Cina, la via commerciale del vino parte da Opera Wine 2017

Cina, la via commerciale del vino parte da Opera Wine 2017. Sguardo rivolto ad Oriente che risponde con personalità capace di ridefinire i canoni dell’economia come Robert Yang, Presidente e AD  di 1919 il più grande operatore cinese della distribuzione…

di Antonella Iozzo

Verona – Opera Wine 2017 il futuro del vino, il presente del mercato internazionale. Se le rotte commerciali puntano verso l’Oriente, l’Oriente varca i confini con Robert Yang, fondatore della catena di wine shop 1919 e protagonista ad Operawine, evento che nasce dalla collaborazione tra Veronafiere e la rivista Wine Spectator.

Al Palazzo della Gran Guardia, Opera Wine, preview d’eccezione alla cinquantunesima di Vinitaly che apre le danze con un parterre di 100 + 4 grandi vini selezionati dal magazine Usa Wine Spectator.

Il vino sul podio, sullo sfondo lo scenario internazionale che cambia, si evolve, flette le prospettive e amplifica le idee di un dinamismo economico sempre più rivolto verso la Cina. Dalla Cina con wine passion e viceversa, non una semplice tematica caratterizzante il Vinitaly, ma la reale e concreta essenza di un mercato che presidiamo dal 1998 e che continua a stimolare creando soluzioni di ampio respiro. Marketing, economia, cultura una triade in bottiglia, perché il vino è patrimonio culturale, è sviluppo economico è comunicazione ecco allora che se la Via della Seta è stata e continua ad essere una fondamentale rotta commerciale non può che divenire via culturale. Questo in sintesi il pensiero espresso da Maurizio Danese presidente di Veronafiere durante la conferenza stampa di Operawine moderata Stevie Kim. Un crescendo costante grazie al lavoro della Vinitaly Accademy, ma anche agli accordi firmati con Alibaba e la presenza di 1919.

Sguardo rivolto ad Oriente che risponde con personalità capace di ridefinire i canoni dell’economia con visoni lungimiranti che sono il presente del futuro del vino. Realtà che hanno un nome e un volto quello di Robert Yang, Presidente e AD  di 1919 il più grande operatore cinese della distribuzione, sfruttando entrambi i canali, sia online sia offline, presente alla conferenza insieme al General Manager Andrew Tan. 1.000 negozi in 600 città del Paese che si moltiplicheranno entro il 2019, dove si possono trovare tutti i brand del catalogo. Il vino italiano ha una buona posizione decisamente migliorabile in questo momento. È tempo di far vivere la storia del Made in Italy in un calice solidità economica capace di generare nuovi flussi e nuova ricchezza. Cambiano le aspettative dei consumatori cinesi sempre più preparati e se Francia, Australia, Cile, Nuova Zelanda, Spagna, sono in testa alle preferenze, per una strategia promozionale molto più decisa, intensa e in un certo senso aggressiva il vino italiano deve saper smuovere il proprio stato con maggiore impulso e consapevolezza. Bisogna anche dire che si sia registrata una forte tendenza positiva, con una crescita di valore delle esportazioni italiane che sfiora il 33%, pari a oltre 120 milioni di euro.

Se da un lato ci sono i produttori dall’altro ci sono i buyer figura chiave non ha caso l’evento ha visto anche la partecipazione di 40 buyer asiatici specificamente selezionati dal programma d’incoming Veronafiere e ICE-Agenzia per il grand tasting con i produttori top.

Essere internazionali significa non solo essere presenti nei diversi Paesi e continenti ma essere artifici della propria presenza con qualità e competenza a 360°.

E se in Cina ancora abbiamo tanto da fare in USA il vino italiano è una costante riconosciuta e premiata dal consumatore. I senior editor di Wine Spectator, Bruce Sanderson e Alison Napjus, riconoscono l’alta qualità del vino italiano, la sua particolarità ed espressività legata al territorio.

Il vino, continuano Bruce Sanderson e Alison Napjus è la massima espressione dell’Italia che produce ricchezza economica regalando emozioni.

La convivialità del vino intreccia relazioni ad ogni livello, una capacità intrinseca che non può che generare positività e flettere le tensioni, in qualcuno settore, divenendo un solido alleato diplomatico anche in questo periodo di grandi cambianti politici, secondo Thomas Matthews, executive editor di Wine Spectator

Il grand Tasting delle 100 + 4 aziende vitivinicole selezionate preceduto dal taglio del nastro inaugurale del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina e del Commissario europeo per l’Agricoltura Phil Hogan, ha visto un solo protagonista, il vino nell’esclusiva della sua essenza interpretata dal gesto unico e irripetibile di ciascun produttore.

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (12/04/2017)

 

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