Giovanni Busi, la loquace comunicativa del Consorzio Chianti

Giovanni Busi, la loquace comunicativa del Consorzio Chianti. Il Chianti è indubbiamente una locomotiva importante per la Toscana, a Anteprime di Toscana si affianca a realtà più piccole ma di alta qualità e fortemente rappresentative le differenze territoriali della nostra regione.
di Antonella Iozzo e Michele Luongo

Giovanni-Busi-Presidente-Consorzio-Chianti-byLuongoFirenze – Giovanni Busi, Presidente del Consorzio Chianti nonché produttore interagisce con passione, vivacità intellettuale ed esperienza con il territorio esaltando e promuovendo la qualità e l’unicità che ritroviamo in calici di espressioni toscane. Un impegno costante aperto alle novità e foriero della tradizione che decolla sempre più sul mercato internazionale.

Prima edizione di Anteprime di Toscana
Un biglietto da visita vincente che vede riuniti ben 18 Consorzi. La Toscana è fatta di tante denominazioni la maggior parte sono denominazioni conosciute in tutto il mondo come il Brunello, il Chianti, il Chianti classico, il Nobile, la Vernaccia, oggi a queste si affiancano realtà più piccole ma di alta qualità e fortemente espressive le differenze territoriali della nostra regione. Essere qui, tutti insieme, significa quindi presentarsi nel modo migliore e più completo possibile sia al mercato internazionale sia alla stampa.

Riunire insieme i Consorzi è stato facile?
Io parlo da Presidente del Consorzio del Chianti, i miei soci hanno condiviso subito l’idea, ma in generale non ci sono state grosse difficoltà , tutti hanno accettato con entusiasmo.

Cosa si aspetta da questa edizione?
Sicuramente riusciamo a offrire un maggior servizio alla stampa che in una sola giornata riesce a degustare qualsiasi denominazione. Forse il focus sulla nostra denominazione, il Chianti, è leggermente inferiore rispetto a quello degli anni scorsi, ma ritengo che guadagniamo molto in immagine che, grazie a voi giornalisti, genera un ritorno.

Il suo primo pensiero di questa mattina?
Speriamo vada tutto bene

Secondo Lei il Chianti riveste sempre un ruolo da protagonista nella promozione internazionale della Toscana ?
Il Chianti è indubbiamente una locomotiva importante per la Toscana. Se pensiamo che si distribuiscano più di 105 milioni di bottiglie, appare subito chiaro che è la denominazione più conosciuta , il binomio Chianti – Toscana poi, è, difatti, un concreto richiamo internazionale.

Che cosa rappresenta per Lei il Chianti e il vino in generale?
Da Presidente dovrei darle una risposta politica e lascio cadere, da produttore le dico che sono fiero della mia produzione. Costatare che l’impegno, la passione, l’entusiasmo con il quale giornalmente affronto il mio lavoro sono recepiti, riconosciuti dal mercato, è una grande gratificazione.

La soddisfazione maggiore?
Si ha, quando si vende una bottiglia in più

L’iniziativa “Chianti fresco”, lanciata la scorsa primavera – estate, sembra sia andata bene …
Si, molto bene. Sul momento è stata presa come una provocazione poi il consumatore ha capito il messaggio: poter degustare il Chianti con la temperatura di servizio ottimale anche nei mesi più caldi.

Le sofisticazioni del vino tramite kit venduti on line hanno interessato anche il vostro mercato?
Con il Consorzio da circa un anno abbiamo iniziato un controllo molto rigoroso, severo e capillare in tutto il mondo. I kit sul Chianti trovati in internet sono spariti nel giro di 24 ore, ovviamente il nostro ufficio monitora giornalmente perché le truffe sono sempre dietro l’angolo.

Un suo invito ai lettori di Bluarte e ViaCialdini a bere Chianti
Il Chianti è fatto di sangiovese e il Sangiovese è uno dei pochi vitigni italiani con quella particolare vena di acidità che le aziende solo con il tempo sono riuscite un po’ a domare rendendolo accattivante, morbido e persistente allo stesso tempo. E’ uno dei migliori vini da pasto, esalta i cibi più diversi anche quelli orientali, come hanno rivelato i nostri tasting internazionali e poi fa stare bene con sè e con gli altri.

Un brindisi in rosso Chianti, ma se parliamo di bianchi?
Per rimanere in Toscana, naturalmente Vernaccia.

 

di Antonella Iozzo e Michele Luongo ©Riproduzione riservata
                  (21/02/2014)

 

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