Daunia Vetus.I musei sacri con Santi

Orizzonti, scrigni e tesori di Puglia.  Per l’A.M.E.I. di Giancarlo Santi.
Una necessità storica e culturale, che trova nel coraggio, nell’audacia e nell’amore gli ingredienti più nobili di una vera e propria esplorazione delle ricchezze inespresse del bacino dauno.
di Rossella Marchese

 

“Si tratta di attendere la farfalla che ne uscirà”, così nell’ultima sua fatica, “Di tutte le ricchezze”, Stefano Benni manifesta in sintesi olivettiana il nuovo modello del distretto culturale Daunia Vetus. La sua atipicità e la sua natura sperimentale, figlia del distretto culturale evoluto, teorizzato da Pietro Valentino, rivelano l’esperienza-tipo e il modello vincente per la gestione e valorizzazione integrata dei beni culturali ecclesiastici.

E’ lo stesso Giancarlo Santi, Presidente AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani) e già Direttore dell’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici ad asserire che: “In Italia, il fenomeno tentacolare delle reti e distretti di musei religiosi non è solo testimonianza di pura effervescenza ma frutto abbondante della passione per i propri territori: l’Amor loci”.

E il fil rouge dell’edizione 2012 di Ecotium non è altro che quello stupor mundi tanto caro a Federico II di Svevia, sposo del coraggio della dolceamara collina di Troia. Qui, dove osano i gamberi, va in scena quella meravigliosa e bizzarra variazione del mos latino: la transumanza di buoni costumi sino a desideri migliori.

Noi, studenti fuori sede, lontani dalle nostre radici, conosciamo bene il capogiro da smarrimento: trama di città dilaniate e prive di quell’anima, di cui parlerà l’architetto Santi, propria dei musei sacri. In un paese come Troia (Fg), “armato” da storia e concilii, e dai contorni indiavolati, l’avventura de “la Refola” riprende forma nel Distretto Daunia Vetus: una smisurata preghiera al cielo, ma anche e soprattutto un’accorata impresa civica, progetto visionario del cordone ombelicale degli Exultanti, amici del luogo e cittadini del vissuto troiano.

Una necessità storica e culturale, dunque, che trova nel coraggio, nell’audacia e nell’amore gli ingredienti più nobili di una vera e propria esplorazione delle ricchezze inespresse del bacino dauno. Ciò che connota l’esperienza del distretto non è altro che quel credo spietato del gladiatore ferito, nell’eco eterno delle gesta cittadine, che in ultimo si fa spes e vittoria alata.

Se da un lato De André cantava quel marchio speciale di speciale disperazione, proprio della morte di un humus, che ridona una goccia di splendore, di umanità, di verità; dall’altro un mio caro amico, appassionato di Troia, mi ricorda ogni giorno quanto il profumo delle buone abitudini di un popolo possa tramutarsi in desiderio e responsabilità corale. La stessa responsabilità che ha investito e vestito il territorio di energie e strumenti sinora scordati.

Prendere le mosse dal sostrato culturale delle logiche e dinamiche “camperistiche”, divinare -in tal modo – l’idea di Lillino Altobelli è, allo stesso tempo, dar voce e dimora alla fantasia viandante della koiné dauna.

“Normografare” la natura civica del distretto religioso è una scelta, difendere le risate e salvare l’allegria di un territorio è l’unica verità, in nome di quella fede mistico-pasquale nella pietra scartata che diverrà testata d’angolo.

E non finisce mica il cielo…la tensione evolutiva è all’apice! Ne parleremo, con umanità, il 16 Novembre presso l’Auditorium del Museo Capitolare del Tesoro della Cattedrale di Troia, nel terzo appuntamento di Ecotium 2012, proprio con Mons. Giancarlo Santi.

di Rossella Marchese
   (14/11/2012)

 

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