Wolfgang Klotz, piglio dinamico della Tramin

Noi siamo molto legati ai produttori, cerchiamo sempre di farli sentire come il cuore pulsante della Cantina, per noi è importante che ogni produttore si senta parte integrante.
di Antonella Iozzo

Wolfgang-Klotz-Cantina-TraminTermeno (BZ) – Wolfgang Klotz, giovane, dinamico, intraprendete. È il direttore della Cantina Tramin, con piglio deciso e moderno proietta nel domani la più autentica espressione dell’Alto Adige. Profumo di vini che racchiudono tutte le caratteristiche rilasciate dalle micro zone, tutte le emozioni nel viverli e interpretarli.
Ci può raccontare brevemente la storia della cantina Tramin?
Fondata nel 1898 da un piccolo gruppo di produttori è stata fra le prime cooperative della zona. Oggi è una realtà molto importante con più di 200 ettari di coltivazione e quasi 290 contadini viticultori.
La vostra filosofia?
Produrre vini legati al territorio, alla cultura dei luoghi, i gesti delle persone che lavorano la terra, vini che evocano con i loro profumi l’unicità dell’Alto Adige.
Storia, territorio, tradizione come traghettare l’immagine Tramin nel futuro?
Continuando il nostro lavoro sempre con competenza e professionalità e in perfetta sinergia con la natura. Un legame dalle forte potenzialità capace di tradursi in qualità, in cura per i dettagli, in attenzione e rispetto per i vigneti e per il lavoro dei produttori.
Cosa vi ha spinto ha intraprendere la sfida dell’agricoltura ecosostenibile e quanto è importante per voi?
Il sentimento di ciò che siamo e di ciò che viviamo. Se vogliamo continuare nel nostro lavoro dobbiamo farlo rispettando l’ambiente circostante. Per garantire un futuro che sia sinonimo di qualità della vita con tutto ciò che implica è fondamentale preservare questo patrimonio.
In che modo l’innovazione entra concretamente nella vostra azienda?
Entra a piccoli passi. Il grande salto è stato fatto negli anni90’ quando si è deciso di puntare sulla qualità e non sulla quantità e cercando di comunicarlo nel modo più diretto, semplicemente portandola nel bicchiere. Qualità è ancora oggi la parola d’ordine, il punto cardine della nostra produzione.
Come s’interpreta un vitigno e come si mantengono le sue caratteristiche nella lavorazione?
Ascoltando la natura e capendo le differenze delle micro zone, cambianti dovuti al terreno, alle altitudine diverse, alle diverse esposizioni e poi lavorando nel modo più soffice in cantina per non perdere le sfumature organolettiche di ogni varietà.
Il rapporto con i produttori su che coordinate si sviluppa?
Noi siamo molto legati ai produttori, cerchiamo sempre di farli sentire come il cuore pulsante della Cantina, per noi è importante che ogni produttore si senta parte integrante. Durante l’anno organizziamo anche degli incontri nei quali spieghiamo i cambianti, le novità le direzioni da seguire in vigna, inoltre sono sempre molto seguiti sia dall’enologo che dall’agronomo, e poi è anche importante che chi porta in Cantina la qualità superiore venga premiato nel modo giusto.
Pinot Grigio, Lagrein, ma sul podio c’è il Gewürztraminer ….
Si, è la nostra varietà più importante e la più presente nelle nostre zone
Come si racconta un Gewürztraminer?
Questo vitigno autoctono è unico dal punto di vista olfattivo, regala una sinfonia di profumi particolarissima, più che raccontarlo bisogna degustarlo con tutti i sensi. Prodotto nel modo tradizionale della nostra zona, esprime eleganza, grande mineralità e quelle giuste note secche che ci regalano una piacevolissima esperienza e poi si abbina benissimo alla gastronomia soprattutto a piatti aromatici.
L’infinito in un calice di Gewürztraminer come si degusta?
Respirando il tempo, la pazienza e il tavolo giusto cioè la buona compagnia
Vini d’Autore e Monovitigni, le due vostre etichette …
Si, tra i vini d’autore il più importante è il bianco Stoan, un blend di Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Gewürztraminer. Tra i Monovitigni legati, ovviamente, alle micro zone mi piace ricordare il Pinot Grigio Unterebner che produciamo da 20 anni e che proviene da un vigneto situato a Sella a Termeno, poi il Montan Sauvignon, più recente, che proviene da Montagna. Urban Lagrein che proviene da un vigneto bellissimo, storico con viti che hanno più di 100 anni di storia. Nella micro zona, Villa a Egna e Ora.
Architettonicamente la vostra cantina è una proiezione armonica di linee proiettate nel futuro …
È una cantina che regala alla zona valore aggiunto. La parte migliore che regala questa struttura è la vista: si può assaggiare un vino e nello stesso tempo vedere il vigneto da dove proviene.
Come comunicare sinteticamente l’essenza Tramin?
Il nostro più grande comunicatore è il vino stesso, naturalmente curiamo molto la comunicazione in ogni settore.
La musica che rilasciano i vostri vini?
Quella rilasciata da una grande partitura orchestrale, perché solo armonizzando ogni più piccolo elemento può nascere la vera musica.
I colori che assocerebbe alla vostre etichette?
Il giallo paglierino e il verde della natura, colori che riconducono ai vini.
Il sogno che rinasce ogni mattina nelle cantine Tramin?
Quello di lavorare sempre meglio sui vini per regalare grandi esperienze ai consumatori.
E quello che dimora nella sua anima?
Condividere il piacere che sta nel vino con le persone che s’incontrano.
La vocazione Tramin in tre aggettivi
Forse è troppo riduttivo, direi una grande emozione legata ai profumi di questi vini

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (16/08/2013)

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