Sentimento Blues


Full immersion di uno spettacolo denso ed energico che cavalca la verve del suono irrompendo con cuore anima e passione.

tonkiPedemonte (Vr) – Sotto il segno della musica il filo sottile della solidarietà ci conduce alla rassegna ‘JAZZ&MORE suoni sapori e solidarietà’, ideata da Silvano Dalla Valentina e Fabrizio Gaudino, direttore artistico, presso il GRAN CAN RistorArte WineHotel di Pedemonte (Vr). Eventi di cultura e spiccata sensibilità verso il prossimo, che mirano a sostenere un progetto di ospitalità, cura ed inclusione per persone con disagio psichico. Eventi, quindi che ci rendono protagonisti tramite gesti d’amore in grado di alimentare un nobile progetto, dietro il quale vive una realtà umana spesso dimenticata. Dedizione, un fermo credo nella solidarietà e nei rapporti umani scrivono una partitura musicale che punta non solo al puro godimento estetico – spirituale ma alla rinascita delle corde sopite di vite scalfite dal disagio. Ecco allora che la musica diviene portavoce, sano intrattenimento, richiamo turistico, vitalità da assaporare come il concerto proposto domenica scorsa nella sala del Gran Can con Tonki de la Pena e la blues band.

Un concerto preceduto da una gustosa cena di stagione a Km0 presso la tipica Osteria Panevino. Cordialità, ospitalità e buon servizio sono stati le costanti della piacevole degustazione. Ouverture di sapori che hanno genuinamente deliziato il palato, poi al Gran Can il nutrimento dello spirito.
Sotto le falde della musica l’esistenza tra suono e realtà, un brivido caldo che porta il nome di Blues.

Avvolgente e coinvolgente atmosfera ricreata da Tonky de la Pena Blues Band: Tonky de la Pena chitarra e voce, Manlio Milazzi armonica, Andrea d’Ostuni batteria, Luca Demicheli basso. Poche note e lo spazio si apre scoprendo lo spirito del blues. La maestria del madrileno Tonky de la Pena è fuori discussione, uno dei pochi musicisti che mette il talento al servizio della musica. Il ritmo e le sue sinuose linee vocali scivolano nelle vene creando situazioni musicali abrasivi e ruggenti,

Sotto le corde della chitarra la vita sembra trasformarsi in essenza espressiva, in evocazioni che immancabilmente riportano al respiro americano, è un crescendo di tensione creativa al quale si affianca il soud dell’armonica del triestino Milazzi, la cui tecnica cristallina gli permette di lanciarsi in lunghi assoli per poi muoversi con scioltezza nei dialoghi con de la Pena. Il suo suono pulito e limpido, poi gutturale e sensuale, poi lirico e ammaliatore scivola variando, modificandosi. Ogni respiro è un’emissione capace di comporre una tavolozza cromatica cantabile, carica di riflessi, e a volte gravida di tensione trattenuta.

La sala del Gran Can trasuda vibrazioni avvolgenti, il pubblico, entusiasta, è incapace di stare fermo sulle sedie, sembra quasi interagire con la musica afferrando tutte le sonorità che gravitano dagli strumenti, come quando de la Pena con estrema abilità tecnica improvvisa “pigiando-suonando” sulle corde della chitarra un normalissimo bicchiere.

Il suo blues sembra rimandare al sentimento vestito di luci soffuse, di bicchieri dove il whisky non manca mai, di ricordi che navigano la voglia di riscatto amalgamandolo, però, al blues contemporaneo, full immersion di uno spettacolo denso ed energico che cavalca la verve del suono irrompendo con cuore anima e passione.

Il feeling che lega la band permette di gustare alla perfezione il suono caldo e trasparente, l’improvvisazione e la luminosa bellezza che scivola nell’armonizzazione dei temi. Gli irruenti passaggi della batteria di d’Ostuni sprizzano scintille riuscendo a dar vita a suoni e timbri incandescenti formanti perfette intelaiature ritmiche che sostengono i contributi insuperabili di de la Pena e Milazzi.

Più la musica va avanti più si ha la certezza di trovarsi di fronte ad una serata di grande musica, di grande blues. I solisti hanno raggiunto un temperamento incandescente, sembrano continuamente premere sull’acceleratore trascinati da de la Pena. L’effetto torrenziale di d’Ostuni e l’elasticità di tempo si amplifica e cesella le nostre sensazioni mentre Demicheli gli fornisce un valido sostegno con una propulsione instancabile che trasuda blues da ogni nota. Con l’aria rilassata e perfettamente sorretto da una’ottima tecnica, controlla ogni minuscola sfumatura dinamica e trasporta l’anima blues con quell’energia magnetica, trascinante nostalgia e allegria. È un fiume in piena, dove l’improvvisazione scivola e crea pagine uniche in cui vengono sublimate le singole esperienze dei musicisti, è musica, è blues che chiama ad esibirsi altri musicisti come il chitarrista Paolo Venturi ma soprattutto l’armonicista Marco Pandolfi, ed è subito pulsazione dal fondo dell’anima.

depenaIl feeling tra de la Pena, Pandolfi e gli altri componenti della band è palpabile, è seducente comunicazione che abbraccia il pubblico e rilancia il sound potente delle prime bands di Chicago. Il tempo con Pandolfi non ha epoche, non ha confine è eternamente in soluzione di continuità con lo sviluppo del suono nella coscienza moderna. Tutte le declinazioni del strumento nell’ampiezza armonica di Pandolfi, propagano la purezza del timbro, dell’intonazione e creano sinergie musicali con de la Pena. E’ una danza invisibile tra talento e passione. Entrambi alternano gli strumenti alla voce, calda, sensuale, capace di cogliere l’espressività del corpo per tramutarla in velluto sonoro.

Soffi, velature, impurità ed increspatura della voce s’innestano all’armonica e alla chitarra, un dualismo incalzante, estetico che fende l’aria e rilancia il paesaggio mitico del blues.

Il pubblico è letteralmente immerso nelle spettacolo, si muove all’interno del flusso musicale assorbendone gli effetti e con sentiti e lunghi applausi reagisce all’implosione emozionale che dilaga in sala.

Travolgente esibizione che permane nella mente e nel cuore come una diafana estensione del sentimento inconscio, particolare musica che continua a camminare sottopelle, è semplicemente blues.

di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
                  (21/11/2012)

GRAN CAN RistorArte WineHotel Via     G. Campostrini, 60 – 37029 Pedemonte di S. Pietro in Cariano (VR) Tel.   +39 045 7701911 – Fax +39 045 6800545 – www.hotelgrancan.it

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