Mario Brunello

Mario BrunelloCastelfranco Veneto (Tv) -L’internazionalità, la cordialità del violoncellista di Mario Brunello- Coinvolgente, eclettico, cordiale. Mario Brunello uno dei più significativi violoncellisti del panorama internazionale, dedica ampio spazio a progetti dove le diverse forme d’arte dialogano fra loro. Una progressiva evoluzione creativa che conduce all’ Antiruggine.
Cos’è Antiruggine?
Antiruggine nasce da una mia esigenza personale che coinvolge naturalmente anche Arianna È uno spazio fisico, mentale, in progress. È un luogo dove mi piace vivere le opportunità offerte dalla mia professione di musicista, incontri, incroci , scambi culturali. E’ uno stimolo a non lasciare che le cose arrugginiscono.

Come definirebbe questo luogo?
Uno spazio libero.

Quanto è diverso il pubblico delle sale da concerto da quello che frequenta spazi come questo?
C’è una qualità nell’interesse specifico all’evento. Il pubblico apprezza ad essere chiamato a partecipare a qualcosa che gli interessa, per cui il “passaparola”, questo modo di comunicare, di pubblicizzare l’attività di Antiruggine è il sistema migliore per questo tipo di eventi.
Le sale da concerto raccolgono, ovviamente, anche il pubblico interessato però vi è una propensione all’abitudine.

Musica e arte visiva, l’interdisciplinarietà come una nuova forma artistica?
Come attività necessaria a tutti gli artisti per poter scambiare le proprie conoscenze. E’ un’esigenza che riscontro innanzitutto in me, e coloro che mi circondano e che appartengono ad altri mondi artistici, mi confermano proprio come l’esigenza di caricarsi con un caricabatterie diverso.

Quanta strada c’è tra le suite per violoncello solo di Bach e i “Piatti Ritratti” di Bob Noto?
Se l’obiettivo è quello di far apprezzare il bello, la proporzione, la nitidezza, la pulizia delle linee non c’è molta distanza.

Chi è oggi Mario Brunello e chi era all’inizio della sua carriera?
Assolutamente una persona che si gode di queste possibilità, di questi regali dei suoi amici.

Cosa vuole trasmettere quando suona? E quando insegna?

Parlare e farsi capire, questa è la cosa importante.

Un ritratto di Mario Brunello in versione documentario è “In tempo, ma rubato”, con Marco Paolini andato in onda lo scorso aprile su LA7. Raccontare la musica può aiutare a scoprire se stessi?
Vedere condensato in 50 minuti il proprio vissuto, che si ha sempre voglia di raccontare, ma non si ha mai il tempo, è un’emozione particolare, è motivo di orgoglio. Aver messo dentro questa “scatolina” il percorso di vita compiuto fino adesso è stato una bella soddisfazione.

Cosa chiede alla musica e cosa le da?
Non so cosa do alla musica, ma penso che la musica abbia bisogno di vivere per il futuro e non di guardare al passato, per cui cerco di aprire sempre nuove finestre.

I suoi progetti futuri?
Uno spettacolo su “La Buona Novella” di Fabrizio de Andrè, una nuova lettura, una rivisitazione insieme a molti altri artisti. L’anteprima si terrà a Salsomaggiore, la prima nazionale sarà a Roma.

Mario Brunello in tre parole
Suono, silenzio e vita.

di Antonella Iozzo © Produzione riservata
                         (21.11.2009)
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