Italian Wine Ambassador con VIA

Ambasciatori del vino si diventa con il primo corso di specializzazione sul vino italiano, nell’ambito di VIA Vinitaly International Academy ideata da Stevie Kim. Un progetto importantissimo che formerà nuovi esperti capaci di portare per il mondo la qualità vitivinicola italiana.

di Antonella Iozzo

Stevie-and-IanComunicare il vino italiano è importante quanto produrlo. Dal terroir alla bottiglia la filosofia del produttore, dalla bottiglia al mercato internazionale la conoscenza tecnica e la capacità divulgativa di esperti del settore che sappiano veicolare le molteplici varietà con competenza e professionalità e contemporaneamente interagire con i diversi mercati.

Se wine lovers si nasce, ambasciatori del vino si diventa con il primo corso di specializzazione sul vino italiano, nell’ambito del progetto “VIA”, Vinitaly International Academy. I seminari si svolgeranno a Verona dal 16 al 20 marzo e saranno condotti dal giornalista ed esperto di vino Ian D’Agata.

Saper guardare lontano, crea lungimiranti visioni che, oggi, con Vinitaly International Academy diventano formazione ed innovazione, incipit per un sano dinamismo economico. È Stevie Kim l’anima pulsante di VIA, ideata nel 2014 insieme a Ian D’Agata (Direttore Scientifico di VIA). Stevie Kim (Managing Director di Vinitaly International) dal piglio energico e creativo è fortemente convinta dell’importanza della formazione per essere domani la new generation della comunicazione nell’ambito del vino italiano.
Stevie, in base alla sua esperienza la comunicazione oggi risente di poca formazione?
<< Si, decisamente. La forza e, nello stesso tempo, la debolezza (da un punto di vista comunicativo) del vino italiano sta nella sua grandissima varietà.  Si calcolano 330 DOC, 73 DOCG e più di 541 vitigni autoctoni, per cui spesso professionisti stranieri si trovano a non saper maturare una corretta conoscenza delle realtà vinicole del Bel Paese e quindi a veicolare le proprie nozioni in maniera accurata e standardizzata al consumatore finale. Quest’ultimo spesso poco avvezzo al consumo di vino in genere e del vino italiano in particolare, finisce con il fare le proprie scelte solo sulla base di parametri di brand e di prezzo, senza saper cogliere le caratteristiche distintive di ciascun vino. Tutto ciò a maggior ragione in paesi come la Cina dove alla scarsa conoscenza del vino italiano oscurato dal predominio di brand francesi, si sommano difficoltà anche di carattere linguistico >>.

Cosa prevede per i nuovi Italian Wine Ambassador e Italian Wine Expert, i due livelli di certificazione previsti dai seminari, rispettivamente idoneità alla divulgazione delle caratteristiche del vino italiano, e idoneità a far parte del corpo docenza VIA?
<< Vogliamo creare dei giovani davvero in gamba che possono parlare nei loro paesi natii dei vini italiani con piena cognizione di causa. Le nuove leve saranno il collante, il traino, tra domanda e offerta nel mercato internazionale >>.

Un progetto importantissimo che formerà nuovi esperti capaci di portare per il mondo la qualità vitivinicola italiana. Landscapes d’eccellenza dalle molteplici sfumature che richiede figure professionali in grado di tracciare le linee guida del vino inteso come cultura, come parte del nostro patrimonio, come verità territoriale, in modo semplice e coinvolgente adatto sia ad un pubblico inesperto che di settore. Stevie, secondo Lei cosa ha determinato successo di questo primo anno di attività?
<< Siamo sempre stati molto ottimisti: si tratta di un progetto nel quale crediamo molto e nel quale ci siamo impegnati con notevoli sforzi di tempo e energia.
Il progetto è stato organizzato e strutturato in modo tale da risultare fortemente innovativo fondando il suo successo da un lato sulla credibilità ottenuta in tutti questi anni dalla più grande fiera dedicata al vino, Vinitaly, e dall’altra sulla presenza di un esperto di vino riconosciuto e stimato a livello mondiale quale è Ian D’Agata. E’ questo tipo di credibilità e fama che la Vinitaly International Academy (VIA) deve avere ed emanare, in modo tale da essere riconosciuta come il “gold standard” per l’educazione al vino italiano per i professionisti che lavorano all’estero e che trovano il mondo del vino italiano affascinante ma sinceramente un po’ complicato>>.

Promuovere traducendo in forti e costanti relazioni l’universo vino italiano, amplia le prospettive del mercato e ridefinisce il concept della nuova comunicazione, Stevie L’identikit dei 50 ambasciatori del vino italiano nel mondo firmato Vinitaly International Accademy che vedremo a breve?
<< Questo ormai non è più un segreto, potrete vedere i loro volti e sapere di loro visitando il nostro sito nell’area dedicata: http://www.vinitalyinternational.com/via/candidates . Le iscrizioni alla prima edizione del corso di marzo si sono chiuse a gennaio e numerosissime sono state le candidature di personalità di alto livello del mondo del vino provenienti da tutte le parti del mondo: Australia, Austria, Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Hong Kong, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, Singapore, Stati Uniti, Ucraina.
Basti pensare che circa il 20% dei candidati sono già studenti del corso “Master of Wine” dell’Institute of Master of Wine di Londra mentre un altro 20% sono  chief sommellier o general managers di alberghi e ristoranti prestigiosi di tutto il mondo (Hyatt, Four Seasons, Shangri-Là, altri). Molti, infine, sono comunicatori leader del vino nei loro rispettivi paesi, titolari di scuole di vino locali o giornalisti conosciuti ed apprezzati dai loro concittadini.

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (19/02/2015)

Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1