Jewels dalla Scala al Regio di Parma

 

  

 

 

 

Il  Corpo  di  Ballo  del  Teatro  alla  Scala 

Orchestra del Teatro Regio di Parma

Jewels: effetto Balanchine

Smeraldi, rubini e diamanti sulla musica di Fauré, Stravinskij,  Čajkovskij

 

 

Mariafrancesca_Garritano_e_Marco_Agostino_in_Emeralds

Parma – Parma Danza 2011 il movimento dell’anima nel gesto coreografico di un cartellone che per tutto il mese di maggio ha brillantemente tracciato le coordinate della grande danza, portando sul palcoscenico del Regio compagnie prestigiose, grandi maestri, artisti ospiti di fama internazionale. L’ultimo appuntamento è stato, sabato 28 e domenica 29 maggio, con il Corpo di ballo del Teatro alla Scala accompagnato dall’Orchestra del Teatro Regio di Parma, come sempre fluida e versatile, diretta da David Coleman nell’interpretazione di uno dei più affascinanti balletti di George Balanchine: Jewels, gioielli, oggetti del desiderio, luccichio sfavillante che proietta la sua luce nel desiderio iridescente di un corpo volteggiante con grazia e leggerezza.
La passione di George Balanchine per le pietre preziose lo guidò nella creazione di questo un balletto. Una passione che accese l’estro del maestro  quando a New York ebbe modo di ammirare la collezione di preziosi del suo amico Claude Arpels nella gioielleria “Van Cleff & Arpels”. Attrazione fatale dal potere magnetico che catalizzò lo sguardo e proiettò la genialità del coreografo in una creazione che è pura essenza di bellezza nell’espressività corporea, passi di danza incastonati  nei preziosi, stile baciato dal desiderio.

Smeraldi, rubini e diamanti per la musica rispettivamente di Gabriel Fauré, Igor Stravinskij, Pëtr I’lič Čajkovskij, sono i tre “atti” del balletto.

Seduzione, suggestione visiva, sublime perfezione con la ricostruzione di elementi scenografici  realizzati  da Pater Harvey e con i costumi ideati da Karinska.

Rubies_al_centro_Marta_Romagna

Smeraldi, rubini e diamanti, quindi, presenti in scena, naturalmente finti, sui meravigliosi abiti di scena e nella scenografia semplice luminosa eleganza che incornicia il palcoscenico ed esalta il gesto dei danzatori. Un balletto in tre segmenti privo di trama, in cui il Corpo di Ballo e i suoi migliori solisti esprimono con maestria una superba tecnica ed uno stile raffinato, un codice linguistico che dipinge nell’aria un’opera d’arte in movimento.

Primo “atto” avvolgente e impalpabile dedicato agli smeraldi. Tutte le sfumature del verde si sciolgono sopra i brani di Fauré Faurè tratti da Pelléas et Melisande e da Shylock. Danze ottocentesche e romanticismo francese come trepida rievocazione, sussulto dolcemente avvolto alle due coppie principali, ai tre solisti e alle dieci ballerine. Mariafrancesca Garritano e Marco  Agostino si sollevano, si dispiegano si distaccano dal suolo come un elegia nel bel gioco delle braccia, Petra Conti e Mick Zeni, limpidi e quasi evanescenti, nel loro affiatamento sembrano calibrare il respiro.

Per il secondo “atto” Rubies, rosso intenso, energico, sensuale. Vibrante tensione che s’inarca nel fascino dei Rubini. Il Capriccio per pianoforte e orchestra di Stravinskij nei tre movimenti: Presto, Andante rapsodico, Allegro capriccioso, è vertigine pura interpretata egregiamente dal pianista Roberto Cominati, mentre dinanzi ai nostri occhi la scena è incandescente.
 Nei costumi rossi fiammanti il corpo di ballo traccia geometrie in trasparenza, imprimendo all’azione l’essenza bruciante di Stravinskij, non solo grande amico di Balanchine , ma personalità artistica affine alla suo estro creativo. Seducenti movimenti di bacino, fascino materico di precisione e passione slancia le gambe  delle ballerine in ancheggiamenti su punta, sfumature di danza moderna. Un’energia vorticosa abilmente tenuta dalla scattante  Marta Romagna. Gioiosa, vivace, poeticamente tecnica Olesia Novikova  che con Antonino Sutera spicca per nitore e presenza.

Somova_e_Eris_Nezha_in_Diamonds

Ultimo “atto” Diamanti: lirica empatia fra flessuosa eleganza e candida bellezza. Ogni gesto dei protagonisti  Alina Somova e Eris Nezha è stato un anelito di elevazione spirituale sulla Sinfonia n.3 in re maggiore di Ciakowskij. Ogni movimento, escluso il primo, ritenuto da Balanchine non adatto alla danza, è ondeggiato da pennellate di nostalgia e romantica suggestione. Il corpo si fa emozione, i sensi movimento, il pensiero gesto  fino a giungere all’apoteosi, nell’allegro con fuoco conclusivo, che muove l’intero gruppo composto di trentaquattro elementi. Dalla prima parte danzata dalla coppia, al gruppo di solisti, lo stile aggraziato di Alina Somova e Eris Nezha è stato costante, aristocratico e nei portes  la poesia seduzione di  simmetria. Un quadro d’insieme intenso e luminoso accarezzato con profusione di effetti luministici.

Gioielli nel firmamento della danza   profondamente segnato dalle innovazioni estetiche, poetiche e stilistiche di George Balanchine, pensiero creativo nella curva del cuore.

Jewels, sintesi di evoluzione di linguaggi, ricerca ed eterna  contemporaneità, presente nei cartelloni  dei migliori teatri internazionali. Al Regio di Parma l’eccellenza del Corpo di Ballo della Scala ha profuso la bellezza dell’essenza coreografica, preludio  per il decennale di Parma Danza del prossimo anno.

di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
                  
(30/05/2011)


Foto Roberto Ricci Teatro Regio di Parma:

Mariafrancesca Garritano e Marco Agostino in Emeralds Coreografia George Balanchine © The George Balanchine Trust

Marta Romagna in Rubies Coreografia George Balanchine © The George Balanchine Trust
Somova e Eris Nezha in Diamonds Coreografia George Balanchine © The George Balanchine Trust

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