Andrea Berton, dialogo alternativo con lo chef dallo stile moderno

Andrea Berton, curioso, coerente, determinato. I clienti sono molto più coscienti dell’esperienza “ristorante”, sono meno statici e molto più aperti alle nuove proposte. Si ha voglia di mettersi alla prova degustando piatti innovativi che possono aprire orizzonti sorprendenti.

di Antonella Iozzo

Milano – Dialogo alternativo con Andrea Berton una stella Michelin. Lo chef dallo stile moderno che inizia la sua avventura in cucina a Milano nella brigata di Gualtiero Marchesi per proseguire nei migliori ristoranti del mondo, fino al Ristorante che porta il suo nome, icona di stile e di gusto.
Ristorante Berton, a Porta Nuova Varesine, cosa ha determinato questa scelta?
Quando ho deciso di aprire il Ristorante su Milano cercavo una location nuova. Una sorta di luogo “vergine” dove il concept di moderno, di contemporaneo, di innovazione segnasse l’inizio di una nuova era. E quando passavo davanti al cantiere pensavo che era la location perfetta per il mio ristorante.

Dal Trussardi alla Scala al Ristorante Berton, il suo stile culinario
La cucina è molto sensibile agli stimoli esterni e le vibrazioni contemporanee che rilascia quest’area non potevano non entrare in sinergia con il mio spirito creativo dall’imprinting decisamente moderno. Il risultato è uno stile ancora più contemporaneo in perfetta armonia con la nuova Milano proiettata sempre più nel domani.

Secondo Andrea Berton è cambiato il gusto in questa nuova era?
Più che cambiato è migliorato. I clienti sono molto più coscienti dell’esperienza “ristorante”, sono meno statici e molto più aperti alle nuove idee, alle nuove proposte. Si ha voglia di mettersi alla prova degustando piatti nuovi, innovativi che possono aprire orizzonti sorprendenti.

Il suo concetto di innovazione
Aggiornarmi sempre e creare emozioni per chi assaggia i miei piatti, ma anche far discutere perché dalla discussione possono nascere nuovi input e nuove prospettive.

La sua cucina è sempre e comunque italiana o subisce influenze internazionali?
Non le darei un etichetta italiana o internazionale. È la mia cucina, legata al mio vissuto e alle mie esperienze.

Andrea Berton quando ha capito che sarebbe diventato chef?
Da bambino, quando andavo al ristorante con i miei genitori e cercavo sempre di guardare dalla porta della cucina,  i cuochi. È allora che si è innescato qualcosa in me, generando quella curiosità necessaria a questo mestiere.

E oggi quando va al ristorante cosa cerca?
Di stare bene, di vivere una bella esperienza e non è poi così difficile. In Italia abbiamo una qualità del cibo molto alta e gli chef hanno una personalità ben definita ciascuno con la propria cifra distintiva. Questo ci permette di vivere esperienze sempre nuove e sempre diverse.

C’è un piatto al quale è particolarmente legato?
Più che un piatto, è la mia idea del brodo che ho portato in cucina nelle diverse varianti, dandogli un valore diverso, un’espressione diversa e rappresenta molto bene il concept del mio lavoro.

Ingrediente preferito?
Il riso.

Nasce un nuovo programma televisivo in onda su RAI2 ogni martedì in prima serata, “Il Ristorante degli chef” in cui è protagonista insieme a Philippe Léveillé e Isabella Potì,”  Cosa ha determinato questa scelta?

Credo che la televisione sia un collegamento tra il pubblico e il nostro lavoro.  È entrata nel nostro mondo, fa parte del nostro mondo e rientra in quello che è l’evoluzione di settore.

Non pensa che ci sia troppa TV che parla di cucina?
Troppa poca. Sono convinto che la televisione aiuti tantissimo nella comunicazione, nel trasmettere a tutti ma in particolare ai giovani la dedizione cieca, l’impegno costante che richiede ogni tipo di lavoro. Se non si hanno le capacità si è tagliati fuori Non trovo negatività in tutto questo come sostengono in tanti.

Andrea Berton, cosa si aspetta da questo programma?
Vorrei che il pubblico avesse una visione a 360° della cucina, le sue mille sfaccettature dai diversi meccanismi alle soluzioni adottabili. C’è un mondo dietro un tavolo da ristorante ed essere chef significa avere capacità manageriali, costruire intorno a sé una squadra professionale e competente.

Che percentuale ha la passione nel suo lavoro?
Al 100%, è fondamentale, è la forza che ti spinge a migliorare.

Come descriverebbe la sua cucina
Lo dovrebbero fare gli altri, ma la definirei chiara e immediata.

È come descriverebbe Andrea Berton in tre aggettivi
Curioso, coerente, determinato.

Ristorante Berton
Porta Nuova Varesine 
Via Mike Bongiorno, 13, 20124 Milano MI
Telefono: 02 6707 5801
https://www.ristoranteberton.com/

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (03/12/2018)

 

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