Emigranti. Amare rivelazioni a Teatro

Emigranti, regia di Giuseppe Amato con Andrepietro Anselmi e Denis Fontanari. Al Teatro Comunale di Pergine Valsugana la valenza espressiva degli attori prende corpo in un ritmo incalzante, tutto è chiuso nell’egoismo, tutto è aspro e vero, chiaro e sfacciato, lungo lo scorrere del tempo.

di Antonella Iozzo

 

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Pergine Valsugana (TN) – Emigranti, una delle condizioni umane borderline  che rivela l’uomo a se stesso in tutte le sue più piccole sfumature, rivelazioni portate in scena al Teatro Comunale di Pergine Valsugana, da ariaTeatro, Emigranti testo dell’autore polacco Sławomir Mrozek, regia di Giuseppe Amato con Andrepietro Anselmi e Denis Fontanari.

La scena è terribilmente veritiera, uno squallido sottoscala con brandelli di quotidiana essenzialità, posto allo stesso livello del pubblico. Non esiste palcoscenico, proscenio, platea ma un solo e univoco piano riflessivo, siamo tutti artefici e spettatori della condizione reale dell’Emigrante.

Una città, un luogo, due Emigranti e la vita scorre tra le parole, i pensieri, i sentimenti di chi sente sulla propria pelle le tracce di un’identità alla deriva. Due Emigranti, Andrepietro Anselmi e Denis Fontanari, convivono e con-vibrano di tensione emotiva. Simili e diversi scoprono il reale e il suo riflesso man mano che si trasforma nella punta di un iceberg, lo straniero in terra straniera pulsa di quell’ardore di cambiare il suo destino, freme al ricordo della sua terra e inconsapevolmente sfugge e sogna, evoca e narra, di desideri, del domani che si allontana sempre più, dell’orizzonte che muta la visione in mano al potere. Ieri come oggi, oggi come ieri, un percorso che si anima nel continuo travaso d’idee tra popoli in viaggio, forse, in cerca di costruire significati per una ricerca del senso che muta le prospettive e inneschi il rinnovamento, il cambiamento, il miglioramento.

denis-fontanari-emigrantiLa valenza espressiva degli attori prende corpo in un ritmo incalzante, tutto è chiuso nell’egoismo, tutto è aspro e vero, chiaro e sfacciato, lungo lo scorrere del tempo. Ma l’empasse che porta al cambiamento rimane nell’eloquenza dei due Emigranti, pur la loro diversa estrazione sociale.

Scena fissa nella quale Andrepietro Anselmi e Denis Fontanari, si muovono con padronanza dando forma e sostanza alle tematiche del nostro tempo, quasi un ensemble, dove ogni azione si articola attorno alla storia degli emigranti a riprova e testimonianza di come la vicenda è una sintesi di un reale che avanza.

Gli attori si calano perfettamente più che nei due personaggi nella loro condizione, nel labirinto, nel magma sociale che li fende, li confonde e li trascina con sé alla deriva del vivere contemporaneo.

Azione, gesti, narrazione, la teatralità segna il passo, la riflessione detta le pause, l’impeto disegna la stanza caratteriale e gli Emigranti scrivono un’altra pagina di storia, da loro vissuta da Andrepietro Anselmi e Denis Fontanari abilmente interpretata.

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (05/03/2016)

 

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