Giuseppe Ravizzotti (Jo). Tensione Creativa

 Giuseppe Ravizzotti (Jo).Tensione Creativa
E’ luce, calore, movimento, è luogo simbolico tra il sotterraneo delle pulsioni e il celeste…Nasce un feeling sensoriale tra l’opera e lo spettatore che quasi accarezza, con sentimento estetico e sensibilità corporea..

 

a cura di Antonella Iozzo

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La tensione creativa di Giuseppe Ravizzotti è un fuoco che arde nel sole dell’ispirazione. E’ luce, calore, movimento, è luogo simbolico tra il sotterraneo delle pulsioni e il celeste del sensoriale. Profondità che s’innalzano al cielo e proiettano su tavola  il gesto deciso, potente, rivelatore di una devozione artistica capace di sublimare e placare il caos primordiale fattosi tenebra, notte, buio. Conflitto necessario all’inconscio affinché si riveli come articolazione del sé interiore e divenga astro nascente, essenza invisibile, bellezza che trafigge l’intuizione di Ravizzotti e incendia la tavolozza cromatica con sequenze ritmiche in grado di avanzare nella trama del tempo.
Complessissime eppure semplici architetture stagliate, fragili e supreme, nel silenzio, quasi una metafora musicale dell’umano magmatico impulso che innerva gli essenziali raccordi del ricordo.  Tutto si rivela, in tal modo, con un’espressività rivisitata di etereo e decostruita con violente pennellate, quasi forze d’urto di un “parlato ritmico e timbrico” che scinde il segno in filamenti emotivi ed esulta nel gesto. Pneuma, corpo primo dell’animo, senso dei sensi, soffio vitale, dinamismo creativo librato verso figurazioni tanto più arditamente danzanti e aeree, tanto più inarcate sulla pienezza del nulla.

Le immagini di Ravizzotti combinano intensità e serenità, irruenza e armonia. Con le loro piccoli dimensioni, i colori accesi e le dinamiche gestuali ci avvolgono in una dimensione di forte carica emotiva per poi trascinarci nella suggestione del pensare per sensi. Da questo nasce un feeling sensoriale tra l’opera e lo spettatore che quasi accarezza, con sentimento estetico e sensibilità corporea, il dialogo tra l’immaterialità veicolata dall’Arte e il reale dell’immagine.

Bellezza fluttuante nel volto astratto dell’espressione che rimanda all’azione dell’artista, ma forse ancora più intensamente al suo grido silenzioso, quello che vorticosamente sale le colline scoscese delle sensazioni più vere.  Trepidi desideri indossati come un sogno di passione, vissuti come un viaggio nei risvolti dell’umano sentire, avvertiti come brividi caldi negli angoli celati del mondo, o negli scorci di un paradiso perduto ai margini delle divagazioni sensoriali.

In uno spazio pittorico in cui l’idea è primo piano e sfondo ed il colore è ponte tra l’invisibile e la pennellata, la creazione si presenta come rigenerazione fisica e spirituale ed estende le sue coordinate armoniche al di là di ogni confine mentale, razionale, logico.
Luce e buio: giorno e notte dell’astrazione artistica di Ravizzotti che offre la sensazione della forma alla percezione intima, alla fantasia, al corpo irrazionale dell’anima, fascinazione perenne di una sola possibile consapevolezza, quella di esprimere una realtà sottostante e originaria, un luogo coscienziale dove le immagini si sovrappongono e i loro contorni si dissolvono nel substrato della memoria. Materia vulcanica che dà alle proprie visioni la timbrica ed i ritmi di una danza, di un gioco di superficie dentro il quale si mescolano sobrietà e severità formale, arguzia e perizia costruttiva, eleganza e pudore estremo.

Le costellazioni di immaginazione e colore della serie “Lampi elettrici” o della serie “Star” disegnano fiamme celesti dagli effetti sorprendenti o tracciano dinamici soffi informali come grandi fenomeni tellurici nella dissoluzione del cosmo.

Fuoco, forza centrifuga e gravità si animano sinuosamente nel gesto di Ravizzotti,  sfuggono come steli filiformi alle onde impetuose del pensiero e si tuffano poi,  nello splendore, a volte velato di malinconia, dell’ispirazione. In questa sonorità, la trasparenza e l’opacità, giocata con i contrasti, galleggia come nubi di corallo nel mare della notte.
Petali di suggestione e selve rampicanti di elucubrazioni dipingono la vita nei toni dell’anima, sono preludi di racconti dove si ritrovano la tensione del gesto, lo stupore dello sguardo, la profondità della percezione.

Movimento, vortici cromatici, sfumature, ma soprattutto stati d’animo, attesa, crepuscoli, quasi un pericoloso viaggio notturno affidato alla pura forza attiva dell’artista. Per mezzo di essa linee e segni sembrano scontrarsi con gli orizzonti che ordinano e racchiudono l’esistenza un istante prima l’atto della creazione.
Gesti di tensione creativa nutriti d’infinito divengono pathos sentimentale in trame di nervature avvolte da forze travolgenti e sensuali che evadono dalla materia indistinta e compongono una bellezza straniera e straniante, una turgida complessità intarsiata da cromie accese, sensibili e vitali come se fossimo sui bordi della serie “World Espace “ o su quella di “Fly Away”.
Sono campiture che lambiscono la geometria del pensiero, che affiancano sogni ariosi e morbidi, che scavano solchi invalicabili tra il desiderio del viaggio ed il risveglio da esso. Skyline di oniriche percezioni e sottili evasioni, di simboliche illusioni e reali situazioni pullulanti parole, intuizioni, respiri contemporanei. E’ come se Ravizzotti volesse raccontare, in una fusione magistrale di emozione e astrazione, la seduzione dell’io.

Sullo sfondo bianco, che altro non è se non lo spazio della memoria, pennellate gestuali e segni ricordano il peregrinare arcano dell’inconscio, viaggio senza tempo, dimensione lontana imbevuta dal respiro di un’evocazione, leggerezza sospesa trattenuta dalla sostanza cromatica.

Un sentimento di eternità, tuffato ai confini dello stupore, accompagna la mano dell’artista mentre traccia avvolgenti segni dentro cui si liquefa un colorismo timbrico prodotto dalla musica dell’intimo pulsare. Spasimo di dolore e di passione che dilatandosi si articola in suggestivi controcanti capaci di produrre un dinamismo solo apparentemente disarticolato, tutto invece, è armonia, accordi frizzanti, scintilli, estensioni, vibrazioni cronometrati e misurati che rendono ogni centimetro del supporto mare aperto, gocce di vita nell’evoluzione dell’anima.
Suggestione di una luce che sembra, inondare ogni sua opera trascinando la fantasia e lo sguardo dell’osservatore in uno spazio che va oltre la superficie del dipinto.
Linee, segni, gesti  sembrano tracciare zone di caos ancestrale al limite della percezione e aprono discorsi che non si esauriscono nel momento estetico ma che arricchiscono l’esperienza di energia vitalistica, una comunicazione sensoriale di forte impatto contente l’essenza stessa dell’opera, imprevedibile e irripetibile vortice di creazione.

Giuseppe Ravizzotti sembra voler rendere visibile l’astratto trasportandoci con il gesto e il colore in un viaggio intimo e interiore, emozionale e sensitivo, inebriante e seducente. Poetica tensione creativa nello splendore della bellezza, fiamma che strida nelle fucine della realtà, eterna dimensione dello spirito capace di collegare la nostra essenza più profonda all’eterno battito dell’infinito.

 di Antonella Iozzo©Produzione riservata   
               (28/01/2011)

Curriculum
Giuseppe Ravizzotti (JO) nasce a Vignale il 22 aprile del 1960.
Oggi risiede a Caltignaga dove lavora e crea nel  “Laboratorio Delle Macchie” della sua casa-studio.Ha un amore per le forme artistiche. Studia chitarra da autodidatta e promuove con alcuni amici momenti di fare musica e di improvvisazione. Da autodidatta, matura una attenzione alla pittura fin dalla fine degli anni ottanta, quando si cimenta nelle prime spatolate su tela con colori rigorosamente ad olio. Si rifà, alla pittura paesaggistica, in principio. Abbandona il piacere della pittura per un lungo periodo, assorbito da incarichi di lavoro professionale pressanti e volti all’organizzazione dell’azienda che fonda nell’ottobre del 1987.

L’inizio del viaggio.
Il 2006 è l’anno in cui riprende a dipingere e le sue influenze, dapprima paesaggistiche e figurative, cambiano rotta e si lasciano contaminare dal fascino dell’espressionismo astratto.

Nel 2008 ha inizio il periodo pittorico che avvicina Giuseppe all’action painting di J. Pollock e all’interpretazione pittorica dell’espressionismo astratto di M. Rothko, De Kooning, Sam Francis, Motherwell, G. Richter, Corpora, Biggi, E. Vedova, lasciando spazio alla spontaneità del rapporto dell’artista con l’opera ed al privilegiato ruolo dell’inconscio nel processo creativo.
Ciò che vuole comunicare con i colori, i tratti, la materia e la combinazione tra essa sono le proprie emozioni, le gioie e le sofferenze che da “dentro” escono prendendo forma attraverso il dipinto, in modo unico ed appassionato, fulcro della sua creatività. Questa passione ed emozioni lo spingono a presentarsi al pubblico, per comunicare ed esprimere la propria anima, sperimentare che “anche le Forme Astratte devono assomigliare a Qualcosa”.
Le sue opere sono un’insieme di strati di materia: colori ad olio trattati a spatola o direttamente “spremuti” , colature di smalti, colori acrilici a spray direttamente e rigorosamente su tavola in legno.

Il Fulcro e la Leva.
C’era un lato di me che non avevo ancora imparato a comprendere. C’era un cuore che aveva alzato barriere d’acciaio inespugnabili, per non soffrire. C’era un arido deserto che avvolgeva e mi soffocava l’anima. Pensavo di aver perso la capacità o il dono d’amare, pensavo di aver intrapreso un cammino senza ritorno verso una inutile meta, indefinita e senza senso. Pensavo di aver perso la gioia di vivere.

Ora, adesso, sono finalmente qui ad accarezzare una nuova vita. A respirare ogni attimo del giorno e della notte, ad emozionarmi e a lacrimare ma col cuore che ama.
Ho imparato a non perdere di vista i sentimenti e l’amore, vero Fulcro e Leva della vita, e stò continuando a farlo. Ho imparato a cercare le emozioni e a donare quelle che ho. Ringrazio gli amici che mi sono stati e mi sono vicini, ringrazio un “cuore” che mi accompagna nella vita ed é fonte inesauribile dei miei pensieri più buoni.

Il Laboratorio delle Macchie
E’ il luogo dove prendono forma le mie emozioni ed i miei pensieri. E’ dove quanto si trova nell’anima fuoriesce per trovare lo spazio dove fissarsi, nel tempo. E’ dove l’impalpabile diventa reale materia attraverso i gesti delle mani, i movimenti delle braccia guidati dal cuore e dall’anima. La tristezza e la gioia, la paura e l’amore sono il canovaccio dell’opera, il percorso emotivo che esalta i colori  la loro fusione, per provocare emozioni e reazioni a chi guarda, per stabilire un contatto che attraverso gli occhi giunga al cuore.

“ Sono latte di vernice, tubetti di colore, olio essenziale di petrolio, essiccante medio, vernice sopraffina per quadri, acqua ragia, pennelli, bombolette spray, legni e acqua, gesso, colla e carta, sabbia e tavola. Semplice materia…il resto é  cuore  e  anima… “

 Tra le mostre alle quali ha partecipato ricordiamo:
2009
GRAN PREMIO MINIARTE 2009 Permanente. Hotel Vedute di Fucecchio (Firenze)
TOSCANA ART FEST 2009 Euro Hotel di Cascina (Pisa) Crystal Palace Hotel di Montecatini Terme (Pistoia) Hotel Vedute di Fucecchio (Firenze)
Partecipazione alla selezione
9° PREMIO NAZIONALE D’ARTE CITTA’ DI NOVARA Salone Arengo del Broletto Città di Novara
Finalista alla Mostra Collettiva d’Arte Contemporanea
LA VOCE DEL CORPO Mostra Collettiva Virtuale d’Arte Contemporanea Bluarte Rivista on line Arte Cultura Informazione
LA VERTIGINE DEI SENSI – ESTASI Mostra Quadripersonale Virtuale Internazionale Bluarte Rivista on line Arte Cultura Informazione

2010

VII Edizione Premio Celeste 2010
ARTEDIFFUSIONE 2010 Art Action Spazio Arte Barriera Albertina Novara
ESTASI Arte Hotel Expo 2010 Hotel Vedute di Fucecchio (Firenze)
10° MEMORIAL GIOVANNI QUAGLINO Mappe d’Artista Art Action-Dards Milano
SAHARA Hotel Vedute di Fucecchio (Firenze)
VARIAZIONI CROMATICHE Arte X Kosmos Hotel Vedute di Fucecchio (Firenze)
ESTASI Arte X Kosmos Hotel Vedute di Fucecchio (Firenze)
10° PREMIO NAZIONALE D’ARTE CITTA’ DI NOVARA Salone Arengo del Broletto Novara Palazzo Bellini Oleggio Finalista alla Mostra Collettiva d’Arte Contemporanea

  di Antonella Iozzo©Produzione riservata
                 (28/01/2011)

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Giuseppe (JO) Ravizzotti – Caltignaga (Novara) Italia – Telefono: +39.335.260175

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