The Messiah, il sublime del barocco all’Innsbrucker Festwochen

The Messiah di George Frideric Handel, diretto con gesto sicuro, preciso e puntuale dal Maestro De Marchi. Pagine incastonate di preziose gemme musicali che stillano nel pubblico istanti di riflessione mista a umana poesia.

di Antonella Iozzo

Innsbruck (AT) – La musica antica sta all’Innsbruck Festival of Early Music come la musica barocca sta George Frideric Handel. Una corrispondenza di amorosi sensi resa pura essenza sonora in un’esibizione magistrale dell’Innsbrucker Festwochenorchester diretta dal Maestro Alessandro De Marchi, coro Maghini, Eleonora Bellocci Soprano, Margherita Maria Sala Contralto, Jeffrey Francis Tenore, Luigi De Donato Basso, presso la Großer Saal dell’Haus der Musik Innsbruck.

Acustica perfetta e architettura contemporanea per un teatro dalla linea essenziale e in stretta correlazione con il paesaggio circostante. Soluzioni tecniche ed estetiche che hanno reso possibile alla luce naturale di filtrare la linearità della Großer Saal, dove l’ampia vetrata, sul fondale del palcoscenico, diventa scenografica visione grazie all’incanto di un albero capace di ridisegnare la magia della musica.

L’Innsbrucker Festwochenorchester precisa e brillante rilascia grazia ed eleganza, energia e atmosfera rarefatta nei moventi e nei passaggi chiave con i quattro solisti e il coro.

The Messiah di George Frideric Handel, performance in Italiano da un manoscritto dell’Händel-Haus Halle Foundation, in un interpretazione coinvolgente ed entusiasmante che ha letteralmente rapito il pubblico trasportandolo in una dimensione altra, tesa fa sublime meditazione musicale e meraviglia. L’oratorio infatti si apre, intonando quattro forme diverse: arioso, accompagnato, aria e coro, simbolo suggestivo della parola di consolazione, dell’invito alla conversione, della varietà del linguaggio metaforico fino a giungere alla gloria divina.

 

La voce e il timbro voluttuoso di Eleonora Bellocci/Soprano esprimono lirismo e virtuosismo. Non è da meno Margherita Maria Sala/Contralto, che accenta e fraseggia con grande volume. Un dialogo che incontra la compiutezza del Tenore Jeffrey Francis e il Basso Luigi De Donato, la cui performance vocale è stata permeata da presenza scenica espressioni facciali drammatiche che riflettevano la profondità dei versi biblici che stava cantando.

Ogni sezione del Coro Maghini, soprani, contralti, tenori e bassi è precisa, articolata e armonica nel ripercorrere l’oratorio di Händel, che presentò per la prima volta a Dublino nel 1742, tanto da regalarci una visione vivida e appassionata dall’episodio della Natività alla Passione e all’Ascensione, fino alla Resurrezione e al Giudizio finale.

Evocazione e lirica, sublime tensione di un Messiah raccontata attraverso i testi tratti dalle profezie di Isaia e dai Vangeli. Pagine incastonate di preziose gemme musicali che stillano nel pubblico istanti di riflessione mista a umana poesia. Prodigio di freschezza inventiva, il Messiah, in questa mirabile esecuzione dell’Innsbrucker Festwochenorchester, diretta da Alessandro De Marchi, rilancia in freschezza e finezza dei contrasti e della dinamica degli archi che riescono a creare un eccellente impatto fonico.

 

Il Maestro De Marchi dirige con gesto sicuro, preciso e puntuale leggendo Händel nella sua interezza e profondità: da un lato donando espressività ai recitativi e alle arie dei solisti, dall’altro conferendo agli interventi corali, il tono di una partecipazione vigorosa, intensa fino a giungere al vertice con l’Hallelujah posto a conclusione della seconda parte. Quasi un’apoteosi della fede cristiana, dilatata poi, a dogma nell’immenso Amen finale, ma anche una celebrazione della fratellanza umana che fa pensare all’inno alla gioia beethoveniano.

Straordinaria espressività dei singoli brani, straordinaria interpretazione che ha reso l’intuito teatrale di Händel una luminosa ed equilibrata espressività che si riverbera sulla struttura e sulle simmetrie della composizione. Un capolavoro unico del poliedrico genio barocco che culmina in una standing ovation e due bis mirabile “Hallelujah” e “ecco già nato un pargoletto “.

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di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (17/08/2022)

 

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