Anima musica al Festwochen der Alten Musik

Anima musica con Il Giardino Armonico al Festwochen der Alten Musik. Dal rinascimento al barocco un ampio raggio di sfumature espressive rivelano il talento de Il Giardino Armonico capace di rendere ogni partitura, anima musica, narrazione evocativa ricchissima di sfumature.

di Antonella Iozzo

fewo_il giardino-armonicoInnsbruck (A) – Anima musica, luce, grazia, bellezza, sono le prime parole che vengono in mente ripensando al concerto del Giardino Armonico, tenutesi venerdì scorso nella Riesensaal dell’Hofburg, di Innsbruck nell’ambito del 40° anniversario dell’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik.

Un programma particolarmente suggestivo che sfiora le corde dell’anima mettendo in vibrazione il silenzio, “La morte della Ragione”, Pavane che si srotola attraverso una raccolta di danze italiane del 16 ° secolo, capace di condurre sia il musicista che l’ascoltatore sulle vette dell’inafferrabile, della sensibilità che trionfa sulla ragione.

In programma musica rinascimentale e barocca di Josquin Desprez, Alexander Agricola, John Dunstable, Claudio Monteverdi, Giovanni Gabrieli, Girolamo Frescobaldi, Dario Castello, Tarquinio Merula, Lodovico Grossi da Viadana, Bellerofonte Castaldi, Jacob van Eyck, Samuel Scheidt e molti altri che stimolano le emozioni e hanno un impatto profondo sulla ragione.

Anima musica dal fascino quasi ancestrale che incanta al primo ascolto emanando uno stile elaborato e sapiente capace di esplorare le diverse possibilità tecniche ed espressive degli strumenti antichi. Fantasie accese, picchi virtuosistici, si sintetizzano e si evolvono in un percorso che vede Il Giardino Armonico quasi travalicare il tempo e lo spazio con una trasparenza musicale fresca e vitale.

La maestria degli esecutori, ad iniziare dal direttore Giovanni Antonini, Giulia Genini flauto, Andrea Inghisciano cornetto, Gawain Glenton cornetto e flauto, Alberto Guerra dulcian, Joost Swinkels trombone, Liana Mosca viola, Stefano Barneschi violino, Riccardo Doni, organo e cembalo, Paolo Beschi violoncello, Giancarlo De Frenza violone, trasuda di ottima intesa e suono quasi perfetto.

La Riesensaal è gremita, il pubblico ascolta in religioso silenzio e perfino la maestosità dei dipinti, una mise-en-scène di regnanti che sembra, non attendono altro che lo sguardo ammirevole del visitatore, si muta in elegia vibrante la percezione del bello, del suono pieno eppure impalpabile di coloriture nitide capaci d’integrarsi vicendevolmente e generare un’aurea armonia.

Anima musica ed è un susseguirsi di note dalla limpidissima qualità interpretativa in cui si coniugano rigore e poesia. La forte impronta unitaria del programma imprime soluzione di continuità dall’allure magica, intimo e lirico, è come se ogni pagina musicale fosse cesellata nella sua adamantina struttura da un ammirevole nitore tecnico.

Un ampio raggio di sfumature espressive rivelano il talento de Il Giardino Armonico capace di rendere ogni partitura, anima musica, narrazione evocativa ricchissima di sfumature che non rimangono mai sullo sfondo, ma divengono materia sonora carica di spirito barocco e nuance rinascimentali che si aprono come fibre dell’inconscio sulla nostra sensibilità.

Sublime l’arpa di Margret koll, quasi un varco d’accesso all’esperienza musicale, che richiama a noi la memoria, le reazioni sensoriali del vissuto per poi scoprire il flusso di una pulsazione musicale brillante, raffinata ed estremante guizzante verso sentieri che ci spingono dentro la musica con il trombone di Joost Swinkels, ecco allora che la contemporaneità di Thomas Preston (1563) s’innesta con accuratezza ritmica ed energia concentrata sulla teatralità della musica di Giorgio Mainerio.

Dal rinascimento al barocco seguendo la fascinazione di danze che sembrano raffigurare sentimenti e stati d’animo con grande intensità espressiva, grazie all’interpretazione de Il Giardino Armonico, un’estensione di atemporalità protesa in musicalità da Giovanni Antonini e da ogni singolo musicista.  Solo così “La morte della ragione” nella sua lucida follia, può chiudere le palpebre mentre l’inafferrabile si adagia sulla pelle del sensibile e pulsa d’infinito. Anima musica.

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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (18/08/2016)

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