Risonanze Dèco

 

Risonanze Dèco in mostra

 

 

Deco_Cancelli__Ritratto_di_Lea_Pellisari_CancelliRovigo – Il gusto di un’epoca sotto il segno dell’Arte, è tempo di modernità, eleganza, persuasione . “Dèco. Arte in Italia 1919 – 1939”, la mostra in corso a Rovigo presso Palazzo Roverella, fino al 28 giugno, è una scenografica messa in scena delle forme artistiche, in particolare della pittura, che nel periodo compreso fra i due conflitti mondiali, hanno espresso ed evidenziato il fascino delle nuove tendenze, con linee che morbidamente si concedevano alle curve per poi riaffacciarsi spigolose nelle costruzioni geometriche e prismatiche o nella classicità sensualmente rigorosa.

Arturo Martini ritrae nel 1925 Wally Toscanini, figlia secondogenita del famoso direttore d’orchestra, in costume d’odalisca. Superba, sensuale, affascinante, elegante, esotica presenza femminile dalle braccia completamente scoperte che s’impone immediatamente al nostro sguardo, titillando il  desiderio per la movenza di un corpo vellutato che incanta e s’insinua pericolosamente nell’inconscio. Davanti a questa sensuale forma di bellezza Vittorio Sgarbi e una nobile e raffinata signora la contessa Castelbarco, figlia della splendida musa ritratta. che ha generosamente offerto in prestito la magnifica opera del Martini, si lasciano fotografare all’inaugurazione della mostra. Più che soddisfatti i curatori, il sindaco e le personalità presenti rimasti a loro volta ammaliati dal riverbero delle sale espositive che rilasciano preziosi gocce di piacere ogni qualvolta l’occhio si posa sulla bellezza di queste creature artistiche che comunemente chiamiamo opere.

La mostra è articolata in undici sezioni, undici camere con vista sulla diversità di un segno che si unifica nel Art Dèco. Dal decorativismo imbevuto di dettagli liberty di Chini o Brunelleschi, alla concezione futurista, con le forme proiettate in avanti, di Balla, Depero, Fillia. Ma Dèco è anche un caledeiscopio di affascinanti visioni orientali, di emozioni librate dal ritmo sensuale della danza, dai corpi scultorei modellati dagli sports e ripresi in volumetriche presenze.

Deco_Martini__Ritratto_di_Wally_ToscaniniTra gli anni Venti e gli anni Trenta l’arte decorativa trionfa nella grafica, nella produzione di originali manufatti, – una sezione della mostra è interamente dedicata alla produzione dell’architetto milanese Giò Ponti,  realizzata per l’industria ceramica Ginori e premiata all’Esposizione di Parigi nel 1925 –  e intorno all’universo donna.

Donna protagonista nella vita come nell’arte, donne ritratte e donne attratte dalla nuova moda che propone abiti dal taglio geometrico sinuoso e bigiotteria per appariscenti inganni in cristalli di luce. Sono donne voluttuose e regali che graffiano la tela e impongono uno charme aristocratico come nel “Ritratto di signora “ di Dudovich, sono donne che seguono e si lasciano seguire dalla  mondanità, e se i boccoli assumono geometrie impalpabili creando un dinamismo articolato come nel “Nudo femminile” di Amisani, nuovi tagli di capelli incorniciano con un caschetto perfetto moderne Cleopatra immerse in un estasiante Eden, come nell’opera di Cadorin “Nudo e paesaggio fiorito”, che fa parte della prima sezione della mostra, “Inflessioni Decorative”, qui la maestosità floreale e le conturbanti forme femminile sfumano docilmente in un’eleganza molto più sintetica e lineare per raffinate ed eteree veneri.

La semplicità dello stile conduce “Verso nuove sintesi” prospettive astratte si condensano nella plasticità dei volumi, quasi masse sonore nella staticità della forma come in “Ballerine alla ribalta” o in “Dopo il bagno” di Conti. Una vibrante suggestione dinamica che da Thayaht porta verso gli “Orizzonti Esotici”, un Oriente rivestito di modernità, di moderne flessioni cromatiche e di riflessi arcaici, tutto condensato in una flessuosa condizione intimistica che dilaga nella conturbante “Danzatrice orientale” di Marchig. Perfetta soluzione di continuità con la sezione seguente “Da Venezia a Bisanzio” paesaggi lussureggianti a galoppo della fantasia, foreste incantate, visioni estatiche nel corpo di un sogno dalle sembianze femminili, attraenti ed enigmatiche creature di Zecchin.

Il Dèco in una mostra che intreccia conversazioni con il passato, che dialoga con il futuro che getta lo sguardo verso oriente, un fermento culturale, uno spettacolo delle Arti grafiche, un balletto intitolato “ Il Pochoir: moda tra oriente e settecento”  

Deco_Rovigo_310109Composizioni astratte, giochi di luce e di colore, modulazioni ritmiche, come per dire “Divagazioni futuriste” e “Donne del futuro” variazioni sul tema strutturate in dinamiche elaborazioni stilistiche. La donna continua a sedurre “Sirena” nell’opera di Geranzani, o “Flora” in quella di Dottori, in un’alternanza di ripiani orizzontali e verticali, equilibrio perfetto dalla forte carica dinamica.

Altre porte si aprono:“La severità del Dèco” ci viene incontro con Sironi, Casorati, Tozzi, Funi, un classicismo soave in cui è evidente la lezione di Picasso, una volumetria semplice e nitida, un equilibrio di pensiero sembra toccare la nostra mente, è la bellezza nel volto dello specchio di Ghiglia con “La modella”. Dentro, fuori, attraverso “Il sogno dell’antico” la memoria disegna l’arcaico, il tempo ferma il ricordo e veste la storia di metafisiche visioni, figure statuarie scendono da mondi lontani, indossano il moderno con abiti alla moda e posano come modelle per Ruggero Alfredo Michahelles (RAM), quadri di un onirica impressione metafisica.  E “Il Dèco scolpito” di Prini, Castaldi, Martini, la materia, la sua voce, la sua essenza.

Il gusto Dèco conquista rapidamente la classe media e la piccola borghesia, confermando l’affermazione di una modernità che coniuga, in tutti i campi della produzione artistica, lusso, reminiscenze classicheggianti e un eclettismo decorativo sfumato nell’esotismo, è un’epoca imbevuta di risonanze, è Dèco

di Antonella Iozzo © Produzione riservata 
     ( 02/02/2009)

 Immagini:
Dèco Cancelli  Ritratto di Lea Pellisari Cancelli
Dèco Martini  Ritratto di Wally Toscanini
Sala mostra Dèco Rovigo , foto Luongo

 

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