Wolfgang Tratter, l’enologo nel bicchiere

Wolfgang Tratter. L’Alto Adige è la terra d’origine del Lagrein, della Schiava, del Gewürztraminer ed è qui che sviluppano in pieno la loro identità, e questo è un importante fattore di esportazione e di riconoscibilità.
di Antonella Iozzo

Wolfgang-Tratter-San-PaoloSan Paolo – Appiano (BZ) – Wolfgang Tratter, il vino per lui è territorio, cultura, tradizione qualità, ogni vigneto ne è l’espressione. Caratteri unici che rendono inconfondibili i vini dell’Alto Adige. Sente la Cantina St. Pauls come il cuore pulsante della comunità, un battito che genera condivisione e crea sistema.

Come inizia la storia della Cantina St. Pauls?
Inizia nel 1907 quando 36 viticoltori provenienti da San Paolo, Missiano, Monte e Riva di Sotto fondano la cooperativa Cantina Produttori San Paolo per poter vinificare direttamente la loro vendemmia.

Oggi la Cantina St. Pauls conta più di 200 soci, una realtà di un certo spessore …
Si, se si pensa ai circa 180 ettari di produzione può sembrare molto grande ma per noi è come un’azienda familiare. Ci sono circa 200 famiglie impegnate nella lavorazione delle varie zone e la dedizione di ogni famiglia è un sincero atto d’amore non solo verso il vigneto ma anche verso la Cantina di cui si sentono parte integrante, è come se ogni famiglia curasse il proprio giardino. Questo rapporto è la linfa che alimenta la nostra cantina aiutandoci sempre di più a produrre vini di massima qualità.

Cultura, storia, esperienza, i vostri punti cardine?
Sono le direttive che uniscono la Cantina al paese e viceversa. È un coinvolgimento molto intenso e partecipativo non solo durante le settimane eno – culturali, ma sempre, è una condivisione continua molto importante che apporta nuove energie e nuovi stimoli.

Ci sono stati, nel corso degli anni, cambiamenti importanti anche dal punto di vista tecnologico?
Noi abbiamo capito che è fondamentale puntare sulla qualità e sull’espressione del territorio e quindi interveniamo in modo molto professionale nei vigneti e in cantina per una maturazione che mantenga tutte le caratteristiche della diverse varietà. Tutto questo usando meno tecnologia possibile, sfruttiamo per esempio, un sistema gravitazionale all’avanguardia per garantire una qualità di primo livello.

In cosa consiste questo sistema gravitazionale?
Portiamo l’uva fino al soffitto quasi a 22 metri di altezza e la lavorazione avviene per caduta in modo soffice e accurato, un trattamento così attento e delicato consente di valorizzare al meglio la peculiarità dei nostri vitigni.

Cosa pensa dei vitigni autoctoni?
A livello internazionale sono sempre molto ricercati, rappresentano il nostro territorio, ne sono parte integrante. L’Alto Adige è la terra d’origine del Lagrein, della Schiava, del Gewürztraminer ed è qui che sviluppano in pieno la loro identità, e questo è un importante fattore di esportazione e di riconoscibilità.

È cambiato nel tempo il consumo del vino?
Naturalmente, fino a 30 anni addietro era un semplice prodotto alimentare oggi è cultura, storia, tradizione, convivialità, dai momenti più gioiosi e informali a quelli più impegnativi, è perfetto poi per esaltare i sapori della gastronomia.

Vini bianchi e vini rossi, ma quali sono le vostre etichette più richieste?
Senza dubbio i vini bianchi. Il 55% dei vigneti altoatesini sono coltivati a uve bianche, per le caratteristiche del terreni, sono argillosi, molto ricchi di calcare ideali per i bianchi, giocano un ruolo chiave anche gli sbalzi termici fra il giorno e la notte, durante la fase di maturazione, che influisce positivamente sull’aromaticità.

E quelle più rappresentative per la vostra Cantina?
Il Pinot Bianco, il Sauvignon, il Gewürztraminer sono tra i vitigni più importanti.

Come enologo preferisce lavorare sui bianchi o sui rossi?
Sono entrambi interessanti. Ci sono diverse possibilità d’interpretare i vini e di esprimerne le caratteristiche, bisogna capire le varietà entrare nella sua essenza.

Parliamo invece di Praeclarus …
E’ stato prodotto dal 1979 da Kossler, nel 2005 la produzione è stata ceduta alla Cantina St. Pauls che ha portato avanti questo progetto “Bollicine Alto Adige”. Sono molto contento di ciò e dal fatto che ancora oggi abbiamo la possibilità di espletare la fase di maturazione in un vecchio bunker militare con temperatura costante tutto l’anno. A giugno c’è stato il lancio della nuova versione ed è stato un successo strepitoso. Siamo tutti molto felici e soddisfatti di come è stato accolto dal mercato e quindi dal consumatore.

L’anello di congiunzione tra la Cantina St. Pauls e il consumatore finale?
La nostra rete di vendita molto curata e capillare. Comunichiamo inoltre attraverso le varie manifestazioni, il nostro punto vendita e siamo molto ricettivi dal punto di vista turistico.
Il vino che le ha dato più soddisfazione?
Il Praeclarus senza dubbio, ma anche il Pinot Bianco e il Pinot Nero, il re dei vini rossi, un vino difficilissimo, che ha bisogno di molta attenzione e cura ma che rilascia grandi soddisfazioni.
L’emozione che rilascia un vino si può descrivere?
Il vino è cultura, descriverlo è come fare … cultura.

Il colore che rappresenta i vini della Cantina San Paolo?
Il color oro, scelto per le etichette della linea Passion, che rispetta l’importanza del terreno.

Prospettive future?
Stiamo lavorando per nuovi impianti, ma il mio obiettivo personale è portare avanti tutto il comune di Appiano, creare un buon rapporto con gli altri enologi e i tecnici, perché solo facendo sistema possiamo crescere compatti ed esprimere nel modo più completo, forte e tangibile il nostro territorio, l’origine, il carattere identitario dell’Alto Adige sotto il segno della qualità.

La cantina St. Pauls in tre aggettivi
Storica, dinamica, propositiva.

 

CANTINA PRODUTTORI SAN PAOLO
Via Castel Guardia, 21
39050 San Paolo – Appiano (BZ) 
Tel. +39 0471 662183  –  http://www.kellereistpauls.com/it 

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (21/08/2013)

 

 

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