Castel Flavon un ristorante dove il lifestyle del gusto svela bellezza

Castel Flavon Bolzano, un Ristorante dove il lifestyle del gusto svela la bellezza della location in un equilibrio tra antico e contemporaneo. Idillio di poesia culinaria e innovazione by chef Michele Iaconeta che ascolta il territorio e pulsa di attitudine innovativa e cosmopolita. Cuore rivolto alle origini e mente protesa verso una lucida e saggia innovazione fusion.

di Antonella Iozzo

Bolzano – Nella maggior parte delle fiabe c’è sempre un castello ad accendere la fantasia, ma quando tale fascinazione storica è la quintessenza di una favola culinaria il racconto si trasforma in un’emozionante e luminosa esperienza dei tempi moderni: Castel Flavon, un luogo senza tempo con il cuore nel passato e lo sguardo verso il futuro.  Un prezioso scrigno che custodisce l’arte dei sapori tra convivialità e gusto. Un ristorante unico, una location anticonvenzionale, una cucina espressiva fra evocazione altoatesina e visione cosmopolita firmata dallo chef Michele Iaconeta.
Castel Flavon, a pochi chilometri dal centro di Bolzano, si erge su un promontorio roccioso che regala ai suoi ospiti una vista spettacolare sulla pianura dell’Adige e sulla città di Bolzano. E’ stato costruito nel XII secolo dai Signori di Haselberg, il cui nome è legato al rione della città di Bolzano, Aslago.
Il maniero, sino al 19° secolo, ha avuto diversi proprietari, questo insieme allo scorrere inesorabile del tempo, ad incendi, e varie vicissitudini logorarono le antiche mura. Ma come una fenice, Castel Flavon rinasce dalle proprie cenere negli anni 2001 e 2002 grazie ad un importante restauro curato dell’architetto Dietmar Dejori che ne ha rispettato il layout secolare riportando alla luce i sotterranei, caduti nell’oblio, ed eliminando le sovrastrutture del 18° secolo.
Now Castel Flavon risuona di storia e di luce, sembra quasi giocare con il passato e librarsi in poesia nella sua forma originaria a tre ali decorate con elaborati cicli di affreschi.
Al suo interno, oltre a diverse sale per eventi privati e aziendali, troviamo il Ristorante Castel Flavon nella gestione lungimirante di Andreas Amort che regala ai suoi ospiti un viaggio multisensoriale nella bellezza pulsante il battito del bien vivre. Si scopre la gioia del palato, la musicalità dei profumi, la materica essenza dell’ambiente, l’orizzonte infinito di una vista che si apre allo sguardo.

Passione, cura per i dettagli e ricerca sono le linee guida del progetto che crea suggestione ed esplorazione del profondo, è una nuova bellezza carica di fascino e poesia, ed ecco che pareti con pietra a vista e rocce risalenti alle origini di Castel Flavon entrano in scena rivelando l’ambiente e il suo particolare legame con il paesaggio. È magia, è sogno ispirato dal passato e progettato per il domani grazie ad un design contemporaneo che giocando con il vissuto dona vita a sale uniche ed iconiche dove il valore del tempo rinsalda l’anima del Castello con il mood moderno in un inno di gioia che filtra dalle ampie vetrate.
Luce sulle emozioni imperante e disarmante, solo così il cielo sopra Bolzano catturano lo splendore del momento e nel segno ampio di una creatività che continua a dialogare con l’ospite.
Castel Flavon da vivere come una moderna attitudine dell’eleganza più glamour, una mise in place informale, sobria e raffinata c’invita ad entrare a passo felpato nell’universo gourmet dello chef Michele Iaconeta.
La sua è una cucina sapientemente modulata tra ricerca, tradizione ed innovazione nell’iperbole cosmopolita che affiora da una pulsazione asiatica. Punti forza: rispetto ed esaltazione della materia prima, sempre di assoluta qualità, la sua origine, pugliese e il territorio, quello altoatesino.
Questione di feeling che trionfa in purezza dei sapori e sottile fascinazione olfattiva, inizia così un viaggio introspettivo nelle fibre dell’ingrediente, nella sua evoluzione in piatto da gustare con i sensi. Un menu a la carte e diversi menu degustazione, ciascuno dei quali esprime la forza di un’idea: “Terra”, “Tradizione”, “dal Bosco al Mare”, il più espressivo e rappresentativo, un itinerario che unisce identità, evoluzione, creatività fusion.
In sala il servizio è curato dal sommelier e direttore di sala Salvatore Loprete è attento e dedito al piacere del dolce naufragar fra una vista fuori dal comune e un’area intima armonica che permea la sala.
Aperitivo come una danza di diverse consistenze, fragranze e colori vivaci che creano scenografiche impressioni di gusto senza confini ad iniziare dalle Tagliatelle della nonna al Salsa thai, come dire la tradizione incontra il mordente leggermente piccante del richiamo orientale e solletica il palato con esprit emotivo e croccantezza data dalle verdure.

Un volo planare che perlustra le coste mediterranee e riporta in superfice un Polpo piastrato alla perfezione con delicata Spuma di patate e il nuovo tocco della tradizione con la Foglia della zucchina, quasi un assaggio in purezza.
Croccante e vocato al carattere altoatesino l’Asparago bianco di Terlano nella carezza della vaniglia e della bottarga di muggine. Musicalità vibrante che raggiunge l’apice con la Carota sprint come la definisce lo chef Iaconeta che della carota recupera ogni sua fibra, un piccolo cono ricavata dalla sua buccia che contiene il suo estratto dolce e armonico quanto basta per farci sognare. Nel calice il Brut Cuvée Celést Haselburg, dal perlage fine e persistente.
Semplicemente lucida creatività “Granchio reale – Carota, rafano, tofu di mandorla” un gioco di fragranze abbracciano il lifestyle altoatesino e ne flettono le coordinate culinarie in un paso dople dl mood internazionale e incanta con amore di casa.
Il granchio è protagonista ma è il suo corollario a renderlo libertà espressiva che sfuma il richiamo dolce del tofu di mandorla per poi vibrare note decise del rafano. Il sommelier Salvatore Loprete ci versa Stoan della Cantina Tramin, un magnifico blend in cui predomina lo Chardonnay, morbido, armonico delicatamente minerale e sapido.
Se si aspira all’autenticità, all’assoluto del sapore gli ““Spaghetti” al cardoncello d’Aldino – Tartufo nero” ne sono la massima espressione. Parla il fungo, il cardoncello che rivela la sua natura, la sua aromaticità, il suo profumo intenso. Dal suo gambo gli spaghetti, dal suo cappello l’essenza si fa gusto pieno, profondo articolato. La sua consistenza e le sue note leggermente dolciastre e terrose hanno stimolato la tecnica e l’inventiva dello chef che le dona nuova espressività per un assaggio che ne celebra la sua complessità olfattiva e gustativa.
Ristorante Castel Flavon, un’oasi gourmet con atmosfera che fluttua nelle infinite sfumature del cielo. Lo spazio si dilata e le mille ispirazioni del contemporaneo culinario trovano libertà espressiva grazie allo chef Michele Iaconeta.
I suoi piatti sono sapientemente presentati, spiegati dal sommelier Loprete, che con molto garbo ne esalta le qualità affascinando l’ospite.
Il bianco della mise en place moltiplica la luce e offre lo sfondo ideale per la modulazione dei contrasti cromatici che indossano i piatti come il “Risotto – Nduja di cervo, limone candito e salvia”, non il classico risotto ma un elaborazione di gusto che celebra il territorio scegliendo il cervo, con praline di nduja croccanti ma dal cuore morbido la cui leggera note piccante diventa intrigante retrogusto,  la freschezza con il limone candito in forma di gel e il burro per la mantecatura che esalta anche il  fondo di cervo, tutto in un boccone che srotola lentamente velluto sonoro.
Decisamente diverse le “Linguine – Salmerino, sedano”, leggerezza, freschezza, vibrazioni vivaci quanto delicate di un salmerino che diventa elegia gustativa e olfattiva. Mai una colatura di salmerino è stata così lirica e impalpabile nell’avvolgere la linguina con molta musicalità fino a incontrare il riverbero jazz della polvere di sedano verde, plus del piatto.
Sinergie di sapori, unioni di culture, tutto in una sinfonia culinaria che esprime l’evoluzione di un pensiero, quello dello chef Michele Iaconeta, capace a dar vita ad esplosioni di gusto, “Manzo di razza Grigia Alpina arrostita – Radici, Radicchio, caviale”.
La vera cucina non scende mai a compromessi e questa celebrazione di culture diverse e lontane, interpreta il desiderio di affascinare con una linearità gustativa che mettendo in primo piano il manzo, essenza del territorio, ci proietta in una estetica del gusto che sa guardare oltre l’ovvietà degli abbinamenti, costruendo un sapore unico dilagante in una salsa teriyaki gustosissima.  Il manzo, cotto alla perfezione, sprigiona la purezza di ogni sua fibra mentre il radicchio ne governa l’afflato, che a sua volta è abbracciato dalla sapidità del caviale.
Un romanzo in sol gesto, un virtuoso dialogo che svetta nel diletto della contaminazione culinaria. E quando la classicità intraprende la vie en rose della creatività, l’emozione si fa gusto con il “Piccione Curry di bosco, insalatina, funghi Shiitake, papaya verde”.
Un sogno materico che rivela l’artigianale abilità dello chef Michele Iaconeta nel trarre dal piccione, carne dal sapore intenso e deciso, la massima espressività.
Un piatto stratificato, dove ogni elemento ha il suo perché. Nel Calice il Lagrein Riserva ‘Abtei Muri’ Muri – Gries, corposo, fresco, elegante e dal finale speziato, perfetto.
Ristorante Castel Flavon, un memorabile ritratto di sapori, profumi e fragranze coglierne l’essenza è come fermarne l’equilibrio perfetto in un istante senza tempo.

Tra vivacità culturale e gusto, il pre-dessert con la freschezza intensa del Fiore di sambuco e Foglia di limone bilanciata dalla cremosità del mascarpone, attrae le sinapsi resettando il palato, conducendoci alla loquace seduzione del dessert: “Namelaka al caffè”, vaporosa quasi etera mousse fra la profondità del cioccolato e l’appagante calda nota del caffè, brivido intenso e deciso nel sentimento che danza sottopelle stemperato dal sorbetto ai frutti di bosco.
Alchimia più fresca e dinamica la suite orchestrata dal “Cocco- Gelato al pistacchio, mango, lime”, una lineare libertà espressiva dalle nuance dolci e delicate. E la piccola pasticceria? Magiche rivelazioni, dalla tartelletta al caramello alla piccola caprese con mango, fino alla pralina di cioccolato e cocco, tutto il resto è seduzione sospesa nel tempo.
Ristorante Castel Flavon e lo chef Michele Iaconeta, idillio di poesia culinaria e innovazione che ascolta il territorio e pulsa di attitudine innovativa e cosmopolita. Cuore rivolto alle origini e una mente protesa verso una lucida e saggia innovazione fusion.
Ristorante Castel Flavon dove il lifestyle del gusto svela la bellezza della location in un equilibrio tra antico e contemporaneo che inizia dal giardino del maniero: natura, vista, erbe aromatiche e ortaggi per una totale immersione nella sua anima gourmet magnificata dall’ospitalità e dal senso di accoglienza di Andreas Amort e dell’intero staff.

Castel Flavon
Via Castel Flavon, 48
39100 Bolzano – BZ
Tel. +39 0471 40 21 30
https://www.haselburg.it

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (01/05/2025)

Photo: Courtesy by Castel Flavon and Michele Luongo

 

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