La Belle Epoque

 

 

La Belle Epoque

Un mondo infiammato dalla vanità, dal gioco, da sguardi intriganti

verso scollature vertiginose e labbra baciate dal mistero

 

 

la_bella_epoche_BonzagniRovigo – Tra gli ultimi venti anni dell’Ottocento e lo scoppio della prima guerra mondiale, le grandi capitali europee: Parigi, Londra, Vienna, ma anche Milano e Torino, sono state scosse, attraversate, vissute dall’effervescenza di un momento, tanto lungo quanto basta, perché il massimo fulgore creativo e tecnologico toccasse l’apice dello sviluppo e trionfasse nella società. Un momento di euforia economica e culturale , un’epoca che è stata percorsa da tutte le possibili varianti artistiche e culturali, dalle  esposizioni universali, ai caffè concerto, dal successo dei grandi magazzini, ai bagni di mare, dalle gare sportive alle corse automobilistiche, un tempo consegnato per sempre alla storia con il  seducente nome di Belle Epoque.

Tutto questo è la grande mostra “La Belle Epoque”, in corso fino al 13 luglio, presso Palazzo Roverella di Rovigo.

La donna, musa e femme fatale, scultura eterea e figura voluttuosa è la melodia che nota dopo nota si anima in 130 dipinti e in una ventina di affiches. Cromatiche evoluzioni per esplorazioni nell’universo femminino, tra intimità e spregiudicatezza, tra vizi e virtù, tra seduzioni esibite e seduzioni celate, tra sussurri e sguardi sussurrati. La vita mondana della borghesia, sotto i riflettori di una poetica trascrizione pittorica, dispiega la sua agiatezza e superficialità. Gite, sfilate di moda,  uscite dai teatri, casinò e feste, definiscono il clima della Belle Epoque, dove alcol e morfina ubriacano l’apparenza, e il lusso accarezza le donne nella loro vanità. Quelle di De Nittis, esibiscono un’eleganza impeccabile, un’emancipazione culturale che le conduce con estrema naturalità dai teatri agli ippodromi.

La pennellata carica di colore di Boldini, invece, è un ritmo sfuggente nelle sfumature di sguardi ripresi sull’evanescenza dei sentimenti, emozioni trattenute nel respiro di donne appartenenti all’alta società. Forse più leggere e spensierate le donne di Zandomeneghi , dove una disinibita giovinezza è pronta a sorridere alla vita tra giochi di luce che intrappolano la gaiezza del tempo.

Il ritratto di una sensualità audace, si anima tra le modulazioni serpentine di una femme fatale intrigante. È “Morfinomane” di Corcos, enigmatica presenza in grado di insinuarsi nell’inconscio e scivolare lentamente nel desiderio, la sua flessuosità anatomica, tra il ferino e il conturbante, procura turbamenti psichici che persistono nelle stanze segrete dell’intimità borghese.

Ma l’immagine della femminilità si tinge di espressioni musicali sfiorate dal moderno con i lavori di Cominetti dedicati al can can e al tango, un vortice di passioni nella spirale della pennellata.

La Belle Epoqueè un universo che pulsa risuonando nei colori della pittura, una pittura che osa e maliziosamente sveste il pudore per rivestire il sogno erotico di personaggi insospettabili,  con femme fatale e donne energiche che incarnano la nuova era.

Spigliata euforia, frivolezze, mondanità, un mondo di piume e cilindri travolge la banalità quotidiana con disincantata leggerezza ma si ritrova poi, sempre più affogata nella falsità luccicante dei teatri e dei caffè. Un mondo infiammato dalla vanità, dal gioco, da sguardi intriganti verso scollature vertiginose, e labbra baciate dal mistero. Tutto è concesso, tutto è vitalità tra la vita smarrita nei luoghi simbolo del divertimento,  e all’uscita dalle feste tutti, come bravi attori, sfilano nei loro abiti fruscianti su un tappeto rosso disteso da Aroldo Bonzagni in “Mondanità o Uscita dal veglione”, in modo disinibito avanzano, quasi trionfanti su un rosso carico di sorrisi evanescenti e voci squillanti, sfumature di umori in variazioni di teatralità.

La modernità interagì anche con l’espressività artistica, approdando nella grafica pubblicitaria di Dudovic e Metlicovitz, un nuovo linguaggio per “suggerire” l’acquisto giusto, coniuga eleganza ed effetto mediatico. Alimenti, bevande, biciclette, automobili, nuovi servizi urbani ed invitanti località di villeggiatura, campeggiano da cartelloni con grandi forza espressiva. Un fascino portato ai massimi livelli da Costetti e Müller che vivono a Parigi dal 1889 al 1914 come illustratori e incisori, i loro lavori sono scrigni dedicati alle dame notturne, un racconto che è più di una descrizione, ne è un saggio “Place Blanche”.La Pariginotturna è un valzer, tra riflessi di luce danzati sugli abiti di uomini e donne alle Brasserie di Montmartre e ai Cafè du Chat Noir, a Pigalle, e Balestrieri ne dispiega gli effetti non tralasciando la malinconia o le velature più scure, il risultato sono capolavori come “I lavori della metropolitana a Parigi”.

La Belle Epoque, il fascino della sensualità, la vitalità del moderno.

 

di Antonella Iozzo © Produzione riservata
23/04/2008

 

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