collaborazione tra Operaestate Festival Veneto ed il Panic Jazz Club di Marostica. Dal 10 al 14 luglio nel  suggestivo cenerario del castello si alternerà John Scofield Hollowbody Band, Brad Melhdau Band, Uri Caine Trio, PAF – Paolo Fresu Trio e Joshua Redman & The Bad Plus, per cinque serate che abbracciano tutte le sfumature del jazz.

 

Il 12 luglio sotto un cielo capriccioso, la musica firmata Uri Caine Trio con  John Hébert al contrabbasso e Clarance Penn alla batteria.

È il jazz newyorkese ad animarsi sul palcoscenico, è la morbida cadenza della nostalgia che sin dalle prime battute scivola nel profondo, a scolpire il feeling che genera quel canale privilegiato tra la voce del jazz i musicisti ed il pubblico.

Il pianoforte con Uri Caine libra di personalità accattivante, di professionalità, di equilibrio tra

alcuni elementi del passato, come lo swing, e le  geometrie di un linguaggio contemporaneo libero da strutture convenzionali.

Caine con estrema abilità virtuosistica ed espressione lirica fonde influenze diverse, decostruisce, crea atmosfera insieme ad una sezione ritmica che ha continuamente generato forza propulsiva. Numerosi i brani eseguiti, molti tratti da “Siren” in un susseguirsi di emozioni che danzavano sulla tavolozza timbrica: nuances blues, risvolti di piano stride, pause rarefatte. Ampi respiri di sensualità musicale e vitalità  vibravano di dinamicità con il duo Hébert- Penn che segue Caine nei numerosi stacchi previsti dagli arrangiamenti, interiorizzati tanto da non dover leggere una sola nota.

È semplicemente straordinario come continuamente riescono a seguirlo  nello spiazzante gioco improvvisato di scarti dinamici e di andamento. L’ottimo senso del contrappunto di Hébert e  la leggerezza felina con la quale Penn controlla le  dinamiche riescono a stabilire con il leader una connessione perfetta e notevole nella bellezza del suono.

 

La musica scivola, s’insinua nella percezione sensitiva di un pubblico attento e ci lascia sospesi nella purezza del suono degli interventi solistici, grazie al fraseggio raffinatissimo, coinvolgente, espressivo del  bassista, e alla vorticosa energia, armonicamente intelligente, del batterista.

Uri Caine, poliedricità intellettiva tesa ai massimi livelli, fa intrecciare singole note con intere cascate sonore di assonanze e dissonanze. Velocità, incursioni avanguardistiche, colpi martellanti che fluiscono magicamente in una flessuosa delicatezza, ogni cosa è pensata cuore e mente nell’intermezzo del pianoforte.

 

Un viaggio nel jazz: melodia, accordi, arrangiamenti, improvvisazioni e la capacità di sorprendere, elementi che ci inducono verso un ascolto trasognato di trasparenza ed espressività. Un vortice di autentica vena jazzistica che si evolve tra gli assoli di Hébert e Penn, grande bellezza e maturità strumentale, ed il fraseggio di Caine dove ogni elemento è controllatissimo e fittissimo, ritmicamente incalzante e molto denso sul piano armonico, ma l’emozione si fa luce a ogni battuta come linee improvvisamente guizzanti, quasi liquide che sembrano poi destrutturarsi, scomporsi e ricomporsi in un caleidoscopico gioco di suoni e silenzi. Il pubblico è attento e concentrato, quasi rapito ed esplode in entusiastici applausi. Uri Caine Trio, la passione nella forma del talento.

 

 

di Antonella Iozzo © Riproduzione
              (16/07/2012)

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