La Festa dell’Architetto ricorda Andreace

 Massafra Festa dell’Architetto, ricordando il maestro Nicola Andreace. Il passato dura finché abbiamo dei ricordi ed io, mescolando linee, colori, sogno e realtà, impagino il mio racconto.
Redazione

Massafra (TA) – Nell’ambito della Festa dell’Architetto e dell’Esposizione “Architettura è felicità”,  tenutasi lo scorso 10 luglio a Massafra, Lungo Valle, il giorno d’inaugurazione, con un’ Estemporanea di Pittura ed una Tavola Rotonda su “La felicità è… accessibile” ed una video proiezione a conclusione della serata, sono state esposte sette opere di Andreace, deceduto il 30 aprile 2014.

Gli organizzatori con tanto garbo ed ammirazione rispettosa hanno voluto la presenza di Andreace per un omaggio a lui e per mettere insieme un artista, che in più di mezzo secolo ha tanto realizzato, ed i giovani, pittori ed architetti, che con il loro entusiastico impegno costruiscono la loro carriera .

I lavori-ricerche, eseguiti con Tecnica Mista su tela ( 5 di cm.70×100, due 50×70), tra il 2006 e il 2009, in mostra solo per poche ore,  hanno respirato e vissuto l’atmosfera partecipe, attenta ed interessata alla loro custodia. Opere che  documentando il fervore creativo e l’attitudine alla ricerca e alla sperimentazione artistica del maestro Nicola Andreace , contenutisticamente, celebrano i veri valori etici universali della vita (Famiglia, amicizia, solidarietà, rispetto di sé, degli altri, della natura).

Pur non rigettando le conquiste delle nuove tecnologie, Andreace mette al centro di tutto l’UOMO, con la sua dignità, la sua geniale forza creatrice, il bisogno di fede. Egli diceva. << Il passato dura finché abbiamo dei ricordi ed io, mescolando linee, colori, sogno e realtà, impagino il mio racconto, descrivendo la realtà territoriale ed umana con le loro tensioni, lacerazioni , entusiasmi, evasioni, solitudine e, sintetizzando l’evoluzione culturale contemporanea, svelando il mondo nascosto tra i valori universali e il velo dell’infinito, trasmetto il messaggio che gli uomini passano, le opere rimangono , sicché, finché riusciamo a vivere, agiamo in modo da essere Uomini tra gli Uomini. Questo stato d’animo di adesione alle cose, alla mia terra e alla gente costituisce la linfa vitale delle mie opere pittoriche e grafiche, piene di umana tenerezza e di speranza di una vita più vivibile >>.

  

    Redazione
  (15/07/2014)

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