Sapori jazz … a tavola

Intrecci percussivi, trame sensuali, risvolti che combinano suggestioni originali, il Carlo Atti Quartett gioca con la danza jazzistica e costruisce una sua scena al Lunch Jazz dell’Osteria 3/Quarti. Il piacere dei sensi è servito

CarloAttiPadova – Il retrogusto del jazz solletica il palato invitandoci a scoprire i sapori della buona tavola all’Osteria 3/Quarti di Padova. Da ottobre a dicembre tutte le domeniche il piacere dei sensi si chiama “One O’clock Jump”, ottimi musicisti per un coinvolgente Lunch Jazz, iniziativa di Zerozerojazz. Ma le tante declinazioni della musica pulluleranno in una settimana d’intensi appuntamenti jazzistici, dall’11 al 18 novembre, infatti, in collaborazione con Padova Jazz Festival che si svolge proprio in tale settimana, ogni giorno stimoli, emozioni, flessioni, decantazioni di buon jazz e buon vino delizieranno le nostre giornate presso l’osteria che apre le porte ad un pubblico amante dei piaceri della vita. Domenica scorsa si è esibito il “Carlo Atti Quartett”: Carlo Atti tenor sax, Danilo Memoli pianoforte, Stefano Senni contrabbasso e Massimo Chiarella batteria e le sfumature del jazz hanno preso lentamente forma coniugando esperienza, professionalità e musicalità in un concerto che ha letteralmente entusiasmato i numerosi clienti dell’Osteria 3/Quarti. Un pubblico di appassionati che tra un boccone e l’altro ne assaporava le sonorità avvolgenti.

Intrecci percussivi, trame sensuali, risvolti che combinano suggestioni originali, il Carlo Atti Quartett gioca con la danza jazzistica e costruisce una sua scena attraverso evocazioni metropolitane o singolari nostalgie notturne, un’altrove musicale che ascolta il cuore ed incontra il jazz.

Simmetrie tra il sapore autentico dei salumi padovani, serviti per antipasto, e la magnetica passione che scaturisce dai musicisti, una corrispondenza che trasuda, con grande nitore tecnico ed estetico, infinite e variegate sensazioni.

Carlo atti sembra in contatto diretto non solo con la propria anima ma anche, se non, soprattutto, con quella del jazz. Anima che distilla con cura, aggiungendovi suggestioni incanalate in strutture compositive rivestite di lirismo in tensione e di un calore timbrico che abbraccia gli altri componenti. Intorno al sax nascono così modulazioni calibrate, metamorfosi stilistiche, improvvisazioni. Atti con un agilità non comune crea assoli freschi e liberi, mentre la musica scorre rapida in completa gradevolezza, quasi come il deciso e corposo Amarone della Valpolicella che inebria i sensi rapiti dall’influsso musicale, o, forse, dal dialogo che nasce con il pianoforte di Danilo Memoli la cui bellezza del suono mette in evidenza l’ottima tecnica. Qualità grazie alla quale alterna momenti di squisita delicatezza a improvvise esplosioni dinamiche. La sua sorprendente naturalezza reinventa suggestioni con grappoli d’accordi che sembrano essere nuova linfa in grado di ravvivare i colori del gruppo, un continuo rapporto saldato dai lunghi respiri delle frasi melodiche e da una bellezza leggera e dinamica che pulsa di espressività musicale. Le note, poi, sembrano quasi essere materia tra le dita del contrabbassista Stefano Senni che riprende tale bellezza fornendo un sostegno morbidissimo, armonicamente ferreo eppure di grande sensibilità dinamica. Ogni disegno lanciato dal sax di Atti viene assecondato con maestria grazie ad una particolare leggerezza di tocco che riesce a trasformarsi, al momento giusto, in potente supporto ritmico. È jazz, è seduzione di una tavolozza calda intrisa di passione musicale, invisibile emozione che cammina sulle corde, mentre assoli perfetti accarezzano il carattere intimo della musica e tratteggiano singolari improvvisazioni.

Espressività sonora che si sposa con gli gnocchetti al ragù e l’arrosto che l’Osteria 3/Quarti serve con simpatia e un pizzico di giocoso divertissement. Tutto è annaffiato da raffinata degustazione musicale che continua a deliziarci proiettandoci in stupefacenti evocazioni jazzistiche. Un tripudio che focalizza la nostra attenzione sulle scariche energiche del batterista Massimo Chiarella, è musica vitale, vivace, immediata all’ascolto. La sua precisione ritmica è molto attenta a respiri e silenzi e converge verso gli altri musicisti filtrando miriadi di segnali espressivi differenti che il gruppo è in grado di far nascere. Un viaggio dentro la libertà musicale, dentro l’improvvisazione che ci restituisce un caleidoscopio di emozioni in chiave jazz.
Buona cucina, ottima musica il piacere dei sensi è servito!

di Antonella Iozzo©Riproduzione Riservata
                      (15/11/2012)

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