Suoni Dipinti

Mostra Collettiva Internazionale “SUONI DIPINTI”
 Con gli Artisti: Luigi Alba, Maurizio Barraco, Valeria Brunelli, Gilberto Carpo, Anne Delaby, Patrizia De Vita,
Francesca Donadio, Giuliano Giluliani, Rosanna Lenzi, Donato Lotito, Patrizio Mugnaini,  Anna Maria Nanni,
Nemo, Marina Novelli, Enrico Pinto,  Mariella Relini, Sergio Rotunno, Silvio Zago

a cura di Antonella Iozzo

ALBA
Alba_1_La_Fortuna_ok_

BRUNELLI
Brunelli_1_mountainsymphonie

DELABY
Delaby_1_Chiave_di_lettura_ok__4_60x80_2008

DONADIO
Donadio_1_Ventagli_Variopinti_1__-_pigmento_su_carta_acquerello_-_26x27-2009

LENZI
lenzi_1_Camelot_ok_

MUGNAINI
Mugnaini_1_080808

NEMO
Nemo_1_stonatura._okl

PINTO
Pinto_1_concerto_immagine_ok_

ROTUNNO
Rotunno_1_fucina_ok

Suoni dipinti, l’inesprimibile nella verità della musica. Su BluarteVirtual una mostra fatta di impalpabili corrispondenze che a tratti escono dall’ombra per poi rientrarvi come trasposizione spirituale di ciò che è invisibile in natura. Le immagini sonore di diciassette artisti scorrono evocando il suono incrinato dell’anima, un sussulto di vita interiore colmo di  tensione nervosa e bellezza struggente. L’impressione del fuggevole è un’atmosfera crepuscolare, quasi silente, nella quale trasudano le mezze tinte e i toni smorzati di Alba. Ogni suo gesto sembra  voler piegare la materia musicale in pathos per dar vita all’irraggiungibile toccato, avvertito e poi divenuto ombra. Una vibrazione modulata in forma artistica, un puro sogno nell’incanto de “La quiete”, un preludio sospeso tra le mani de “La fortuna”

Segni come versi poetici di levigata, rarefatta fattura e cesellati perfettamente da Barraco, abbandonano lo spartito stazionando inerti, quasi immobili nella sostanza cromatica. Il tempo si arresta, non scorre, non avanza, non fluisce, ma crea la dimensione del presente e scolpisce la tensione imperniata nella meterica essenza di un pensiero che sovrasta la mente. Una rivoluzione formale caratterizzata dalla sensazione di ritardi stagnanti nell’atemporalità, sono composizioni ottenute con grande perizia tecnica e con l’uso di accordi chiaroscurali che non risolvono ma annunciano cadenze mai arrivate.

I Suoni dipinti da Delaby ci avvolgono con sinuosità sognante, divini arabesque e curve morbide mentre il desiderio fluttua, inarca le linee della fascinazione e porta sulla scena il profumo di un’orchidea baciata dalla musica. Suoni materici s’innestano sulle cromie caldi titillando l’immaginazione che pulsa finché esce allo scoperto dilagando in evanescenti alterazioni melodiche liquefatte nel suono erotico del violoncello, il corpo ne avverte il torpore, la ragione freme e gli occhi sembrano presagire il contatto oltre la pittura, una vena dionisiaca nel mare apollineo della grazia dipinta. Se un preludio romantico si può configurare come un affresco statico, la scrittura del pennello si configura in Donadio come un unico prolungato istante che si allarga e si stringe in ventagli variopinti volteggianti nella libertà del segno, quasi variazioni di pensieri sospesi nella leggerezza del sogno tessuto connettivo del vissuto dipinto.

 Più lontano dalla nostalgia, dall’inquietudine, dalla luce e dalla speranza la sostanza narrativa di Nemo. Una narrazione di silenzi in cui l’azione concreta, il gesto, la creatività rilasciano e contemporaneamente assorbono eloquenti passioni. Sono complessi intrecci di situazioni musicali che sembrano affiorare dal teatro dell’angoscia, un’angoscia rimarginata dalla costruzione armonica ricca di sentimento e priva di lirismo, proprio perché il silenzio diviene agente espressivo, alone che sigilla le parole non dette, vale a dire scultoree emozioni da vivere nella loro corposità trascendentale. Il suono dipinto di  Relini  è una vicinanza di colori e superfici, una sovrapposizione di forme istantanee, un universo di monadi sonore in movimento. La successione temporale viene risolta introducendo, nelle diverse spazialità cromatiche, aggregazioni ritmiche come note timbriche. Sulla tela il tempo musicale si sfrange, si decompone, si smaterializza in molteplici volate sonore, in flessuose quanto discontinue linee che si slanciano e ricadono su di se stesse sviluppando, nella sua improvvisazione jazzistica, una  dinamicità inafferrabile e indeterminata

Nel complesso di relazioni cromatiche di Giuliani, a partire dalle quali il contenuto stesso si disegna e si costituisce, il valore dell’istante è una cellula che fende il continuum temporale. I piani sono sovrapposti con una sintassi ritmica quasi asimmetrica dominante tutta l’estensione del lavoro, si crea così una caleidoscopica mutevolezza, una bellezza oscillante con zone timbriche che non sfumano l’una nell’altra, ne dialogano, ma determinano un immediato indomabile impatto emotivo, prosciugato nei volumi da Nanni. La sua dinamicità essenziale e simmetrica si combina con le suggestioni del linguaggio futurista, come pure la festosa irruenza cromatica. Immagini che esprimono il movimento, scenografiche rappresentazioni di un balletto di .

Suoni dipinti o meglio pittura sonora, il confine è labile e la stesura segnico e cromatica coincide con l’armonia compositiva del fraseggio musicale. Carpo ne estrae la melodia collegandola ad una partitura emozionale fortemente evocativa. Ascoltare queste visioni equivale a penetrare nella forma pittorico – musicale , aderendo allo spirito della loro genesi, all’amplesso cosmico, alle scosse telluriche provenienti dalle viscere dell’universo. La gestualità sempre controllata dell’artista infierisce su tela provocando un’apertura centrale, un varco verso l’ignoto o forse è una fessura sull’inconscio, o semplicemente letti di fiume prosciugati dall’incapacità di sentire la musica nascosta dell’esistenza, silenziosa desertificazione dell’io.

Tutt’altra musica con Zago, vibrante essenza musicale, luminosa distesa cromatica. emozioni dissolte nell’impressione del sentimento, frammenti di paesaggi, ricordi sfumati all’alba. Ogni passaggio cromatico corrisponde ad una sensazione sonora dilatata nella spazialità di accordi adagiati su tela, impressione fuggevole che rende visibile la suggestione. Da qui parte un fascinoso viaggio dentro i labirinti segnici di Lenzi, una raffinata comunicazione attraverso forme elevate verso un forte simbolismo. Le sue composizioni restituiscono l’effetto di un poema sinfonico nel quale si concentrano universi paralleli: l’invisibile nella levità della natura e l’arcaico contemporaneo nella costruzione ridondante di significati complessi.

Adesso il pennello riposa è la volta degli scatti di Lotito, pause musicali nel silenzio del tempo, stati interiori, intimi, spesso impalpabili e invisibili nel divenire di una cadenza. Bagliori che non si limitano ad esistere come elaborazione del gesto artistico ma si evolvano in architetture fluttuanti e libere, un “aria sulla quarta corda” , forse un preludio all’ascolto di Bach. Musica figurativa fatta di intima sensibilità, di architettura armoniche, di pause cadenzate nel flusso della creazione. Il lirico gesto della Brunelli entra in sintonia con il respiro del tempo si adatta alle sue pieghe e disegna le linee più tormentate dell’emozione, dietro c’è il canto struggente dell’anima, riflessi,  fluttuazioni azzurre, linee cangianti immerse nel suono del cielo e della terra. Il silenzio di uno spartito dentro la musicalità di un dipinto riscrive l’essenza di Mugnaini, interprete visivo di un viaggio ai confini con l’interiorità. Coniugando ragione ed istintività ridona spazio sonoro ai riverberi della storia, tracce fluide di un passato addosso, sentirne il respiro è come vivere la consapevolezza del presente, nell’unisono del gesto del segno del colore.

Sguardo pittorico sulla musicalità, distanze annullate, sensazioni irreversibili, cambiamenti annunciati, sono gli scatti fotografici di Pinto alterazioni di suoni estroflessi dal mondo contemporaneo. Instabilità e mutabilità del mondo danzano nella sua percezione visiva, verità in un istante dietro l’obiettivo. De Vita crea la fisicità del suono con un’armonica partitura di forme e volumi, sono sculture dalla penetrante fascinazione comunicativa disegnate con linee morbide e con accenti romantici. Dal contatto con la materia il “Risveglio della danzatrice” è una visione prolungata sulla dirompente sensualità di un ritmo che scuote i sensi più segreti dell’umana percezione. Espressività rielaborate nella corporeità dell’essenza sonora, un abbraccio sulle linee del suono, Un “Amore sussurrato” dilatato in poema sinfonico. Cariche energiche e brillantezza cromatica vibrano nell’improvvisazione modulata di Novelli, dove l’attimo presente è una successione di emozioni e di fervida creatività. Una favola, un paesaggio onirico nel passaggio di toni innescati un “Inno alla gioia” o una marcia verso la fantasia che si anima sulla tela mutatesi in pentagramma, ogni nota una macchia di colore,  forma di transizione dal musicale dipinto al musicale eseguito.

Con Rotunno il soggetto è insieme musica, scenografia, surreale sintesi evasiva. Sapienti effetti di luce spettacolarizzano l’immanente è ogni pausa sonora è una movenza di forme pre- astratte, immagini di universi sospesi. Una mostra capace di afferrare verità nascoste, sublimi e atroci, che si agitano in noi, suoni provenienti dall’universo dentro l’anima. L’inesprimibile dipinto.

 di Antonella Iozzo © Produzione riservata
                  (26/02/2009)

Bluarte è su Facebooke su Twitter@Bluarte1

BARRACO
Barraco_1_problematico_ritorno_ok_

CARPO
Carpo_1_Paesaggi_19_ok

DE VITA
Devita_1_risveglio_della_danzatrice_ok

GIULIANI
Giuliani_1_CavaliereElettrico_ok

 LOTITO
Lotito_1__Studio_ok

NANNI
Nanni_1_Armonia_ok_

NOVELLI
Novelli_1_inno_alla_gioia_ok_

RELINI
Relini_1_hot_jazz_ok

ZAGO
Zago_1_Immagini_mattutine_-_ok_olio_su_tavola_cm_20x20

dfdfgdgdfh

Bluarte è su https://www.facebook.com/bluarte.rivista e su Twitter: @Bluarte1