Il ritratto racconta il ‘900

Il volto del ’900 ossia il ritratto dell’Io defraudato, intimizzato, urlato, ostentato ma sempre e comunque voce unica e vera dell’anima, della coscienza o forse semplicemente dell’ uomo perso fra le strade del mondo.

di Antonella Iozzo

Kupka-Ilrossetto-Centre-PompidouMilano – Dal 25 settembre presso Palazzo Reale a Milano, la mostra “Il volto del ’900. Da Matisse a Bacon. I grandi capolavori del Centre Pompidou”. L’esposizione curata da Jean-Michel Bouhours, intende analizzare l’evoluzione del ritratto e dell’autoritratto nel corso del Novecento, attraverso una selezione di circa ottanta opere provenienti dal Centre Georges Pompidou di Parigi. Fil rouge le influenze generate da alcune vicende cruciali del XX secolo sull’espressività artistica come il rapporto dell’uomo con la propria interiorità a seguito della psicoanalisi, l’invenzione della fotografia, senza escludere poi eventi drammatici della storia, come l’annientamento dell’identità nei campi di sterminio. Un lungo percorso che ci accompagna verso la contemporaneità e la quotidianità creata dai nuovi mezzi di comunicazione. Il volto del ’900 ossia il ritratto dell’Io defraudato, intimizzato, urlato, ostentato ma sempre e comunque voce unica e vera dell’anima, della coscienza o forse semplicemente dell’ uomo perso fra le strade del mondo.
Gli artisti in mostra rappresentano le maggiori avanguardie storiche della prima metà del Novecento, dal il Nouveau Réalisme, al Fotorealismo fino all’Iperrealismo, basta citare qualche nome: Matisse, Bonnard, Modigliani, Magritte, Music, Valadon, Vlaminck, Severini, Bacon, Delaunay, Brancusi, Gonzalez, Derain, Ernst, Mirò, Leger, Picasso, Giacometti, Dubuffet, Fautrier, Lempicka, e ancora Kupka, Raoul Beckmann, Friesz, Villon, Gris, Manguin.
Bacon-Autoritratto-Centre-PompidouIl percorso della mostra è suddiviso in cinque sezioni, tematiche. La prima indaga le suggestioni della psicoanalisi e le ricerche della fisiognomica nell’Espressionismo tedesco e in quello francese dei Fauves. Espressività dunque che traccia senza mezzi termini con colori violenti la vera natura esistenziale di uomini e donne, fragili e potenti. È l’anima ad urlare, a lanciare il suo prologo come appare evidente in Yvette con vestito a quadri (1907-1908) di Auguste Elysée Chabaud, e Il rossetto (1908) (del pittore ceco František Kupka (1871-1957).
La seconda sezione affronta il tema dell’autoritratto, che scandaglia il sé, mettendo l’artista di fronte alla propria immagine. Emblematica Le Viol (1945), di Magritte. È il volto di una donna trasfigurata, i cui lineamenti sono stati sostituiti dai caratteri di un corpo femminile nudo. Il risultato è disarmante la violenza inflitta alla donna dall’uomo è visibile, è palpabile, e pensiero fattasi materia, stampato nella mente di chi ha subito e di chi la guarda.
Decisamente diverso l’Autoritratto del 1971 di Bacon il suo volto è scomposto e ricomposto in una maschera dalle sembianze quasi animalesche. Sembianze animali e teorie psicoanalitiche e della psicologia del profondo, convivono infatti per monto tempo con Bacon.
Terza sezione: Faccia e Forme, parola d’ordine estrema semplificazione morfologica del volto umano, eloquente e sublime la celebre Musa dormiente dello scultore rumeno Brâncusi, essenza della forma attraverso il geometrismo puro delle linee, altra opera che attira la nostra attenzione e Jeannette IV di Matisse una carismatica interpretazione che non cela influssi di arte primitiva.
Brancusi-Musa-dormiente-Centre-PompidouContinuiamo con Caos e Disordine, figure rarefatte e scomposte, come la Donna con cappello di Picasso e Il sorvegliante Dubuffet, sintesi e ricerca scompongono lo spazio e ricompongono i canoni del nuovo modo di vedere e percepire, come accade a Giacometti nel Ritratto del fratello Diego, passaggio breve e drammatico dell’esistenza attraverso l’ammasso di materia magmatica.
Chiude la mostra la sezione Ritratto Dipinto Dopo la Fotografia che focalizza l’attenzione sul confronto tra il segno umano e quello della macchina. Ma è il segno umano che ancora delinea la tela, l’impatto è pericolosamente affascinante, è un dialogo tra l’artista il soggetto e l’osservatore che rilancia domande, attende risposte e culmina nell’empasse emozionale il Ritratto di Erik Satie di Valadon, il Nudo sul divano di Marquet, Kizette al balcone di Lempicka, il Ritratto della Baronessa Gourgaud di Matisse.
Pittura e fotografia si pongono dinanzi a noi con Stravinsky di Errò e Arne del pittore statunitense iperrealista Chuck Close, è l’altra faccia della realtà.
Ma quanti volti ha il Novecento? Per scoprirlo una visita alla mostra, fino al 9 febbraio 2014 può rivelarci piacevoli sorprese.

Il volto del ’900. Da Matisse a Bacon. I grandi capolavori del Centre Pompidou
 Dal 25 settembre 2013 al  19 febbraio 2014
Milano, Palazzo Reale – Piazza Duomo, 12 – Tel: 02.875672

di Antonella Iozzo ©Riproduzione Riservata 
                      (02/10/2013)

Immagini: František Kupka, Il rossetto (1908), collezione del Centre Pompidou
Francis Bacon, Autoritratto (1971), collezione del Centre Pompidou
Constantin Brâncusi, Musa dormiente (1910), collezione del Centre Pompidou

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