Fontanafredda, wine story, wine style

Fontanafredda wine story, wine style. Un capolavoro di cultura nel firmamento del vino. Come un romanzo si apre con la fascinazione delle sue origini. Tradizione ed innovazione non all’antitesi ma sintesi di una filosofia aziendale che guarda al futuro.

di Antonella Iozzo

Fontanafredda-byluongoSerralunga d’Alba (CN) – Fontanafredda wine story. The harmony, the celebraty, the tradition. Terroir di una cultura che dall’arte alla storia, dalla letteratura alla politica rivela la sua natura in un calice di vino. Il passato, il presente, il futuro, l’evoluzione del tempo inizia da Fontanafredda.

Nel comune di Serralunga d’Alba,  wine style at its best, ovvero, Fontanfredda, una dolce visione che seduce i sensi e diviene esperienza multisensoriale per ogni ospite con i suoi 160 ettari di superficie di cui 130 a vigneto.

Arrivando a Fontanafredda, le dolci vigne, il bosco sullo sfondo, la Villa Reale, le cantine, ogni cosa racconta secoli di vissuto nelle dinamiche di un domani che rilascia ogni giorno le sue cadenze. Un piccolo villaggio, dove agli inizi del ‘900 vivevano circa 500 persone che lavoravano in vigneto o in cantina. Una solida realtà che continua preservando il principio dell’integrazione sociale e il Borgo continua ad essere abitato da12 famiglie di dipendenti.

Un villaggio da fiaba con tanto di tabaccaio, panettiere, una piccola “Cappella Reale” e il centro ricreativo fondato da Emanuele di Mirafiore per i lavoratori.

L’architettura rimanda al Regno Sabaudo per le tipiche righe ocra e marrone che contraddistinguevano le loro proprietà. Geometrico e lineare decor che flette gusti e tendenze e identifica la storia con una realtà che ne rilascia nelle sue varie declinazioni l’identità e l’autenticità. Effetto storico capace di diventare icona e simbolo di Fontanafredda tanto da essere riportato sulle etichette delle bottiglie.  L’unico edificio in mattoni, invece, è palazzo Madama costruito nel 1927, era considerato estremamente moderno, per l’epoca, avendo già al suo interno i servizi igienici.

Spazialità che diviene piattaforma di comunicazione aziendale, con moderne sale meeting, dotate di tutti i servizi e i confort, per conferenze, incontri, dibattiti circondanti dallo splendido paesaggio Fontanfredda.

Fontanafredda-bosco-dei-pensieriFontanafredda wine story. Come un romanzo si apre la fascinazione
Come un romanzo Fontanafredda si apre con la fascinazione delle sue origini, quando la cantina si chiamava “Casa Vinicola Emanuele di Mirafiore”, dal nome del figlio maschio, secondogenito, di re Vittorio Emanuele II e della “Bela Rosin”, divenuta Contessa di Mirafiore e Fontanafredda.

Una storia d’amore viva e pulsante che innesca situazioni inaspettate sul borderline culturale del tempo. Relazioni pericolose s’intrecciano a stilemi del tempo, tutto è concesso al regale desiderio. Potere e passione s’inarcano in prospettive prevedibili e lasciano ai posteri le conseguenze politiche, economiche e sociali. Se l’amore chiama Sua Maestà risponde, amorosi sensi che s’innestano alla vita nelle sue complete evoluzioni del piacere che immancabilmente confluisce in un wine passion.

Dal prologo ai fatti: Il re Vittorio Emanuele II, futuro Re d’Italia, incontrò Rosa Vercellana nel 1847, nel parco del castello di Racconigi e se ne innamorò a prima vista, nonostante le sue umili origini e la sua età, 14 anni lei, 28 lui.

Alla morte della regina nel 1851, l’intrepida relazione diviene amore baciato dal sole, nascono due figli: Vittoria ed Emanuele Alberto. La “Bela Rosina” continuava, però, a rimanere sui primi gradini della scala sociale fino a nuovo impulso che la proiettò ben presto in cima o quasi. Nel 1858, il re, su suggerimento del Primo Ministro Camillo Benso Conte di Cavour, acquistò la tenuta di Fontanafredda come dono da regalare all’amante preferita insieme al titolo di Contessa di Mirafiore e Fontanafredda, “Miraflores” era una bellissima tenuta reale con castello a Torino.

Fontanafredda divenne la tenuta di caccia del Re, il lussureggiante bosco e la sorgente sotterranea presente nel parco, la rendevano luogo ideale e particolarmente suggestivo. Ancora oggi nei 12 ettari di bosco la quiete musicale che si respira è un continuo rimando alle bellezze paesaggistiche del luogo. Inoltrarsi nel “Bosco dei Pensieri”, attraverso un percorso di 12 tappe, con aforismi di poeti e scrittori, da qui il nome, e lasciarsi andare al dolce naufragare della mente, è ritrovare se stessi, l’armonia della natura in un istante senza tempo. Natura e sfumature scientifiche tessono il tessuto connettivo con la curiosità intellettiva e scopriamo che alberi secolari, flora e fauna del territorio sono stati abilmente censiti e descritti. Aurea romantica all’ingresso del percorso con il Lago dei Cigni, uno specchio d’acqua che distende i nostri pensieri nel dolce fluire della sua superficie, quasi epidermide di un ricordo in divenire. La location moderna e informale con vista sul lago diviene di conseguenza perfetta per eventi suggestivi che lasciano il segno, grazie all’impeccabile tocco dello chef Alciati. Party glamour o easy, è sempre un successo sul fil rouge dell’esclusività.

Sorprese che si aprono come un libro di storia con uno scrigno da brivido… la Ghiaccia. Realizzata nel 1881, era il frigorifero della Villa Reale. La sua architettura sferica rivela l’uso dell’epoca: al centro venivano accumulati i blocchi di ghiaccio del laghetto e la neve per conservare perfettamente ogni tipo di alimento, frutta e verdura nelle nicchie laterali,  a stretto contatto con la parte più fredda,  la selvaggina, i formaggi e i salumi. Dinanzi a nostri occhi questo luogo si rivela carico di memoria e di fascino. Un’antica dispensa mutatesi nel tempo in cantina per le annate più prestigiose degli spumanti Metodo Classico. La curva morbida che abbraccia i vini giunge fino alla nostra sensibilità risvegliando l’immaginazione e vestendola di sentimento e dolci allusioni. Non è un caso, infatti, se è proprio qui che Fontanafredda molto spesso organizza piccoli eventi con musica dal vivo per lirici accordi tra bubbles e feeling inattesi.

La lungimiranza del figlio del Re, Emanuele Alberto, punta verso nuovi orizzonti e tramutò ben presto il bosco, almeno in parte, in vigneti. Ci troviamo nel cuore delle zone del Barolo, il vino Barolo era stato scelto, inoltre, come vino della corte, quasi una vie en rose di questo nobile vino che lo condusse al successo internazionale. Fare vino diventa uno stile di vita, che va oltre la semplice produzione, implica dedizione, convivialità, coesione sociale, imprinting economico, Emanuele ci crede e porta avanti un progetto del quale non vedrà i frutti, muore a soli 43 anni. 

Fontanafredda wine story. Le generazioni cambiano

Chef Ugo Alciati, Guido Ristorante presso Tenuta di Fontanafredda - Serralunga d'Alba 12050

Le generazioni cambiano e non sempre i posteri riescono a continuare la mission, il figlio Gastone, infatti, non ha eredito la stessa passione e determinazione del padre e gli eventi negativi che segnano profondamente quegli anni, come la crisi economica del 1929, e la tremenda fillossera, malattia che colpì le viti d’Europa nel 1928, incisero sul decorso aziendale tanto che nel 1932 l’azienda venne venduta al Monte dei Paschi di Siena, proprietaria fino al 2008, quando fu acquistata dagli  imprenditori Oscar Farinetti e Luca Baffico, fondatori di Eataly.

A Fontanafredda, dove l’occhio posa il suo sguardo, l’immaginazione incontra l’istinto di esplorare, la pelle della storia. È una storia che avanza e continua ad affascinare come un calice di Barolo che sorso dopo sorso rilascia la sua lenta ma costante evoluzione carica di terroir e calore.

Davanti alla Villa Reale, in un tipico stile austriaco, la bellezza sopita sui muri inscena la favola a lieto fine della bella Rosin. È qui che il Re e Rosa trascorrevano le vacanze insieme agli amici cacciatori. Il piacere del convivio non ha epoche anzi è il trait d’union tra ricami di parole che intrecciano dialoghi tra buon cibo e buon vino. Piaceri della tavola che divenivano sfide a colpi di forchetta tra chi riusciva a mangiare e bere in maggiore quantità durante il soggiorno nella tenuta. Le “stadere”, bilance, dove il re e i suoi amici si pesavano all’arrivo e alla partenza e che ritroviamo in cantina, sono una testimonianza che fa sorridere molti visitatori.

Fontanafredda wine and fine gourmet sono l’evoluzione di un concept che in questi ultimi anni ha preso le forme del Ristorante “Guido”, una stella Michelin. Scrigno gastronomico dei fratelli Alciati, la tradizione, la freschezza, la stagionalità a km0, grazie all’orto biologico all’interno della tenuta, sono le prerogative di una cucina piemontese che riverbera di gusto e di memoria.

È una dimora dove aleggia una magica alchimia di stile capace di permeare d’eleganza l’ambiente.  Varcata la soglia, la sala ristornate con cucina a vista preceduta da zona aperitivi è un mix tra l’allure del tempo e il design contemporaneo, ma è il primo piano a suscitare un impatto profondo sui nostri sensi. L’estetica gestisce lo spazio cadenzato da morbide sedute, da candelier sontuosi e foto d’epoca.  Nelle diverse sale, il rispetto per la storia emerge da scelte oculate e mai invasive che dialogano con il preesistente. Le sale museo, poi, ovvero la camera da letto del Re e della Rosina preservano la bellezza antica, originalità e restauro filologico viaggiano all’unisono. Un affresco armonioso che dal palato alla vista coinvolge ogni senso.

11 camere compongono la Forestiera, per vivere appieno tutte le emozioni di un sogno tra l’essenza del vino e il fascino della storia, il moderno che avanza e il presente che con-vibra di autenticità. Relax, comfort e sfumature luxury che ben presto si arricchiranno di nuove 14 camere, sopra la Fondazione Emanuele di Mirafiore. 

Fontanafredda-BOTTI_REFontanafredda wine story. Carezzevole soft touch del vino
Carezzevole soft touch del vino in un angolo di mondo capace di esprimere l’arte del vino e il suo valore fuori dagli schemi. È una cultura da ascoltare e assaggiare con intelligenza e curiosità. La visita alle Cantine di Fontanafredda apre le porte a questo meraviglioso paradiso di-vino.

La Cantina Cattedrale così chiamata per la forma del soffitto era il vecchio fienile dell’azienda agraria. Ed qui che troviamo l’aura magica del vino intorno alle 42 botti in rovere di Slavonia di ben 40 anni, che per le loro qualità intrinseche mantiene inalterate la fragranza e la qualità dell’uva nebbiolo, ed è proprio qui, che inizia il lungo periodo di affinamento: cinque anni.

La Cantina successiva era la vecchia scuderia, ora una delle bottaie più lunghe d’Europa, troviamo barriques e botti di grandi dimensioni Si srotola come un lungo tappeto sonoro, dove le diverse tonalità del vino compongo una partitura abilmente orchestrata in fragranze e profumi dati dalle botti di rovere francese che rendono i vini più dolci e rotondi grazie alla sua tostatura. Il legno, il vino e il gesto dell’uomo una triade perfetta, in grado di regalare grandi emozioni, basta saperla vivere sorso dopo sorso. Now step by step scopriamo dei fori nella pavimentazione costruiti nel periodo di Emanuele Alberto, per travasare il vino dalla cantina superiore alla cantina inferiore, usando solo il peso gravitazionale, metodo ancora usato.

La cantina Mirafiore è la cantina originaria della tenuta, un ritorno al passato testimoniato dalle sei botti appartenute al Re e non più utilizzate. Quasi un piccolo museo che rivela segreti e tecniche come il sostegno in mattoni sopra di cui le botti vengono appoggiate, indispensabile, perché sotto di esse, il cantiniere accendevano bracieri per alzare la temperatura del vino e favorire la fermentazione malolattica.

I vini portavano il marchio Mirafiori, nome originario dell’azienda, prima che fosse trasformato in Fontanafredda, venduto nel 1929 alla famiglia Gancia di Canelli. Marchio acquistato nel 2009 dagli attuali proprietari. Nella Cantina Mirafiori il passato è palpabile, è un vivido frammento di vissuto che si lascia letteralmente percorrere attraverso il tunnel che venne fatto costruire da Emanuele Alberto per mettere in comunicazione le cantine di fermentazione con le cantine di affinamento. Migliorare le condizioni di lavoro è sempre una crescita che amplifica le capacità produttive esattamente come il travaso che un tempo avveniva manualmente, caricando il vino in recipienti di legno chiamate in piemontese “brenta” con la capacità di 50 litri. Ora questo processo è molto più semplice perché è eseguito con l’ausilio di tubazioni.

L’incipit innovativo è sempre stato nelle corde di Fontanafredda e ancora prima nei suoi predecessori tanto che nel 1887 vennero fatte costruire le prime vasche in cemento in Italia, dall’azienda svizzera Borsari, il cemento per le sue caratteristiche, infatti, è un ottimo isolante che può mantenere la temperatura stabile anche nell’alternarsi delle stagioni. Piastrellate nel 1920, per una maggiore igiene, vennero ricoperte da resine alimentari e oggi rivestite di acciaio, sono ideali per l’affinamento di vini da invecchiamento come il Barolo e il Barbaresco dopo il passaggio in legno.

Dalla zona di fermentazioni in acciaio inox alla nuova cantina Mirafiore il passo è breve. Utilizzata per l’affinamento dei vini a marchio Mirafiore, attualmente comprende vasche moderne in cemento e botti in rovere di Slavonia. 

Fontanafredda-ROTONDA-MIRAFIOREFontanafredda wine story. Total living into the time
Soffermarci, invece, sulla Rotonda Mirafiore è quasi d’obbligo. Se è vero che ogni luogo ha un proprio spirito quello della Rotonda Mirafiore parla all’intimo, alla sensibilità di ognuno di noi, rivelando la sua storia e quella di un vissuto costantemente in dialogo con il presente. La forma sferiva avvolge lo sguardo e ci si accorge di come l’architettura diventa creazione e funzionalità.

Un tempo dedicata alla pigiatura e alla fermentazione. Viveva il pathos che la natura e i suoi frutti rilasciavano in quegli istanti di gioia condivisa, quando dalle soffitte laterali attraverso fori, ormai coperti da mattoni, venivano gettate le uve. Le uve cadevano in grandi tini di legno dove venivano pigiate. Connubio di architettura industriale dell’800 con particolarissime volte a vela e atmosfere agreste, è vita che ritorna, è cultura che riscrive la storia di uomini votati al futuro.

Total living into the time. Ed il tempo ricorda le sue tappe più significative nel mondo food and wine. Su una delle colonne dal lontano effetto dorico, una targa ricorda che in questa cantina ebbe luogo la prima riunione del movimento Slow Food, nato nel 1986 a Bra, da un gruppo di amici capitanati da Carlo Petrini.

Nutrimento per il corpo e lo spirito grazie alla perfetta acustica della Rotonda che diviene palcoscenico per grandi eveti ed artisti.
Fontanfredda, un palcoscenico di grandi vini con un plus straordinario vigne che compongono la sua orografia. Splendida visione è Vigna “La Rosa”, coltivata a vitigno nebbiolo atto a Barolo, uno dei Cru più importanti. 5 ettari dove la cura per il dettaglio e la dedizione fanno la differenza. Piccoli accorgimenti e tecniche che puntano all’alta qualità senza compromessi, come il diradamento dei grappoli verdi in eccesso. Inoltre in tutte le vigne Fontanafredda si pratica la viticoltura integrata (un sistema che prevede l’abolizione di concimi chimici ed erbicidi, con l’ausilio di metodi sostenibili meccanici e naturali.

Fontanafredda wine story, wine styleTradizione ed innovazione non all’antitesi ma sintesi di una filosofia aziendale che guarda al futuro, all’eccellenza, alle dinamiche internazionali. Traiettorie che sviluppano progetti a lungo termine, tecnologia, intuizione e sapienza sono alla base di ogni inspirazione.

Focus ambiente con il progetto “VINO LIBERO”, che prevede un marchio di autocertificazione che raggruppa i vini di 12 cantine, accomunati da: abolizione concimi chimici in vigna, abolizione degli erbicidi, abbattimento dei solfiti aggiunti di almeno 40% rispetto al limite di legge.

Menti aperte che ridefiniscono i confini dell’intraprendenza con nuove collaborazioni come quella con l’università di Torino per la selezione dei lieviti autoctoni, provenienti dal vigneto “Lazzarito”, nel comune di Serralunga d’Alba.

Il mercato ha le sue valenze saper creare una compagine di accordi che ne flettono il potenziale è una leva che solca gli orizzonti. Rapsodia contemporanea per il progetto VOLUMI BOLLATI: formati da 0,5-1-1,5l perfetti per la ristorazione, dove la maggior parte delle prenotazioni comprende tavoli da 2-4-6 persone A ciascun tavolo la sua bottiglia. 

Fontanafredda wine story. Fontanafredda wine style
Fontanafredda wine style. Un capolavoro di cultura nel firmamento del vino che si rinnova nel segno della tradizione evolutiva. Pulsazioni d’identità che prendono forma con la Fondazione E. di Mirafiore, un “open space” innovativo con libreria, teatro, bottega del vino. Glam and easy, informale e conviviale, diventa fusion d’intenti e di talenti grazie ad un intenso calendario invernale e primaverile con grandissimi nomi della cultura, della politica, dello spettacolo. Ospiti autorevoli che coinvolgono il pubblico in interessanti dialoghi culturali.
Giocando sul movimento di una visuale prospettica l’ambiente è impaginato in un flusso continuo scandito da etichette Fontanafredda intervallate e grandi nomi del vino e da prodotti di eccellenza del made in Italy. È Eataly, ovunque nel mondo da qui al mondo la qualità che premia il saver faire cultura e gastronomia con lo spirito imprenditoriale del domani.

Dal teatro per performance che stimolano l’intelletto, alla teatralità della cucina a vista per titillare il palato. Sotto il gesto dello chef  Alciati, giovani e valenti chef preparano piatti della tradizione con un tocco di innovazione.  Dal menu del giorno ai grandi classici, il menu è un invito al gusto, alla tentazione di scoprire abbinamenti originali, alla materia prima eccellente. Un esempio? Dalla tipicità dei taiarin ai plin, dai taglieri ai formaggi, su tutto un gelato che parla di morbidezza e leggerezza. Una nuvola che danza nella via lattea della bianca piemontese. Al naturale o con l’aggiunta di frutta fresca il gelato rinasce appagante sapore nel brivido avvolgente della semplicità. 

Fontanafredda-LA-LIBRERIA

Fontanafredda wine story. Be easy con classe
Fontanafredda wine story. Be easy con classe per una degustazione di vini Fontanafredda. Nuance sonore che si aprono con le bollicine Vigna Gatinera Brut Alta Langa DOCG. 100& Pinot Nero fine, elegante perlage seduttivo, quasi eterno garbo nelle note impalpabili di fiori bianchi, pesca e pane fresco.

Per continuare Langhe d.o.c.Nebbiolo Casa E. di Mirafiore, avvolgenza che si eleva dai tannini dolci. Note che ricordano la noce moscata, le foglie di tabacco essiccate, la prugna nera, un velluto sonoro che si evolve nel tempo rimandandoci al carattere delle langhe, gentili e fiere.

Superlativo il Vigna la Rosa Barolo DOCG. Un cru setoso, intenso, profondo. Caldo, con una sapidità in crescendo suggella il finale, con una progressione gustativa ampia e morbidissima. Cuore jazz, anima blues votato al grande charme della sinfonica. Rarefazione musicale che dipinge a grande pennellate la sua intima essenza. Icon, cult, Fontanafredda

Al dessert un Moncucco, Moscato d’Asti DOCG, riflessi dorati che si srotolano con un nastro di luce rilasciando profumi di fior bianchi e quella nota di acidità che invita a nuovi assaggi

Fontanafredda wine story. Finale che riassume la piacevolezza del momento con un Barolo Chinato le Righe, al vino Barolo viene aggiunto un infuso alcolico di erbe e spezie con una base di china calissaja.  China calissaja, cannella, chiodi di garofano, spezie aromatiche in primo piano, sullo sfondo la melodia del Barolo che si accende di passione e vibra di cosmica elegia.
Fontanafredda wine story. L’incanto del luogo, il fascino della storia, l’evoluzione di una magica tradizione chiamata vino.

Fontanafredda
Via Alba, 15 – 12050 Serralunga d’Alba (CN) Italia
Tel. 0173.626.111 – http://www.fontanafredda.it

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (03/07/2016)

 

 

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