Goya strategico a Palazzo Reale

Goya strategico a Palazzo Reale

9__goya_a_palazzo_realeMilano –  “Goya e il Mondo Moderno” a Palazzo Reale  di Milano dal 17 marzo al 27 giugno. A leggere alcuni recensioni e a  sentire i curatori, gli organizzatori e chi ha partecipato alla realizzazione della mostra,  sembrerebbe un imponente evento per celebrare il grande pittore spagnolo indagando il suo rapporto e la sua influenza sui maestri delle avanguardie, da Bacon a Pollock. Ma visitare la mostra è  una passeggiata tra il mondo moderno, durante la quale, soprattutto all’inizio del percorso, fa capolino Goya con alcune intense opere, certo non con i grandi capolavori, che dopo un esuberante lancio pubblicitario ci si aspetterebbe di trovare. Anzi, sembra quasi che Goya sia stato usato come messaggio subliminale,  che il maestro ci perdoni!

Goya e Francis Bacon, il filo conduttore? La disarmante verità, la spietata realtà interiore, l’erosione della retorica e l’introspezione psicologica che urla con violenza mordace dai tratti indagatori e dagli  occhi velati di dubbi e angosce. Stessa arroventata trama per due artisti distanti secoli, ma potrebbe essere anche la trama di una qualsiasi mostra collettiva che cerca tra le fauci dell’ispirazione dei diversi artisti un comune denominatore. Un totale di 184 opere, Goya e quarantacinque artisti. Esposizione tematica con un artista d’eccezione che induce alla riflessione e conduce il pubblico verso la biglietteria.

La mostra, curata da Valeriano Bozal e Concepcion Lomba,  frutto della collaborazione trala Sociedad Estatalparala Accioncultural exterior, il Ministerio de Asuntos exteriores y de cooperacion, il Mnisterio de Cultura de Spagna,la Fundacion Goyaen Aragon e Palazzo Reale, riallaccia rapporti diplomatici e politici, instaura forme di contatto, promuove la cultura e convince sempre meno chi cerca Goya. Anche se suddette autorità hanno sempre affermato che non si trattava di una mostra monografica ciò che sconvolge sono gli accostamenti azzardati, l’utilizzo del nome del grande maestro come richiamo, la poca produzione pittorica di Goya presente nelle sale, molte invece le incisioni di piccolo formato, scrigni che meritavano, sicuramente un’atmosfera più intima, più accurata, più consona e degna del loro valore artistico e culturale, magari suggellata da un sottofondo musicale come avviene nella mostra  “Schiele e il suo tempo”, sempre a Palazzo Reale.

Le cinque sezioni tematiche, il ritratto, la vita di tutti i giorni, il comico-grottesco, la violenza e il grido, nell’interpretazione di Goya e dei suoi illustri colleghi sono testimonianze storiche, ma a volte anche semplici realtà che in altre circostanze sarebbe emerse come echi di un vissuto ricco di suggestioni e memorie.

Davanti  l’Autoritratto del pittore e incisore spagnolo eseguito nel 1815, a 69 anni, il nostro animo s’inchina inoltrandosi nella modernità di allora che “parla” con l’autentica genialità di chi vive l’essenza del tempo e non i condizionamenti. Continuiamo e sostiamo davanti alla corte spagnola che posa per Goya, ed ecco “Don Juan Mattin Goicoechea” del 1790, o “La contessa de haro” del 1808. Cambiamenti politici, tensioni, stesure timbriche e chiaroscuri che da Velàzquez portano a Picasso, Schonberg, Nolde. Un ventaglio di inquadrature e la storia dell’Arte gira e rigira.

Lo stile goyesco appare con tutta la sua forza nella sezione “vita di tutti i giorni” vita popolare madrilena genuina in tutto il suo fascino, grazia luminosa, cromatismi accordati sui toni del rosso e del rosa che rispondono alle opere di Daumier, Hugo, Nieto

Con Goya il grottesco e il mostruoso dell’animo umano emergono silenziosamente sconvolgendo con la loro inquietante realtà, ma anche con la teatralità ripresa nelle  dovute variazioni da Klinger, Kubin, Klee, Mirò. Ultima sezione il grido, con pochissime opere di Goya, un olio su tavola “Cristo nell’orto degli ulivi” e due stampe su carta “ I disastri della guerra. Niente. Questo dice” e “I disastri della guerra. Tristi presentimenti di ciò che accadrà”, veramente poche per chi, non conoscendo l’opera del grande maestro, vorrebbe afferrare il grido sordo, sprofondato nella tragedia e nella barbarie della guerra d’indipendenza contro Napoleone. Amara verità, amara realtà che impregna la sapienza popolare riprodotta da Goya con tutta la forza, l’orrore e il sapere diabolico, in una radiografia di se stessa, anima che implode poi nella pittura nera.

Ma questa forse è un’altra mostra, quella che avremmo voluto vedere,  mentre in quest’ultime sale, altra Arte urla la sua presenza deformate possente scontrosa, concettuale, informale, espressionista, interrogativa e stupefacente con, fra gli altri, Bacon, Guttuso, Saura, Pollock, Giacometti, Appel, Jorn che ringraziano per un nuovo ritratto che coglie nella vita di tutti i giorni il comico e il grottesco del mondo moderno. Nessuna violenza solo accostamenti da urlo.

di Antonella Iozzo © Produzione riservata
     ( 30.04.2010)

Notizie utili  –  “Goya e il mondo moderno”
dal 17 marzo al 27 giugno, Palazzo Reale, piazza Duomo 12.
Orari: lunedì 14:30-19:30,
martedì-domenica 9:30-19:30,
giovedì e sabato fino alle 22:30.
Informazioni: 0254910
Catalogo: Skira.
 
 

 

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