Giovanni Greco. Abstract evolution

Corrispondenze empatiche legate ad una dilatazione di entità che coglie un processo ri-generativo in puro “Stile Giovanni Greco”. Pulsazioni che registrano i battiti del tempo vitale e del suo articolarsi restituendoci uno sguardo sul contemporaneo.
di Antonella Iozzo

Siderale-Z-ua1Giovanni Greco, living the new dimension. To be the new dimension. Il sogno del figurativo, del classico, del metafisico è il risveglio della mente nelle fibra del reale. Impatto devastante che forma l’idea, fuori dai rigidi percorsi, e ridisegna le coordinate del reale in perpetua trasformazione.
È un vedere con nuovi occhi la forma sfaldarsi sedotta dall’istinto, è migrazione del senso, è evoluzione astratta, è la nuova era di Giovanni Greco.
Coscienza del reale, dimensioni dell’esistenza, vissuto. Un presente che preme con tutta la sua linfa vitalistica nell’estro di Giovanni Greco e nella sua capacità di reazione estetica.
Lo schema figurativo delle sue opere viene infranto a favore di un’urgenza espressiva legata alle sfere più profonde dell’Io. Si tratta di creazioni davanti alle quali ci si accorge a poco a poco di entrare in uno stato empatico – sensoriale, è una vera e propria poetica che accosta semplici segni e pennellate vibranti, volti in background ed evocazioni che danno vita a un articolato contrappunto con lo sfondo.  

Astrazione formale e figurazione reale dai toni chiari e delicati esaltano la potenzialità estetica di Greco. Ecco allora che la superfice pittorica diventa il fondale perfetto per stimoli esterni e sensazioni interne registrati attraverso un ampio ventaglio di elementi. Lo spazio vibrante di sensibilità risulta nitida, linea, forma e colore divengono gli strumenti per un evasione del razionale che coincide con i sentimenti interiori, con le pulsioni dell’inconscio umano. È come se la pittura di Greco divenisse trascrizione emotiva della realtà, una realtà in frantumi, che suscita interrogativi, angosce, inquietudini.
Il supporto di conseguenza divine luogo intimo e nello stesso tempo universale, dove un gioco di corrispondenze tra forma e significato diventa estremamente armonico, nasce una nuova possibilità di relazione tra processo creativo e rapporto esistenziale, tra uomo e ambiente, tra noi e il tempo del presente. La profusione di una costante delinea l’interiore sul quale si muove, un non – luogo della mente in cui la realtà si sfrange in pulsioni del presente. Mai come nell’Arte di Greco i ritmi della creatività è il segno distintivo della nostra società.

perche-rende-imbecilli-chi-incontraPulsazioni che registrano i battiti del tempo vitale e del suo articolarsi attraverso opere che ci restituiscono uno sguardo sul contemporaneo, del quale prevale una narrazione frammentata e molteplice. Il gesto dell’anima coincide con il segno nella spazialità illimitata dell’Arte, è un ampio respiro che investe i nostri sensi e suscita sorpresa o induce alla riflessione. Sembra quasi che l’esperienza artistica di Giovanni Greco, sia un rigeneratore di senso capace di ricostruire evocazioni e visioni, linguaggi e metafore, è un esplorazione lenta e complessa che diventa volo estetico di forme e flussi. Ricerca, come primo step, performance come sviluppo che esprime e racconta la memoria e l’avanzare del tempo. Le sue sono opere d’arte in cui la vita interiore si distende in una continua evoluzione poetica, una leggera, impalpabile, quanto materica essenza dell’essere.

Nell’infinità di questo sentire, un continuo navigare tra forme espressive reinventa il senso più profondo delle proprie radici culturali e di quel terreno fertile che è la creazione. Trama in cui il gesto interpreta, presenta, racconta, insomma è il controcanto di tutte quelle immagini che hanno trovato identità nel patrimonio immateriale dell’umanità.
Forme concertanti la poesia frastagliata della mente, simbiosi artistica carica di effetti simbolici e di traduzioni soggettive nel complesso rapporto con la realtà, quella realtà di ciascuno di noi, immersa nella fugacità del tempo. Così, composizioni del pensiero, segmentati in frangenti atemporali, si collocano come variazioni sensuali e concettuali in cui il senso del reale trova il suo equilibrio in una ricomposta e vitalistica coreografia del segno.

nell-inconsapevolezza-del-annientamentoIn Giovanni Greco, l’ordine sparso dell’emozioni si ricongiunge con lo spazio della vita. Un linguaggio pronto a ricondurci all’implosione dell’energia cosmica tra cielo e terra, una vitalità riassunta per “immagini astratte” da una struttura armonica essenziale, all’interno della quale melodie di pensiero, accordi di verità e incastri della mente creano quel movimento perenne, che coincide con il mutamento, con le intemperie dell’inconscio.
Massima intensità e singolarità timbrica allo stato puro, perché quella di Greco è un’Arte che esce dai limiti dell’opera, invade lo spazio architettonico e reale con una fresca e luminosa fluidità e si lascia respirare. Solo così riusciamo a percepire come i gesti dell’artista e l’azione che li ha generati risultano, anzi, sono inscindibili, percezioni quasi da toccare, da sfiorare, da accarezzare.
Spazio e profondità si semplificano, piani diversi dialogano in una dimensione simbolica che si fonde con il supporto fino a creare un disegno complesso e contemporaneamente semplice e unitario nel quale l’individualità è la linea retta della nostra sensibilità.

Le opere di Giovanni Greco, si distinguono per una straordinaria potenza emotiva, quasi paesaggi lirici, quasi partiture musicali, a volte sviluppate orizzontalmente su una sola linea melodica, a volte sviluppate in maniera più complessa come una sinfonia. Astrazioni musicali tradotte in motivi reali, in segni sottili, in corrispondenze empatiche legate ad una dilatazione di entità che coglie un processo ri-generativo in puro “Stile Giovanni Greco”, astrazione di verità sul borderline del nostro presente.

Ed-e-per-questo-che-bisogna-estirpare-l-imbecillitaNuovo spazio vitale e reale al quale si aggiungono frammenti evocazioni finora confinate nel labirinto dell’inconscio. È una materica suspance sonora in una forma di espressione stilizzata, un’anteprima delle situazioni intrinseche all’Io che interagiscono in un orizzonte di grande poesia. Incantesimo del gesto che divine fascinazione del momento dilatato, catturato, vissuto in una sintesi di stupefacente organicità, è un incedere fluido, libero e che ha la pulsazione e la delicatezza del respiro.  La vita appare in volti diafani, sogni e segni danzano desideri insoddisfatti e speranze celate, quasi una scrittura figurativa – musicale perfettamente ritmata nella consapevolezza timbrica della bellezza nella triade:  sentimento, delicata immaginazione, emozione sottile.
Un sogno vestito di realtà, profonda e complessa riflessione legate all’esperienze maturate, da ciò nasce un rigore compositivo fluido e naturalmente equilibrato, dove persiste una componente ritmica, una dinamica delle forme e una sintesi nel processo di formazione dell’opera che assorbe le fisionomie del reale in uno spazio ordinato come una sequenza musicale.
È come se un ritratto incompiuto in continuo movimento tra tensione e verità aprisse un’inedita prospettiva che traccia un sunto della realtà e una dettagliata mappa delle sensazioni, segreto legame celebrato da Giovanni Greco nelle sue composizioni.

Ogni suo dipinto sembra nascere da una dichiarazione di uno stato d’animo, di una visione della propria interiorità in stretta correlazione con le pulsioni e azioni esterne che continuamente sgocciolano la loro essenza nel sensibile, ecco allora che l’opera di Greco attraversa la luce, interroga lo sguardo dello spettatore ed in quell’istante, dilatato, che la superfice del dipinto staglia la sua stimolazione emotiva ed inconscia, le emozioni investono le intuizioni e lo stato meditativo della mente contempla l’atmosfera terrena e immateriale, sublimata dall’intuizione artistica di Giovanni Greco.

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (14/03/2015)

Giovanni Greco
Giovanni-GrecoNegli ultimi anni mi dedico all’arte astratta, tra il concettuale e l’informale, avendo colmato la mia smisurata curiosità sul figurativo e precisamente sull’arte classica, giungendovi attraverso un travaglio mentale interiore con una teoria scientifico-filosofica della pittura secondo la quale i processi psichici inconsci esercitano influssi determinati sul pensiero, sul comportamento e quindi anche sul modo di dipingere.

Spero un cambiamento in un mondo che a non mi piace così com’è ;

Nelle mie opere cerco di far sentire una vibrazione umana che esalta i sentimenti attraverso la forma, la linea, il colore e l’intenzionalità, dove l’opera stessa viene intesa come risultato dell’incontro tra l’uomo e la natura in un alternarsi di empatia fra la forma pura e la sua complessità.

Tento di analizzare ogni aspetto della vita che mi circonda, la natura dell’uomo e delle cose. Il distacco ritengo sia stato necessario per approdare alla sintesi, adesso, di una realtà più immediata ove il gesto, il sogno non disgiunto dalla razionalità siano i contenuti emozionali a determinare passioni, tensioni e disagi che devono pertanto essere espressi nel modo più libero, spontaneo e violento possibile, al di fuori di qualsiasi schema precostituito e contro ogni regola normalmente accettata.

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