Vita, il tempo rubato ritrova l’istante nei calici

Vita, il tempo rubato ritrova l’istante nei calici. Una sorta di allegrezza cosmica e felicità alchemica che esplodono in amore, non esprimerli è come il vino tenuto in bottiglia, non placa il desiderio di sedurre la vita.

di Antonella Iozzo

Nella morsa del virus l’inganno dell’incompetenza decisionale. La sindrome dell’incertezza detta apparenti regole di vita sociale in un caos organizzato secondo il genius loci di menti vocate alla supremazia del potere politico-economico. Un horror vacui che dilaga insinuandosi come l’unica redenzione possibile dal male silenzioso che avanza.  La paura attanaglia la ragione, fin quando l’istinto non graffia la superfice del reale e il ragionevole dubbio crea tensioni emozionali che divengono movimenti organizzati di logica sopravvivenza. È la vita, che si riprende il suo ruolo giocando la partita contro il malessere generale di una situazione paradossastica e paradossale che, cercando di governare il male assoluto ne è divenuta parte. E se le falle di sistema, le scollature di pensiero, le strategie di difesa, in una guerra che miete vittime e tenta di provocare annientamento sociale, l’intuito mai spento si eleva squillante come una tromba richiamando a se l’ordine prestabilito delle cose nella variabile della creatività, del libero arbitrio, della propria consapevolezza.

Onestà intellettuale e onestà morale edificano le basi dell’Essere la cui forza vitale è il magma che genera vibrante energia. Energia che l’intero universo sviluppa in bellezza, in armonia, in forma e materia nel movimento dell’intelligenza.  È la vita che avanza, la vita che vale la pena di vivere, la vita che danza la flessuosa curva dell’inafferrabile. Cogliere l’attimo è la sua natura, dilatare l’istante la sua lungimiranza, spingersi oltre il presente la sua inclinazione a guardare oltre, verso il futuro. Quel indefinito, seducente mistero che pulsa nelle fibre del tempo, quel battito d’ali che percepiamo e con tutta la nostra entità cerchiamo di catturarle.

È la bellezza del vivere in tutte le sue sfaccettature, declinazioni e sfumature. Tensioni e distensioni, tempeste e primavere, luci e ombre, si muovono a vele spiegate verso destinazioni sconosciute, inesplorate ma anche verso approdi sicuri, mete del destino, sentieri della memoria e viaggi che si aprono come sublime evocazione dell’infinito.

Il tempo batte impaziente alle porte dell’anima, l’istinto freme e l’iride invoca l’immaginifico per dipingere il contemporaneo con i ritmi e i suoni della vita. È una vita che vale la pena di vivere che va vissuta tutta d’un fiato nella su interezza e complessità in un intenso abbraccio che volteggia nel constante movimento del tempo. Fermarla è un crimine, un delitto che brucia l’anima, un taglio ascensionale che sanguina di delirio dittatoriale e incompetenza.

È la sinfonia della vita che con saggezza, unisce razionalità e irruenza. È come se dalla libertà del jazz e dalla dimensione aurea della musica colta nascesse la perfetta espressività musicale dell’impeto vitale.

 

Una sorta di allegrezza cosmica e felicità alchemica che esplodono in amore, non esprimerli è come il vino tenuto in bottiglia, non placa il desiderio di sedurre la vita.

E il vino per sua stessa natura è cultura, amore, dialogo, convivialità, tradizione, identità, business e marketing. È quella poesia liquida che unisce gli uomini, che conversa abilmente, che intrattiene gli ospiti e predispone agli affari. Fluida musicalità per sguardi che filtrano proposte indecenti e vibrano di infuocate passioni. Sharing e lifestyle con calici che brindano alla vita.

E sono molti i vini con i quali ritrovare l’istante eterno. Coglierne l’attimo è come percepire, con ogni cellula del copro e con ogni fibra dell’anima, quella passione, quell’infinto amore, quel senso di origine e verità divenuto nettare che delizia lo spirito e rinasce cultura nelle armoniche declinazioni della ragione.

Si elevano i calici e si srotolano red carpet per eventi che celebrano tradizioni familiari e visioni moderne. Si stappano bottiglie e si stringono rapporti commerciali internazionali. Si degustano sorsi di vita e si avviano wine tasting e convegni per amplificare l’effetto positivo e il significato simbolico e perennemente attuale del vino. Si studiano strategie di marketing, di packaging per spianare la strada della comunicazione seducendo la curiosità del consumatore. Si celebra la vita così come la sappiamo vivere tra buon vivere e speranza, tra incroci digitali e bivi analogici.

Feeling inattesi ci traghettano verso il futuro, prendendo spunto sempre dal passato, e così un giorno qualsiasi diviene intramontabile momento generazionale nel rispetto della usa genesi, un concept che diventa sorsi di qualità nel segno di Famiglie che hanno saputo rendere il culto della tradizione il rispetto per l’ambiente e l’amore per la terra, triade di un sistema produttivo vocato al futuro. Qualche nome? Bastano pochi sorsi e si entra in sintonia con lo spirito di Elena Walch, Ferrari, Ca’ del Bosco.

Oltre l’origine lo stile e la propria personale interpretazione sempre voce del terroir come Baron Di Pauli, Montalbera, Kellerei Kaltern.

Ricercati divertissement e fascino senza tempo che divengono eleganza, garbo, sintesi organolettica dalla lunga persistenza in Allegrini, Bertani, Borgogno, Gerardo Cesari, Tommasi Family Estates.

Sobrie espressioni di vocazione e passione che non teme il domani, anzi interagisce con le coordinate per vivere il presente più come mai in una fresca mineralità by Bisol, Villa Sandi, Arunda.

Territorialità, storia e nuove idee intessute di ricerca e sperimentazione nelle etichette Banfi e ancora lo sguardo anteriore di Gualdo del Re, Guado al Tasso, Cavalier Pepe sono e rimangono testimoni di qualità che disegna l’orografia della cultura del vino. Sogni nei calici e meravigliose interpretazioni invitano a degustare l’essenza del piacere sorso dopo sorso. E quasi come rivivere il Vinitaly, un effetto che scorre lungo le diramazioni di un tempo che risucchia l’economia, lasciando vuoti padiglioni, stand, calici. Ma nulla è perduto, dietro la maschera dell’assurdo, dell’inspiegabile disgregazione dell’agire nutrito da tellurici richiami al compromesso, la vorticosa energia dell’esistere riformulerà la sua forza e unità in un sol gesto. Una performance di luce, positività, sviluppo economico, bellezza. Adesso, il preludio del viaggio al termine dell’involuzione segna le sue ultime battute. Adesso, è la vita che c’è lo chiede.

https://www.vinitaly.com/

 

di Antonella Iozzo ©Riproduzione riservata
                  (20/04/2020)

 

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