Chicago musical thrill jazz

Chicago, the musical. Respiro fluido e concentrato di jazz e swing tra cui spicca la famosa “All That Jazz”, brivido caldo in perfetto equilibrio tra tensione e passione, tra calda armonia e articolata verticalità coreografica. 
di Antonella Iozzo 

https://www.bluarte.it/palcoscenico/chicago-musical-thrill-jazzNew York – Il musical Chicago, vincitore di sei Tony Awards per Migliore Regia, Migliore Coreografia e Migliore Revival oltre ai 50 premi vinti a livello internazionale (Grammy Awards, Olivier Awards, Helpman Awards), è uno spettacolo elegante, raffinato, sexy, sensuale. Assistervi all’Ambassador Theatre, 219 W. 49th Street, New York , praticamente nel centro di Times Square, è un’esperienza vitale, effervescente, unica.

Chicago: vibrazioni infuocate che scivolano dalle primissime parole: “Signore e signori state per assistere ad un storia di omicidio, avidità, violenza, corruzione, sfruttamento, adulterio, tradimento … tutte cose molto vicine e care ai nostri cuori!”, un inizio che risuona come una promessa, mantenuta per tutta la durata della commedia musicale. Audacia nata dalla genialità dei suoi creatori John Kander (musiche), Fred Ebb (testi/libretto) e Bob Fosse (coreografie/regia/libretto) che fondono in un unicum orinale situazioni pericolose, splendore, stile e una buona dose di umorismo.

Chicago è un viaggio nostalgico nel genere vaudeville che dialoga in diversi modi con la fulgente eredità del balletto e del grande teatro. È un respiro fluido e concentrato di jazz e swing tra cui spicca la famosa “All That Jazz”, brivido caldo in perfetto equilibrio tra tensione e passione, tra calda armonia e articolata verticalità coreografica.

La produzione attuale di Chicago, rivisitazione del musical del 1975, debutta a Broadway nel 1996 con le coreografie rivisitate da Ann Reinking e la regia di Walter Bobbie ed ancora oggi continua ad attrarre un pubblico sempre numerosissimo riscuotendo un grandissimo successo ogni sera.

Dietro la storia di Chicago, un dramma giudiziario vero strappato dai titoli dei giornali dell’epoca: siamo a Chicago nel 1924, protagoniste due donne: Roxie accusata di aver ucciso l’ “intruso” Harry Kalstedt e Velma arrestata per l’assassinio del marito. Entrambe vennero assolte dalle loro imputazioni, ma gli omicidi divennero storie da prima pagina per il quotidiano Tribune grazie alla reporter Maurine Watkins che trattando il fatto di cronaca con ironia riuscì a catalizzare l’interesse e l’attenzione dei lettori. Maurine Watkins, la giornalista del Tribune, non si fece scappare l’occasione e tramutò i fatti di cronaca in una commedia dal titolo Chicago che raggiunse Broadway nel 1926.

Chicago, ed è jazz che lentamente invade il palcoscenico attraverso una superba orchestra diretta da Leslie Stifelman e da un eccelso corpo di ballo, affiatati danzatori in un lavoro che spicca per spettacolarità, brillantezza fisica, energia del movimento e cura per il dettaglio. Ogni corpo è scolpito da fasci di luce che ne evidenza sia l’agilità e il sincronismo che le situazioni e gli stati d’animo. L’apertura coi suoi movimenti precisi, calibrati, fascinosi ne rivela appieno la pulsazione carismatica e la storia rinasce sotto i nostri occhi.

Chicago musical thrill jazzLa star del vaudeville Velma Kelly interpretata da Amra-Faye Wright decisamente conturbante, agile e tecnicamente perfetta, uccide la sorella Veronica ed il marito dopo averli trovati a letto insieme, e con felina sensualità c’introduce allo spettacolo con “All the Jazz2: inizia la magia di Chicago.

Bianca Marroquina è Roxie Hart, leggera e brillante, ironica e tenera, capace di articolare, con assoluta padronanza e abilità tecnica, una gamma sempre diversa di sentimenti e situazioni.

Anche Roxie viene arrestata per aver ucciso l’amante Fred Casely, assiduo frequentatore del night club in cui lei e Velma si esibivano, ma riesce a convincere il marito, l’ingenuo Amos Hart interpretato da Christopher Fitzgerald, assolutamente calato nel ruolo, professionale e convincente, a dichiarare alla polizia che l’uomo ucciso fosse un ladro, ed il marito acconsente.

Roxie impersona la sua felicità con “Funny Honey”, ritmi e nuance s’incollano ai suoi movimenti come una seconda pelle, ma quando la verità viene a galla Roxie viene arrestata e spedita alla Cook County Jail, dove incontra Velma e altre assassine.

“Cell Block Tango” ne disegna l’anima è un ammaliante quadro in movimento che incide i nostri sospiri mentre fa il suo ingresso Roz Ryan / Mama Matron guardia corrotta, che fa favori alla detenute in cambio di denaro.
La sua “When You’re Good to Mama” è pura essenza di swing e jazz. Mama è riuscita, a procurare un nuovo agente a Velma e a farla finire su tutti i giornali perché vuole essere famosa, finché Roxie, non solo le ruba le prime pagine ma anche l’avvocato, Bill Flynn interpretato da Ryan Silverman.

Roxie, infatti, era riuscita a convincere il marito a pagare l’esorbitante parcella di Flynn per averlo come avvocato. Un successo che risuona nei colori fervidi di una spumeggiante “A Tap Dance”. Ed il successo contigua con Silverman / Flynn che fa il suo ingresso in scena, accompagnato da un coro di detenute: ritmo battente e sinuose linee vocali e coreografiche inscenano “All I Care About is Love”.

Flynn prende in mano il caso di Roxie e si reinventa la sua vita precedente per renderla più simpatica agli occhi della stampa e in particolar modo della giornalista Mary Sunshine interpretata R.Lowe, suadente voce di soprano che alla fine si rivela tenore straordinario.

La conferenza stampa di Roxie diventa un numero divertente e tecnicamente eccellente di ventriloquismo, nel quale l’avvocato manovra la propria cliente quasi come una marionetta, “We Both Reached for the Gun” è semplicemente strepitosa e vorticosa nella sua articolazione musicale. Marroquina / Roxie si cala nel ruolo in modo sublime, ogni suo movimento, compreso quelle delle labbra è pura sinergia di dinamiche che innescano azioni e relazioni.

Roxie diventa il nuovo scoop di Chicago e comincia a pianificare la sua vita da star una volte uscita dal carcere ed il brano Roxie sembra scoprirne lo spirito, la fascinazione, la femminilità. Mentre la popolarità di Roxie cresce, quella di Velma diminuisce radicalmente, tanto da cercare di convincerla ad unirsi allo show che prima faceva con la sorella e “I Can’t Do It Alone”, si apre alla suggestione, ma Roxie rifiuta e per diventare ancora più popolare, finge di essere incinta.

È un susseguirsi di azioni e variazioni che volano e danzano, Wright/Velma racconta al pubblico del nuovo e straordinario successo di Roxie, presunta gestante, in una sarcastica Me and My Baby per poi mostrare a Silverman / Bill i trucchi che vorrebbe mettere in atto durante il processo per conquistare la giuria in “When Velma Takes The Stand”.

I sentimenti di Roxie entrano in conflitto, impulsività e rabbia sembrano governarla ma il giorno del processo Silverman / Bill calma Roxie spiegandole che tutto il mondo è un grande circo e per riuscire deve solo stupire la giuria e “Razzle Dazzle” sembra essere proprio la colonna sonora della realtà.

È un susseguirsi di emozioni sul filo della tensione, ogni corpo esulta e trattiene sensazioni nuove e infuocate, è la vita stessa che avanza senza tregua ma un nuovo e clamoroso crimine ruba la scena alla protagonista; l’effimera celebrità di Roxie è finita.

Le prime ombre iniziano a calare, la celebrità abbandona il palcoscenico solo Christopher Fitzgerald /Amos Hart resta con Roxie, ma quando questi scopre che la moglie non è veramente incinta, la lascia definitivamente.
La delusione di Marroquina / Roxie divine lirica, profonda evanescenza nella melodia di “Nowadeys”, ormai è pronta a unirsi a Velma in un nuovo spettacolo di varietà, tutto continua, le luci si riaccendono, nasce “Hot Honey Rag” il successo è in arrivo, e l’intera compagnia divine corollario delle due protagoniste. Un finale travolgente che sprigiona l’irruenza a la libertà del jazz come l’essenza del movimento in corpi che raggiungono i tempi della vita, la vita nel tempo. E’ jazz, è sentimento, è Chicago

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (12/11/2013)

 

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