Food experience nel segno di Canova

Arte, cultura enogastronomica, territorio, elementi di una stessa partitura perfettamente armonizzata da artisti, chef e operatori del settore in una suite da percepire con tutti i sensi.
di Antonella Iozzo

Possagno-Amorino-di-Dussin-creazione-vincitrice-byLuongoPossagno (TV) – Antonio Canova e Possagno: l’espressione della bellezza, l’incanto del luogo. Un legame che diviene essenza del territorio, origine, cultura, storia, un legame forte e tangibile mantenuto vivo dalla Fondazione Canova, dall’amministrazione, dalla Provincia di Treviso, dai vari Enti e da ogni singolo cittadino, fiero e orgoglioso di essere custode e messaggero dell’Arte canoviana, per il Maestro che qui ha progettato, realizzato e finanziato forse la sua opera più sontuosa e maestosa, omaggio alla sua cittadina, il Tempio: fede, pace interiore, spiritualità si elevano in quel suono del silenzio che percepiamo appena oltrepassato l’ingresso, più che una sensazione, un’autentica verità che esprime tutta la sua forza nel 181° anniversario dalla sua Consacrazione. Suggestivo evento vissuto come un’insolita e coinvolgente esperienza estetica e gastronomica.
Musica, Arte, Cibo un menu da favola sotto il segno di Canova. La serata si apre con il concerto dei Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone. Melodie vivaldiane illuminano d’immenso il Tempio, scivolano facilmente nell’anima del pubblico rinsaldando abilità tecnica e buona interpretazione. È una fluida percezione che ritorna sulle note di Tartini, Salieri, Mozart, fino al conclusivo Rossini, l’orchestra è precisa, armonica, la sua esperienza rimbalza ad ogni attacco, ridando ampio respiro ad ogni pagina musicale, sembra quasi che sia la sua naturale espressività ritmica a dettare il tempo piuttosto che il direttore, che appare segnato dagli anni e dalla fatica, nonostante il suo animo vitale e la sua sincera dedizione musicale Ogni solista dialoga con la musica, traccia un disegno sonoro limpido e leggero, ma è il violinista Francesco Commisso che esprime al massimo l’assoluta purezza del timbro e dell’intonazione.
Musica che celebra l’Arte nella sua poliedrica entità e Arte che celebra i sensi nella loro più completa estensione del piacere. Seguendo queste coordinate ci spostiamo nella Gipsoteca canoviana dove il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana in collaborazione con il Museo e con il Consorzio Marca Treviso, presenta “L’Arte nel Piatto … a tavola con Canova”, un vero Menu Canoviano da scoprire lentamente prima con lo sguardo, poi con il palato solo così ogni sapore sarà gioia visiva ed emozione gustativa.
Visite guidate hanno accompagnato la nostra passeggiata nella dimora delle meraviglie canoviane, è Arte scolpita nella morbida sensualità del marmo, un marmo reso amplesso sonoro, respiro, luce, modulazione di arpeggi che disegnano le figure, i drappeggi, che allentano la tensione plastica e ridefiniscono i volumi. Sublimazione della bellezza che divine feeling comunicativo tra arte scultorea e arte gastronomica, tra le creazioni di Canova e le Isole del Gusto tra il giardino e l’interno del Museo, gesti che s’incontrano e ridefiniscono l’emozione primigenia dell’universo, grazie quindi all’autentica dedizione al lavoro che fomenta il Gruppo Ristoratori della Marca Trevigiana ed il suo Presidente Paolo Fantin, nelle sue parole, nella sua presenza, nei suoi gesti traspare passione, ricerca e amore per la propria terra, qualità che firmano la sua professionalità.
Possagno-Tempio-Canoviano-byLuongoSe il cibo diviene una forma d’arte, le cromie vivaci e i contrasti dei sapori non possono che concertarsi in un originale finger food, dove i prodotti del territorio esprimono tutto il sapore e il sapere del tempo e dei suoi abitanti.
Sono stati sette gli chef trevigiani selezionati da un’attenta commissione presieduta dalla food designer Rosita Dorigo ha firmare per questo prestigioso evento sette raffinate creazioni culinarie. L’Arte entra in scena e il mondo dei sensi riscopre il gusto materico del cibo e la corporea sensitività delle opere scultoree, il tatto, la vista il palato s’integrano vicendevolmente al fine di percepirne l’infinito e di viverlo come un sogno in una sera di mezza estate. È la Dorigo, durante una breve presentazione della serata, a sintetizzare il valore dell’Arte, della cultura enogastronomica, del territorio, elementi di una stessa partitura perfettamente armonizzata da artisti, chef, operatori del settore in una suite da percepire con tutti i sensi, perché è un arte che dal palato seduce la mente e lo spirito e viceversa.
Lo chef vincitore è stato Nereo Dussin del Ristorante Dussin di Piavon di Oderzo (TV), che ha presentato “Amorino” la propria creazione nella sala Carlo Scarpa: morbido e candido calamaro, fresca gelatina al limone, carnosa ciliegia, deliziosa cioccolata fredda nella quale dadini di pane ci riconducevano ai gusti del Canova, alle sue abitudini alimentari dettate anche dalla propria salute. Un viaggio a ritroso nel tempo che inizia da una presentazione essenziale ed elegante capace di ricondurci all’acconciature di sensuali danzatrici per poi naufragare nella sensualità che si scioglie in bocca con il ripieno a base di latte, burro e patate. Solo bianche espressioni di grazia, solo bianche evaporazioni di sensi. Nel giardino della Gipsoteca, gli altri sei chef, ad iniziare da Diana Bertuola Villa Castagna a Nogarè di Crocetta (TV), il cui piatto era ispirato alla “Danzatrice con Cembali”: il piatto si presenta come una coreografia di cromie e forme, danza ritmica che disegna le movenze dell’opera canoviana. La scelta degli ingredienti è un abbraccio al territorio che si estende dal formaggio Morlacco all’olio Asolano, di mezzo lì’inventiva, la creatività dello schef e di Canova una perfetta simbiosi. Gesto scultoreo e pittorico divengono forme da gustare, sfumature di pensiero vestite di miele e morbida spuma d’olio, è ricerca, è gusto, è Arte che chiama Arte. Sinergia di talenti che cambiano l’orizzonte artistico in nuove versioni culinarie come i piatti a base di trota locale di Ivano Camerotto Da Domenico di Lovadina di Spresiano (TV), rosee tentazioni bagnate da una granatina al prosecco rigorosamente di Valdobbiadene, il Superiore si degusta, si sente, si percepisce. Overture che ci introduce al piatto di Stefano Menegon (Da Gerry) di Monfumo (TV), la semplicità degli bigoli diviene intermezzo canoviano per una tavolozza scenografica dalle cromie intense e calde. Sapori decisi anche con gli gnocchi avvolti nella cremosità del formaggio di Piero Pusceddu (Villa Razzolini Loredan) di Asolo (TV), una decisa alchimia di sapori territoriali che svelano l’amore per la buona tavola di Canova come le creazioni di Massimo Sartoretto (El Toulà), e Mirco Migotto (AL MIGÒ) entrambi di Treviso, mosaici di tradizione innovativa che colgono l’estro armonico di Antonio Canova.
Arte chiama Arte e i vini rispondono in coro con il Consorzio Tutela Vini Montello e Colli Asolani DOCG e il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, perlage di qualità e dedizione.
Il sogno canoviano continua con la sua eterna bellezza, è un sogno da vivere e scoprire magari trascorrendo un week end tra Possagno e i suoi dintorni un territorio dove la natura fa rima con cultura e dove il benessere del corpo e dell’anima si distende nell’ospitalità di strutture come l’hotel San Giacomo di Paderno del Grappa a pochi chilometri dalla cittadina canoviana: il piacere di vivere una nuova dimensione di relax e gusto. Lo stile architettonico della facciata richiama la classicità delle forme e il gusto per la sobrietà. Eleganza, confort, cordialità, riservatezza sembrano essere i quattro punti cardinali di un’accoglienza che si protrae, rinnovandosi, per l’intera permanenza.

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (11/07/2013)

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