Collisioni Impact. Cultura in tutti i sensi

Collisioni Impact. In questo contesto non poteva mancare il Progetto Wine and Food a cura di Ian D’Agata. Tre sale dedicate alle degustazioni non stop. Protagonisti assoluti i numerosi Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Barbera, Moscato, Arneis, Gavi e altri grandi vini piemontesi
di Antonella Iozzo

Collisioni-Ian-DagataBarolo (CN) – Collisioni impact, onda d’urto culturale che per quattro giorni dal 18 al 21 luglio ha investito Barolo, lasciando dietro di sé una scia di verve, di vitalità contagiosa, di allegria. Rendez-vous intellettuali, confronti, presentazioni in una vera e propria kermesse estiva che ha condotto, nelle varie piazze una moltitudine di turisti, estasiati dal fermento musicale o forse più dai profumi dei numerosi stand di street food dislocati lungo il percorso. La cittadina è in festa, una fiumana di persone scivolano tra le vie, degustano, ascoltano, si lasciano vivere dal momento, vero protagonista di un sussulto culturale che non ha limiti. Fortunatamente troviamo lo stand del Caffè Vergnano, per un caffè intenso e travolgente che risveglia la mente rilasciando tutta la calda energia del suo aroma. Caffè Vergnano per l’occasione ha creato una elegante confezione di Caffè 100% Arabica, moka, sulla quale campeggia la scritta “Collisioni Harvest”, per gustare ogni giorno comodamente a casa, la migliora armonia del caffè.

Il parterre molto ricco con James Ellroy, Jonathan Coe, Jeffery Deaver, Gad Lerner, Marco Travaglio, Mario Biondi, Carlo Lucarelli, Gianni Riotta, Michele Serra, Dario Fo, solo per citarne alcuni, ha offerto traslazioni di pensiero, sintesi e antitesi di realtà discordanti e opposte, quanto simili e figlie della stessa strategia dilatata nelle varie epoche. Musica, letteratura e arte con la mostra fotografica su Frida Kahlo Una vita per immagini, circa 80 istantanee sulla sua vita che colgono il temperamento passionale, la sua grande umanità e ciò che l’occhio non vede e che l’obiettivo scruta, la profondità della vita, la sua vita.

L’edizione 2014, Harvest, ha preso il nome dalla canzone più celebre del poeta del rock canadese Neil Young.
Harvest ovvero “Il Raccolto” di tutto ciò che l’uomo è riuscito a seminare nel suo percorso professionale, interiore e sociale. Idee divenute sostanza, progetti realizzati in solide realtà, prospettive che hanno ampliato gli orizzonti. Raccolto che soprattutto in Barolo assume il carattere della Vendemmia, riconducendoci al mondo del vino, al rapporto strettissimo con la terra, con i tempi, che questo meraviglioso mestiere richiede per poi ricompensarci con la preziosità dei suoi frutti.

E in questo contesto non poteva mancare il Progetto Wine and Food a cura di Ian D’Agata. Tre sale dedicate, degustazioni non stop e in contemporanea. Protagonisti assoluti i numerosi Barolo, Barbaresco, Dolcetto, Barbera, Moscato, Arneis, Gavi e altri grandi vini piemontesi. Molte le corrispondenze di sensi che hanno stimolato il gusto come il dolce Moscato e la Torta di Nocciola IGP di Cravanzana o il Barolo e il re dei formaggi, il Castelmagno, nelle diverse stagionature, e ancora il Torrone d’Alba, le pizze d’autore dell’università della Pizza, cucinate dai migliori chef, il Friuli Venezia Giulia con i grandi bianchi e il San Daniele, e la Lombardia con le bollicine di Oltrepò Pavese.

Più di 50 esperti provenienti da tutto il mondo, da Stephen Brook a Charles Curtis, da Young Shi a Arunas Starkus, da Steven Spurrier e naturalmente Ian D’Agata e tanti tanti altri ancora, hanno condotto il numeroso pubblico dentro il calice, scoprendo attraverso il colore, i profumi, il gusto, la tradizione e lo stile di ogni produttore.

Particolarmente interessanti “I vitigni autoctoni piemontesi”con Ian D’Agata e Stephen Brook che ci hanno introdotto nella fascinazione dei terroir, nel carattere di particolari vitigni come la Nascetta, la Gava , il Ruchè, un patrimonio da custodire e tramandare, perché essenza delle nostre origini. Altro vitigno autoctono Il Dolcetto, al quale sono stati dedicati diversi incontri e degustazioni, in compagnia dei produttori . Una vite che da sempre ha accompagnato le fortune e la miseria della gente di campagna, infatti, i suoi frutti, dolci e maturi, erano anche adatti alla produzione di una speciale marmellata, la cognà. Era inoltre merce di scambio con la Liguria: dalla regione costiera ci si approvvigionava di olio, sale e acciughe, ingredienti base di uno dei piatti più famosi del Basso Piemonte, la “Bagna Caoda”. Ma soprattutto è materia prima per un vino dalla facile beva, conviviale, di tutto pasto, leggero e schietto. Sono queste le caratteristiche primarie che abbiamo avvertito saggiando il Dolcetto 2013 dell’Azienda Vajra, passione pura, freschezza e pulizia, morbidezza e irruenza mitigata in quello dell’Azienda Berton annata 2012, foriero del suo spirito vivace quello di Brezza. Le tante facce del territorio, i diversi tempi di una sinfonia, le differenti melodie dei produttori.

La Fascinazione del vino emerge vigorosa ed elegante nelle degustazioni di Barolo e Barbaresco, della Barbera, del Nebbiolo e Roero e nell’incontro “Il Nebbiolo alla conquista dell’oriente” tematiche economiche , culturali e sociali che intervengono e contemporaneamente interagiscono con l’export del vino.

Il mondo del vino è entrato in scena, la platea, entusiasta, ha apprezzato e degustato, gli ospiti si danno appuntamento al prossimo anno.

L’impatto travolgente di Collisioni 2014, ha lasciato sul campo cuori rigonfi di frenesia intellettiva, occhi assonnati, papille gustative smarrite nell’alchimia dei sapori riflessi di quotidianità, quella dipinta dalla musica e dalla parola e riflessioni all’alba dei giorni avvenire.

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  29/07/2014)

 

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