Mauro Lunelli, face to face with Cantine Ferrari

Spirito di famiglia che ci porta a coniugare Arte e industria. Abbiamo la passione per le cose fatte bene, desideriamo che ogni bottiglia sia curata come se fosse una creatura.
di Antonella Iozzo

Mauro-LunelliTrento – Mauro Lunelli, passione declinata in qualità. Una storia, o meglio la storia che tramanda da generazioni l’Arte del Metodo Classico. Uomini, valori, identità, alta professionalità, le radici del futuro nell’armonia delle bollicine Ferrari.
Chi era Giulio Ferrari e cosa ha rappresentato per la famiglia Lunelli?
Giulio Ferrari è stato il fondatore della nostra azienda. Le nostre strade s’incontrano nel 1952 quando, non avendo eredi, decise di vendere l’azienda a mio padre. La trattativa fu molto complessa perché aveva ricevuto tante richieste, perfino la Motta si era fatta avanti, ma il suo desiderio era che l’azienda restasse in Trentino e in mano di chi si fidava, di chi portava avanti il suo spirito. Mio padre era, all’epoca enotecario, era l’uomo giusto.
Le Cantine Ferrari oggi
Oggi siamo sempre un’azienda strettamente familiare. Puntiamo esclusivamente su Trento D.O.C. cioè lo spumante Ferrari Trento D.O.C. , denominazione d’origine da noi fondata, e quindi sulla qualità che ci viene garantita da un clima particolarmente favorevole, da quote che variano fra i 300 e i 700 metri s.l.m., da escursioni termiche fra il giorno e la notte importanti per i profumi dell’uva in fase di maturazione. Caratteristiche simili a quelle della Champagne zona che Giulio Ferrari esperto viticolo ed enologo di fine 800, conosceva benissimo da qui la sua intuizione creare un prodotto che al 1947 si chiamava appunto Champagna.
La fedeltà al Metodo Classico una costante o una mission?
Per noi Ferrari è Metodo Classico, non si potrebbe fare diversamente.
Azienda di famiglia che parla un linguaggio internazionale?
Assolutamente si. I nostri ragazzi sono la terza generazione e viaggiano spesso per il mondo, promuovono, comunicano la nostra filosofia, tengono conferenze, proprio in questi giorni Matteo è salito in cattedra presso uno dei più prestigiosi atenei internazionali, l’Harvard University per una lezione sull’italianità e sui nostri prodotti. La nostra è un’azienda di famiglia dalla struttura molto solida e per rimanere tale abbiamo delle regole che disciplinano l’ordinamento interno: per essere operativi in azienda un familiare deve essere laureato, conoscere minimo due lingue straniere, trovare uno spazio che non sia occupato da altri e deve aver lavorato minimo tre anni all’esterno del gruppo familiare, cioè alle dipendenze di una società esterna, perché per comandare bisogna avere obbedito. Sono punti fermi fondamentali per mantenere l’azienda solida, integra e al vertice della qualità.
E il mercato internazionale?
Esportiamo solo il 15% dei prodotti ma siamo presenti in 50 Stati. Il Giappone è il nostro mercato più importante seguono gli Stati Uniti e la Germania, da qualche anno, poi, siamo anche presenti nel monopolio svedese con consumi significativi.
La melodia dello chardonnay e la poesia del linguaggio artistico, arti che s’incontrano?
Si, è uno spirito di famiglia che ci porta a coniugare Arte e industria. Abbiamo la passione per le cose fatte bene, desideriamo che ogni bottiglia sia curata come se fosse una creatura. È il dettaglio che fa la qualità, come nei quadri o nelle sculture.
Ascoltando uno spumante Ferrari cosa ci rivela?
L’armonia, sinonimo di qualità e poi l’annata. Il mio “Giulio Ferrari” che ha più di dieci anni di maturità dimostra come il prodotto si evolve nel tempo, merito della qualità dell’uva e del lavoro in cantina. Le racconto un aneddoto, molto significativo, essendo enologo frequento anche l’Associazione Nazionale Enologi e qualche anno fa, ad un’assemblea ho iniziato la mia relazione dicendo: “cari colleghi come ben sappiamo il vino buono si fa in campagna, è l’uva a determinare la qualità”, ebbene, ho suscitato molte perplessità, a dir poco, perché si parte dal presupposto che è l’enologo, in cantina, a fare il vino buono. Ho spiegato che la nostra abilità sta nel saper prendere un’uva di alta qualità e di trasformarla in un vino di alta qualità, cosa molto difficile. Con un’uva mediocre otterremo un vino sufficiente ma mai eccelso.
Il carattere di uno spumante Ferrari?
Lo determina essenzialmente il vigneto, il territorio. Il “Giulio Ferrari, per esempio, si produce solo con uve del vigneto di Pianizza, un vigneto speciale, qualificato tale anche dai ricercatori dell’Istituto Agrario di San Michele che lo ritengono ottimale per il vino bianco.
Il lato che emerge maggiormente della sua personalità?
La passione perché per me il lavoro in cantina è passione. Una passione chiamata Ferrari e spumante in particolare.
Altre passioni?
Ho una grande passione per la montagna e il fine settimana si alterna in funzione della stagione, dallo sci all’aliante. Ne posseggo uno e spesso vado a volare e incontrando il cielo libero e puro.
Il sentimento più nobile in un uomo?
La correttezza e l’onestà.
E quello più autentico che rilascia un calice di Ferrari?
Gioia, allegria, felicità.
Il vino spumante che più la rappresenta?
Naturalmente il “Giulio Ferrari”, il mio primogenito e poi è anche il vino che ci ha dato le soddisfazioni più grandi a livello internazionale.
Il colore che interpreta le Cantine Ferrari?
Non ci siamo mai identificati in un colore, per il semplice fatto che non siamo monogami, a noi piacciono le infinite varietà dei colori, sposare un solo colore è limitante e limitato.
Tre aggettivi per definire le Cantine Ferrari
Qualità, serietà, continuità.

Ferrari F.lli Lunelli s.p.a.
via Ponte di Ravina – Trento Italia
Tel 0461 972 311 fax 0461 913 008
http://www.cantineferrari.it/

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (24/10/2013)

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