Musica che si eleva. Musica come quintessenza dell’universo
Verona – Back to Bach: la libertà di percorrere un sogno da Bach al contemporaneo con i Virtuosi Italiani e Paolo Fresu. Contaminazione di generi per un concerto ispirato dalla Musica, realizzato con la Musica nella scenografica teatralità della Chiesa di San Fermo a Verona per la rassegna “Musica e Arte Sacra”, organizzata e promossa dall’orchestra veronese con il contributo e patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Verona e del Museo Diocesano di Arte Sacra della Chiesa di San Fermo.
Suggestioni barocche e pagine puramente jazzistiche percorrono lo spazio. Sono diafane sensazioni nelle forme musicali di Tartini, Geminiani, Handel che incrociano le sinuose curve di Uri Caine, di Galliano, di Colombo e di Fresu compositore oltre che solista. Audace prospettiva che conferma la grande versatilità musicale dei Virtuosi Italiani, uno degli ensemble più apprezzati del panorama colto contemporaneo.
In una chiesa letteralmente gremita, si avvicina l’inizio del concerto, attimi di silenzio seguiti dalle note suadenti e profonde dei Virtuosi che avanzano da dietro l’altare, come controcanto dal fondo della navata centrale la tromba di Fresu. Ingresso coreografico che riesce a dare vita ad un mondo sensibile nel quale la vista e l’udito vivono e percepiscono all’unisono il senso della bellezza.
Nuove partiture dinamiche e aperte che si fondano nel processo creativo nato dall’incontro tra Virtuosi Italiani e Paolo Fresu. Paesaggi musicali in cui una reciproca relazione di sensi rivela la compenetrazione tra musica barocca e improvvisazione jazz. Ritmo ed armonia danno voce all’anima e ne scorrono le declinazioni in una danza che accarezzando le diversità stilistica ne afferra l’affinità, il risultato è un abbraccio capace di ricomporre la curva della tensione emotiva.
Dal “Contrapunctus 1” da “L’arte della fuga” BWV 1080 di Bach, lirico e poetico alla “Corale Pop per tromba ed archi” di M. Colombo semplicemente essenza modulata dalla tromba. Un phatos comunicativo straordinario che trova la sua dimensione nell’ “Aria per tromba e archi” di R.Galliano, in cui l’orchestra dei Virtuosi si alterna agli assoli improvvisati della tromba di Fresu.
Musica come quintessenza dell’universo, musica che viaggia in parallelo alle nostre emozioni e si condensa nell’Aria sulla quarta corda di Bach eseguita dai Virtuosi con la delicatezza che li contraddistingue, traiettorie invisibile che ha unito le morbidezze classiche alla sensuale e seduttiva tromba di Fresu riapparso in sala, per “Sanctus per tromba ed archi” di Buonaventura, processo creativo e interpretazione in una fusione che amplifica lo spazio dinamico del dialogo sonoro. La voce della tromba si unisce a quella dell’orchestra in “Ossi per tromba ed archi” di Fresu, intima spiritualità in un respiro che sembra dipingere la volta celeste.
Evocazioni che sostanziano un’atmosfera che si mantiene intensa e religiosa, quasi rappacificante con “La Follia” Concerto Grosso op.12 di Geminiani, preziosa interpretazione dei Virtuosi, l’abilità tecnica e la sicurezza di Alberto Martini, primo violino e direttore ne hanno filtrato l’indefinita vitale sensibilità in un gioco di rimandi fra le prime parti.
Un concerto come un dipinto in cui sembrano svilupparsi sfumature chiaroscurali, quasi una soave colonna sonora del crepuscolo dove gli slanci lirici della tromba vengono nutriti dai movimenti degli archi e le musiche di Tartini, Giannelli, e U.Caine attraversano il tempo e lo spazio come nuances carezzevoli e sublimi, vivaci e contemplativi, fino a giungere a“Lascia ch’ io pianga” per tromba ed archi di G.F.Haendel.
Le improvvisazioni di Fresu si librano nell’aria adagiandosi con cura sulla melodia originaria mantenuta dagli archi, i fraseggi delicati, decisi, prorompenti, i ritmi creati attraverso una variegata gamma di espressioni,la brillantezza dinamica aderiscono all’attenta e calibrata esecuzione dei Virtuosi ed ogni spartito vibra d’immenso.
Raffinatezza musicale che ha illuminato la forza poetica del sentimento avvicinando l’umano all’invisibile ed in un frangente di eterno la Musica ha lasciato intravedere il volto del sacro, della bellezza nell’inafferrabile mistero della sua essenza.
di Antonella Iozzo
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(26/03/2012)
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