Il ritorno di Saulo

 

 Il ritorno di Saulo

Un solo artista, un sola opera
vertigini per la storia dell’arte

 

CaravaggioMilano, Palazzo Marino, Sala Alessi: il sublime è dinanzi a noi :“ La conversione di Saulo” di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. Evento promosso dal Comune di Milano e fortemente voluto da Eni.  Una mostra, un solo artista, un sola opera per salire le vertigini della storia dell’arte, rimanere irradiati dalla luce di un genio ed estasiati dinanzi al sensibile. Dal 16 Novembre a Milano, l’evento porta il nome del Caravaggio, è infatti possibile ammirare il meraviglioso capolavoro del maestro, che ritorna nella città milanese per un mese, nella mirabile Sala Alessi, appunto, e non poteva esserci luogo migliore, la sua architettura cinquecentesca è la cornice ideale, un’opera nell’opera.  

Un destino tormentato quello della preziosa tavola eseguita nel 1601 e commissionata dal cardinale Tiberio Cerasi per la sua cappella in S. Maria del Popolo a Roma. La morte improvvisa del cardinale e il dilungarsi dei lavori impedirono l’esposizione, mai avvenuta. L’opera scompare dall’Italia e riappare in seguito in Spagna, rientrerà nel nostro paese  dopo un secolo grazie all’acquisizione da parte della famiglia Balbi di Genova. Negli anni cinquanta approda nuovamente a Roma e diviene acquisizione della Famiglia Odescalchi, che ne è l’attuale proprietaria e custode.

Due eventi, uno scolpito a fuco nella memoria – la prima grandissima mostra monografica sul Caravaggio organizzata da Roberto Longhi nel 1951, nella quale era presentela Conversione- l’altro suggellato dalla storia che rilascia nel tempo la verità – la scoperta da pochi mesi del certificato di nascita di Caravaggio, che ne ha attestato la cittadinanza milanese,  formano lo scenario ideale dentro la quale si suggello l’unicità del presente.

Dall’austera residenza di una collezione privata allo sguardo assorto, commuovente, curioso, timido, audace, avido di bellezza di un pubblico sempre più numeroso che affolla quotidianamentela Sala Alessi.La sua collocazione ad altezza d’uomo, rende mistico l’incontro con l’opera, esposta nel 2006 – per breve tempo in S. Maria del Popolo in Roma a tre metri d’altezza – accanto alla seconda versione su tela dipinta sempre dal Caravaggio.

La collocazione più “umana, terrena” è stata resa possibile grazie ad una spettacolare capsula con lastre di cristallo stratificate, ed aduna speciale teca antisfondamento, internamente regolata per il tasso d’umidità richiesto, realizzata dal Laboratorio Museotecnico Goppion. Questa speciale struttura consente, quindi un incontro ravvicinato, quasi fossimo angeli in caduta libera sulla scena e dietro le quinte. Il respiro sembra incontrare il gesto di Caravaggio, poi un fremito, siamo sorpresi dall’occhio del cavallo, sostiamo, giriamo intorno e scopriamo il retro, legno di cipresso.

La luce apre la strada alla nostra percezione, la luce discende e avvolge, la luce entra, permane e fuoriesce dal fondo e dal primo piano, e se la parte centrale è quella di conseguenza più scura, la nostra rimane abbagliata, sospesa nell’istante che inesorabilmente scorre dietro di noi, nel passo felpato di una custode che gentilmente ci invita a proseguire, la fila si allunga.

Tutto rimane vivo in noi come la lucentezza del metallo della corazza del soldato in piedi, dietro la figura di Saulo, sulla quale la folta barba contrasta in modo netto e deciso e come quel vortice di muscoli del cavallo, protagonista centrale del nostro ricordo.

L’illuminazione di Giuseppe Mestrangelo e l’allestimento di Elisabetta Greci sono scenografiche ripartizioni dell’ambiente, già di per se suggestivo, che rilasciano perlacee attimi di luce sui toni appropriati dei tessuti, una sospensione del tempo per un’opera senza tempo. Sono colpi di luci calibrati per esaltare la materia, il colore e porle in stretto dialogo con la nostra emotività.  

L’opera ha recentemente subito un delicato restauro che ha rilevato e confermato la sua bellezza inalterata. Con la pulitura è stato possibile recuperare e fare risaltare tutta la ricchezza cromatica della composizione, scendere con l’anima e gli occhi fin dentro i  dettagli e ammirarne  le sfumature che adesso non si negano come le gambe del soldato che prima apparivano confuse fra la vegetazione.

Un video racconterà gli interventi, nella sala stampa, adiacente alla Sala Alessi, ma il racconto continuerà dalla viva voce delle curatrici dell’evento Valeria Merlini e Daniela Storti che due volte la settimana nella stessa sala incontreranno il pubblico e le scuole.

Milano per Caravaggio, le iniziative coinvolgono la città con un percorso ideale di totem interattivi da Palazzo Reale a Piazza Duomo, la cultura sbuca da un maxi schermo posto a Piazza Duomo con un filmato sull’opera, all’ Urban Center sarà possibile acquistare l’importante catalogo edito da SKIRA. Tutto lodevole, ma il senso più autentico racchiuso ne “La conversione di Saulo” e nella profondità del genio di Caravaggio, siamo sicuri che sfilerà tra le vie del centro?

 di Antonella Iozzo © Produzione riservata 
                  ( 27/11/2008 )

Immagine:
La conversione di Saulo” di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio

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