Alvise Zorzi nel ricordo della Fondazione Masi

Alvise Zorzi nel ricordo della Fondazione Masi. Ci ha reso coscienti della nostra storia. Insignito dalla Fondazione anche con il “Grosso D’Oro Veneziano”, riconoscimento internazionale riservato a personalità che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura, solidarietà e progresso civile nel mondo. 

Redazione

zorzi_firma_la_botteAlvise nel ricordo della Fondazione Masi. La Fondazione Masi attraverso la sua Presidente Isabella Bossi Fedrigotti ricorda con profondo affetto e stima Alvise Zorzi, scomparso ieri 14 maggio 2016. Alvise Zorzi storico e giornalista veneziano è stato il primo grande rappresentante delle Tre Venezie ad essere premiato per la “Civiltà Veneta” nel 1981, prima edizione del Premio Masi, e non poteva essere altrimenti per la sua rappresentatività nell’ambito della civiltà, della cultura della Venezia di mare e di terra ferma. Ha sempre seguito ed è sempre stato stimolo e riferimento per i successivi Premi Masi e per le attività della Fondazione stessa.

Successivamente insignito dalla Fondazione anche con il “Grosso D’Oro Veneziano”, riconoscimento internazionale riservato a personalità che hanno contribuito a diffondere un messaggio di cultura, solidarietà e progresso civile nel mondo, nel 2006, anno del Venticinquesimo, ed è stato l’autorevole “officiante” in occasione delle celebrazioni del XXX Premio Masi, tracciando un affresco di alto profilo delle Venezie e dei suoi interpreti, visti dall’ottica dell’albo d’onore del Premio, il tutto in una lunga conversazione video registrata nella sua casa affacciata sul Canal Grande.

Sandro Boscaini, Vice Presidente della Fondazione Masi e Presidente di Masi Agricola, lo ricorda: “Oltre al grande cordoglio per la perdita di un amico, come imprenditore sento la sua mancanza oggi, quando il Veneto provato dalla lunga crisi evidenzia la fragilità del suo sistema socioeconomico, in particolare attraverso la difficile situazione degli Istituti di Credito.
C’è bisogno di ancoraggi forti alla cultura della Serenissima, al suo rigore, alla sua nobiltà e al noblesse oblige. Alvise era un faro, e come lo è stato per la nostra Fondazione, lo è stato per le Venezie e i suoi territori. Ci ha reso coscienti della nostra storia e attraverso la sua figura, i suoi scritti, il suo operare, ci ha insegnato e ci insegna come gettare le fondamenta di un nuovo fu turo fatto di originalità e dignità”.

 Redazione
(16/05/2016)

 

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