Moscato D’Asti, profumo creativo

Moscato D’Asti, un vino dolce che svelandosi rivela la storia, la tradizione, l’autenticità del gesto, ma anche la modernità con la sua verve e il suo ampio respiro. Arte del profumo che ha sedotto numerosi chef, artefici di originali creazioni culinarie
di Antonella Iozzo

Collisioni-Moscato-sala-degustazioneBarolo (CN) – Al Festival Collisioni le forme del gusto si aprono al mondo dei sensi, una poetica espressione che ridefinisce il sogno del gusto in un inno al piacere con la degustazione “Un matrimonio felice. La torta di nocciola incontra il moscato” presso l’enoteca Regionale di Barolo. Una felice combinazione per un mosaico di emozioni modulati da Fabio Turchetti de Il Messaggero e dai suoi ospiti Bijan Jabbari (L’Avis du Vin, Le Figaro, USA), la sottoscritta ( rivista Bluarte), Brian St.Pierre (Decanter, England) e i Produttori della Regina Nocciola di Cravanzana.

La dolce fascinazione del Moscato mostra la sua eleganza, la sua freschezza, la sua evanescenza pop, cosi amata e celebrata da cultori del bere, wine lover e chef. Un romanzo in bollicine dalle origini antichissime, già nel 1300 troviamo il termine moscato o moscado che si riferiva ad un’essenza preziosa usata in profumeria. Il massimo sviluppo si ebbe intorno al 1500 quando il duca di Savoia Emanuele Filiberto, detto” test de fer” per la sua caparbietà, decise di riorganizzare lo stato tenendo in grande considerazione la viticultura, già allora volano dell’economia.

Visioni ed evocazioni accompagnano la sua lunga tradizione che vede sul podio il Moscato d’Asti, tranquillo e il Moscato Spumante d’Asti.

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Dicevamo eleganza che ricama i sentori floreali, la sapidità, l’acidità, un’evaporazione che entusiasma e accorda i palati di Bijan Jabbari e Brian St.Pierre.

Un vino dolce che svelandosi rivela la storia, la tradizione, l’autenticità del gesto in una dolcezza mai stucchevole, ma anche la modernità con la sua verve e il suo ampio respiro. Arte del profumo che ha sedotto numerosi chef, artefici di originali creazioni culinarie. E se la Torta di nocciola e l’abbinamento per eccellenza, un classico senza tempo, soprattutto, se le nocciole sono quelle di Cravanzana, le “Pesche al forno con amaretti” proposte dallo Chef stellato Alfio Ghezzi, della Locanda Margon a Trento, sono un’elegia d’inedite sensazioni fruttate, appeal emozionale ampio che il “Riboli Moscato D’Asti Fantasia 2013”, molto fine e raffinato, come conferma anche Bijan Jabbari, amplifica con estrema raffinatezza.

Profumi più che mai evocativi, che dipingono il ritratto della tradizione e dell’azienda produttrice, è il caso del “Ceretto Moscato d’Asti 2013”, sembra quasi ravvivare un ricordo perso nella notte dei tempi, una morbida fragranza aromatica che ben si bilancia con il “Risotto al limone con gamberi rossi e asparagi di mare”, appositamente creato dallo Chef Gennaro Immobile, del Ristorante LARTE a Milano. Sapore mediterraneo che incontra la vivacità calibrata del Moscato. Un’orchestrazione perfetta che gioca sugli accordi, modula la freschezza del limone alla sapidità della salicornia, asparago di mare, una melodia che incontra l’intensità del moscato vestendosi di luce, tutto il resto è sospensione del tempo, per un effluvio sensoriale unico.

Collisioni-Moscato-Risotto-Chef-ImmobileModerne declinazioni che portano il Moscato sul palcoscenico culinario internazionale, è un incontro che genera gusto, introducendo nei menù dei migliori ristoranti la migliore espressione del Made in Italy, ed un dessert può divenire ambasciatore di cultura enogastronomica. Succede con l’incontro tra il “Cioccolato bianco opalys, sorbetto di finocchio, essenza di aneto e granella di pasta frolla” dello Chef stellato Luis Haller di Castel Fragsburg a Merano, e “Scrimaglio Moscato d’Asti Grani di Sole 2013”. Il bianco immacolato, cremoso rivela aromi armoniosi di latte fresco e vaniglia naturale, la nota verve del finocchio , il dolce che ricorda gli agrumi dell’aneto e il croccante della pasta frolla scivola nell’effervescenza del Moscato. Una danza che suggella la suadenza tipica di questo elisir e ci rimanda al canto della luna.
Interazioni di sapori che affiancano anche tradizioni regionali è il caso dello “Strudel” tipico altoatesino dello Chef Stefan Unterkircher del Ristorante Ritterhof, a Caldaro (Bz), e del “Cuvage Free Soull Moscato 2013”. L’uva sultanina, le mele, i pinoli, la pasta frolla, la buccia di limone vengono ben esaltate dalla leggera fragranza del Moscato nella sua natura più vera. Senza solfiti , da terreni fortemente vocati e con la passione che rinasce espressione Moscato.

Interpretazioni e suggestioni per esperienze sensoriali che immancabilmente ci riconducono al territorio, alla cultura del gusto, alle tradizioni enogastronomiche che hanno legato, in questo caso il Moscato d’Asti alla Torta di Nocciola, un dolce dalle antiche tradizioni e dalle umili origini, veniva , infatti, preparata per Natale nelle case dei contadini con le nocciole avanzate dal raccolto estivo, una delizia o meglio una vera tentazione se gustata calda con lo zabajone al moscato. Moscato d’Asti e Torta di Nocciola due prodotti principi da preservare e valorizzare per un futuro con radici nel proprio passato.

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (30/07/2014)

 

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